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La vita virtuale di The Sims


Valentina Furlanetto

Vi ricordate il telefilm "I Jefferson"? Trent'anni fa era diventato un cult raccontando le storie di tutti i giorni di una normale famiglia afro-americana. Poi sono venuti i Robinson, Melrose Place, ER, Friends, tutte serie di successo che seguono una stessa formula: tv ispirata ai fatti della vita reale. In Italia, i corrispettivi sono Un medico in famiglia e Commesse: niente alieni, guerre stellari, effetti speciali, costumi storici, ma semplice, ripetitiva, insignificante vita. Evidentemente alla gente piace guardarsi allo specchio: il marito che tradisce la moglie, la signora che va dal parrucchiere, la commessa che trova lavoro e il poliziotto che lo perde. Banale? That's life baby.

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Ma perchè il successo della reality tv non dovrebbe contagiare anche i videogame? Se lo sono chiesti alla Maxis, la casa di produzione di Electronic Arts, che sta per lanciare in America un videogame rivoluzionario: dal 4 febbraio potremo giocare a "essere noi stessi". Umani, più che umani, praticamente virtuali: grazie a un software di simulazione creato dal designer Will Wright, chiunque può essere protagonista del gioco "The Sims", ovvero personaggi "normali" che "vivono" in un mondo "normale" fatto di case, quartieri, strade.

Al gioco, che si può scaricare dal sito www.thesims.com in 12 lingue, i partecipanti possono partecipare semplicemente registrando i propri dati alla modica cifra di 49.95 dollari. In questa maniera al partecipante viene assegnato un personaggio, il proprio alter ego virtuale, da comandare nei movimenti del corpo e nelle scelte della mente, dai più banali ai fondamentali: andare al cinema o a teatro? Sposarsi o gettare all'aria il fidanzamento? Iscriversi all'Università o lavorare? Mettere al mondo dei figli "virtuali" o prendere la pillola?

Oltre a comandare i movimenti del proprio Mr Hyde si possono anche sceglierne sesso, colore di pelle, occhi e capelli, altezza, temperamento, indole, cultura. Il tutto con una grafica sofisticata e un'animazione che promette di essere ancora più fluida di quella del precedente videogioco di Maxis, "Sim-City", una specie di Lego virtuale dove era simulata la costruzione di una città.

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Ma The Sims rispetto a Sim-City è un'altra cosa: una vera rivoluzione nel contenuto dei videogame, finora regno delle battaglie e dei combattimenti intergalattici, di guerrieri e pupe stile Lara Croft, di esplosioni e avventure.

Certo un videogioco che simula la realtà più di qualsiasi altro mai creato è inquietante. Il sito di The Sims invita a "creare i tuoi personaggi e le loro famiglie, costruire la casa dei tuoi sogni, acquistare piscine, auto, tv giganti". E poi: "Prenditi cura dell'acquario dei pesci virtuali, intraprendi una tua carriera, fatti degli amici, tieni delle conversazioni, insulta i vicini, innamorati, litiga col capo, cresci dei bambini..."

Insomma, diventa tu stesso un Tamagotchi.

Forse dalle scelte virtuali errate si potrà imparare qualcosa. Perchè poi alle scelte, giuste o sbagliate, seguono le conseguenze. Come nella vita reale. Ci sono chat alle quali si può partecipare per scambiare qualche idea con gli altri partecipanti. E poi ci si può sfogare: col capo che ci pressa per la consegna del nuovo progetto, col marito, coi figli. Potremo dare libero sfogo ai nostri cattivi pensieri, quelli che nella vita reale dobbiamo spesso censurare. Unico scopo del gioco: raggiungere il massimo livello di felicità. Chiaramente virtuale.

 

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