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Fine del free PC

Valentina Furlanetto

 

"Il free-PC e' morto, lunga vita al free-PC!". Cosi' titolava qualche settimana fa un articolo di Mark Gimein su Salon (www.salon.com), la rivista elettronica che registra tendenze tecnologiche e di costume oltreoceano, commentando l'inversione di tendenza della strategia di molte aziende produttrici di computer statunitensi. Infatti, mentre in Italia iniziano le promozioni per la vendita di PC non ancora free, cioè gratuiti, ma solo scontati, con l'intenzione di lanciare il mercato informatico nostrano, l'America fa inaspettatamente marcia indietro.

Molte compagnie, fra cui Microworkz, iToaster e FreePc, che all'inizio dell'anno avevano utilizzato l'hardware gratuito come la testa d'ariete per sfondare il mercato dell'e-business, sono ora apparentemente in perdita e sembra che stiano pensando di modificare quella strategia che sembrava solo qualche mese fa vincente: regalare o offrire a bassissimo costo stock di computer con l'intenzione di attrarre nuovi navigatori su Interent e quindi nuovi acquirenti per il commercio elettronico.

In fondo l'idea corrispondeva alla filosofia che governa tutto il Web: e' tutto gratis se tu ci spieghi chi sei, cosa pensi, cosa fai e soprattutto cosa acquisteresti. All'inizio del '99 sembrava la formula vincente per attrarre sui siti di e-commerce anche quella fascia di persone che, proprio perche' non possedevano neppure un PC, non potevano accedere alle offerte online. Ma gia' allora l'idea era avversata da fronti opposti. La rivista PcWorld scrisse che i PC gratuiti sarebbero stati lenti e obsoleti, insomma dei catorci. Altro che affare: chi si fosse portato a casa un free-PC si sarebbe ritrovato non una spider sulla quale correre a fare acquisti sulla piazza di Internet, ma una 600 da far revisionare. "Siete sicuri che coprirete i costi dell'operazione?" ebbe inoltre il coraggio di chiedere alle compagnie entusiaste della nuova formula Business Week.

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In effetti la maggior parte delle compagnie che offrivano PC gratis non navigano in acque molto tranquille. La pioniera, Free-Pc (www.free-pc.com), e' stata recentemente venduta da Idealab a eMachines (www.e4me.com), una casa produttrice di PC a basso costo. FreePc era partita a febbraio con una campagna pubblicitaria che sembrava aver convinto anche i piu' scettici della validita' della formula free-PC. La compagnia di Bill Gross prometteva di regalare un PC e un abbonamento Internet a chiunque in cambio di dati personali sulle proprie abitudini di navigazione e di un po' di pubblicita'. In pratica bastava accettare di ricevere continuamente dei banner pubblicitari sul proprio display e consentire di essere spiati mentre si navigava per avere computer e Internet senza pagare un dollaro.

L'intuizione non era male: la macchina poteva costare zero perche' il profitto doveva derivare dall'acquisizione di un potenziale cliente per sempre. La strategia pero' era a lungo termine e non ha tenuto. Free-Pc contava di rientrare nei costi grazie alla pubblicita'. Gli analisti avevano pronosticato che bastasse ottenere 30 dollari per utente per un totale di un milione di utenti. Le prenotazioni c'erano, ma la compagnia non e' riuscita a consegnare che 30 mila macchine. E ora ha ceduto. eMachines, che ha acquistato FreePc, ha gia' avvisato gli utenti di smettere di telefonare per ricevere un computer gratis: FreePc non regalera' piu' free PC.

KO FreePc e in perdita le altre compagnie americane. E l'Italia che, con i consueti mesi di ritardo, stava seguendo la strada del fratello americano? Proprio ora che noi ci decidiamo ad annullare i prezzi dei computer loro ci ripensano? L'unico consiglio per chi legge e' quello di correre subito ad acquistare un computer in offerta, perche' domani l'offerta potrebbe non esserci piu'.

 

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