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Arriva l'uomo artificiale?


Nicoletta Perfetti

Diciamocelo: ne abbiamo visti di attempati papà trascinati negli affollatissimi padiglioni del Futurshow 3000 appena concluso. Diciamocelo: i ragazzini spiegavano, i genitori ascoltavano. Due le domande di fondo di questa quarta edizione della Fiera Multimediale bolognese, tra i nuovi sistemi di monitoraggio a tutela del patrimonio artistico, l'home banking, il turismo online, la telemedicina, la casa del futuro e le playstation: "A che punto è l'alfabetizzazione informatica?" e, soprattutto, "Siamo figli della tecnologia, di chi saremo padri?".

Secondo dati CENSIS il 30% della popolazione globale utilizza Internet come strumento funzionale, il 45% (una fetta caratterizzata da benessere diffuso e cultura media alta) mostra un interesse ancora latente e il rimanente 25% è a totale rischio di esclusione. L'utilizzo della Rete durante l'attività didattica nelle scuole elementari è solo del 6,4%. Ma qualcosa sta cambiando:sono ben 120.000 gli insegnanti iscritti ai corsi di formazione organizzati da RAI Educational e dal Ministero della Pubblica Istruzione. Per colmare il gap tra l'Italia e gli altri Paesi europei - hanno concordato tutti gli intervenuti alle numerose tavole rotonde sul tema - Tv, Rete, mezzi di informazione devono agire sinergicamente affinchè il Web venga percepito come funzionale alla vita quotidiana.

Se siamo figli della tecnologia, di chi saremo padri? La domanda, posta, ancora una volta, da un'adolescente nel corso della passata edizione ,è stata girata a personaggi dello spettacolo, del giornalismo, della vita sociale ed economica italiana. Ecco come alcuni hanno risposto.

Vittorio Feltri

Noi siamo figli della tecnologia? Personalmente sarei tentato di rispondere mica tanto. Mi riferisco alla mia totale mancanza di dimestichezza con i marchingegni elettronici. Scrivo su una Olivetti , la quale già mi sembra un miracolo tecnologico.Mi auguro che i miei figli siano innanzitutto figli miei piuttosto che nipoti della tecnologia. Voglio dire che la tecnologia deve rientrare nei ranghi. Uno strumento, non un padre e una madre. Ricordiamoci che siamo uomini e donne, spero, e non robot figliati da un computer.

Don Antonio Mazzi

Fra cent'anni, prima ipotesi: se crescerà la logica di oggi saranno tutti robot. Robot che faranno tutto. Noi comuni mortali, quelli che oggi si chiamano uomini, saremo robot falsi. Seconda ipotesi, strana ma per me l'unica auspicabile: sperare che un giorno al mondo ritornerà Huckleberry Finn, detestato e temuto da tutte le madri e adorato dai figli. Quando faceva bello, dormiva sugli scalini di qualche casa. Quando pioveva dormiva dentro qualche botte vuota. Mark Twain ne ha fatto il rotagonista di un romanzo. Nel 2001 invece lo chiamerebbero barbone, o uomo delle caverne. Vorrei tanto, se potessi, diventare suo padre, e lo chiamerei Francesco 2000.

Barbara Palombelli

Mi sento figlia della televisione e dei suoi miti. Da bambina scrivevo alla tv e partecipavo ai quiz, da ragazza scrivevo di tivvù e cominciavo la mia vita di cronista alla radio. Da donna ho scoperto di avere una passione assoluta per computer, telefonino, fax e stampanti, amanti discreti ma efficienti. Da signora quarantenne sono madre di figli che hanno imparato prima a digitare e poi a scrivere, prima a battersi sulla playstation e poi a ripetere "La nebbia agl'irti colli". Considero la corsa verso l'informatizzazione della vita una grande conquista, una vera rivoluzione democratica: attraversare il mondo senza muoversi dalla scrivania salva vite e stimola nuove imprese. Mi auguro di diventare una deliziosa nonnetta multimediale incollata al suo superschermovideointernetcinemasatellitare, molto più divertente e sexy dell'uncinetto di un tempo.

Toshinobu Saito, Panasonic

Il fondatore di Panasonic, Konosuke Matsushita, è mio avviso uno dei primi figli della tecnologia intesa come ausilio alla crescita e al benessere dell'umanità. La tecnologia permea la nostra vita ed è diventata quasi indispensabile per la nostra civiltà; la tecnologia è foriera di progresso. Mi auguro per il futuro che il sogno di Matsushita si realizzi e che possiamo essere padri di una civiltà in cui la tecnologia sia amica.

Janet Scardino, Walt Disney

La Disney, come altre società che operano in Internet, ha elaborato un piano di controllo della privacy capace di impedire qualsiasi tentativo di intromissione da parte di persone male intenzionate. Serve ora procedere a una educazione alla Rete, affinchè i nostri figli siano protetti dai rischi di contatti poco sicuri. I genitori interagiscono con la tecnologia in modo utilitaristico, per i ragazzi è ormai parte del loro modo di vivere. Chi pensa che nel pomeriggio i bambini continuino solamente a fare i compiti si sbaglia: inviano una mail mentre ascoltano un cd, cuociono popcorn nel microonde, personalizzano il browser, cambiano canale e ascoltano notizie sportive.

Luca Barbareschi

Io spero di essere padre di un nuovo umanesimo. Mi piace la tecnologia purchè sia un mezzo per ampliare la conoscenza. Il linguaggio, la tecnica, la velocità servono se alla base ci sono il pensiero, l'emozione, la sensibilità. La frammentazione del linguaggio, l'assenza di un principio logico applicati alla nostra meravigliosa storia europea rischiano di far perdere l'abitudine a pensare. Checov, Shakespeare, Singer, Picasso, Mozart utilizzavano la tecnologia dei loro tempi ma non hanno mai rinunciato al proprio ritmo interiore, alla propria delicata intermittenza del nuovo.

Enrico Mentana

Scruto la playstation di mio figlio, la confronto mentalmente con i flipper di quando avevo la sua età. Da giornalista tv ho vissuto il passaggio dalla macchina da scrivere al videoterminale, dal montaggio in pellicola a quello elettronico. Per intere settimane mi capita di usare la penna solo per firmare. Mi è capitato allora di pensare se avevo previsto anche solo una di queste rivoluzioni negli anni giovanili così pieni di rivoluzioni sognate. Non abbiamo trasformato né la Terra né lo spazio, ma solo le comunicazioni. Tutto ciò che è cambiato finora ci mura in casa, ci porta il mondo addosso. "E' ora di cambiare!", urlavamo trent'anni fa. Saremo allora forse padri di un cambiamento sul territorio, che ci faccia spostare più logicamente o più ecologicamente?

Carlo Rossella

Con la tecnologia potremo, anzì già possiamo, trasmettere proprio tutto alle future generazioni. I nostri pronipoti potranno vederci, sentirci, studiarci sui dischi dei computer.Proprio per questo vale la pena lasciare un ottimo vero ricordo. E qualche buon insegnamento. Con i mezzi della telematica non è più possibile falsificare la propria storia personale, presentarsi ai posteri con qualche trucco. I computer ci hanno reso più liberi e felici, ci ma costringono anche ad essere più buoni. La tecnologia diventa così uno strumento per migliorare l'uomo anche dal di dentro. Le vie del Signore, come sempre, sono infinite. Lo sono oggi e lo saranno nel 2300.

 

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