Questo articolo e'
apparso sul Corriere della Sera (www.corriere.it)
Se date la mano a qualcuno che appartiene alla Generazione RSI
stringete piano, si potrebbe rompere. L'ultima, originale categoria antropologica prende
il nome da un disturbo - "Repetitive Stress Injury", "Lesione da sforzo
ripetuto" - che riguarda principalmente mani e polsi, appunto. Di tutti, ma dei
giovani soprattutto, portabandiera del nuovo sottoinsieme sociale a rischio perche'
passano sempre meno tempo facendo moto all'aria aperta e sempre piu' seduti davanti al
computer. I movimenti routinari e ripetuti che si compiono lavorando o giocando al pc sono
i principali indiziati della recente e sensibile recrudescenza di una patologia in passato
battezzata diversamente (sindrome del tunnel carpale o, in maniera piu' generica,
tendinite) che sembra destinata a diventare la malattia sociale tipica dell'era digitale
se l'anno scorso l'ufficio statistiche del ministero del lavoro statunitense calcolava che
circa il 65 per cento delle lesioni professionali fossero riconducibili a qualche forma di
Rsi, con una perdita di produttivita' di una ventina di miliardi di dollari..
I sintomi principali sono indolenzimento, prurito, tremori e dolore
puro e semplice. Brendan Connel, matricola a Harvard che ne soffre da tre anni racconta:
"Non potevo battere su una tastiera per piu' di cinque minuti senza provare un dolore
cane, ed e' andata sempre peggiorando". Un problema cosi' diffuso che nella sua
universita' e' nato un gruppo di discussione in merito, con tanto di home-page (http://www.eecs.harvard.edu/rsi/) dove si
danno consigli su come prevenire e limitare i danni. Specchio dei tempi, la patologia e'
figlia di Comfort e Immobilita'. "Ci sono stati sempre piu' strumenti che rendono
superfluo il bisogno di alzarsi - ha commentato la terapeuta Lynne Oberlander - : il
telecomando della tv, quello per aprire il garage, i computer. Gia' la macchina da
scrivere era meno pericolosa perche' comunque si doveva cambiare il nastro
dell'inchiostro, cancellare a mano gli errori, battere forte per l'accapo".
Ed e' quindi il computer l'indiziato numero uno. "Una volta che vi
si rimane agganciato si restera' nella stessa posizione per ore e ore, senza bere neppure
un bicchier d'acqua, senza andare al bagno. C'e' qualcosa di ipnotizzante che spinge la
gente a non schiodarsi dalla sedia a nessun costo... e' come invocare l'Rsi - lamenta Mary
Ann Molnar, consulente di "movimento umano" a San Francisco, che ha registrato
una strabiliante crescita di casi negli ultimi anni".
Deborah Quilter, la terapeuta che da piu' tempo studia il fenomeno, ha
stilato una lista dei principali fattori di rischio (http://www.rsihelp.com/risk_factors.shtml)
e dichiara che "Importante e' la corretta diagnosi, molti medici non riconoscono
ancora il disturbo o lo confondono con altri simili". Ma anche una volta
inquadratolo, che fare? Di certo pause frequenti, di cinque minuti ogni 20 di lavoro,
esercizi di stiramento e ginnastica aerobica. Tuttavia l'unica soluzione efficace e' tanto
semplice quanto irrealistica: l'uso del computer dovrebbe essere limitato a una-due ore al
giorno. Nella societa' dell'informazione la giornata mondiale dell'Rsi si festeggera'
quotidianamente.