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Vi presentiamo la Rsi Generation, ma stringete piano la mano

Riccardo Stagliano'

 

Questo articolo e' apparso sul Corriere della Sera (www.corriere.it)

Se date la mano a qualcuno che appartiene alla Generazione RSI stringete piano, si potrebbe rompere. L'ultima, originale categoria antropologica prende il nome da un disturbo - "Repetitive Stress Injury", "Lesione da sforzo ripetuto" - che riguarda principalmente mani e polsi, appunto. Di tutti, ma dei giovani soprattutto, portabandiera del nuovo sottoinsieme sociale a rischio perche' passano sempre meno tempo facendo moto all'aria aperta e sempre piu' seduti davanti al computer. I movimenti routinari e ripetuti che si compiono lavorando o giocando al pc sono i principali indiziati della recente e sensibile recrudescenza di una patologia in passato battezzata diversamente (sindrome del tunnel carpale o, in maniera piu' generica, tendinite) che sembra destinata a diventare la malattia sociale tipica dell'era digitale se l'anno scorso l'ufficio statistiche del ministero del lavoro statunitense calcolava che circa il 65 per cento delle lesioni professionali fossero riconducibili a qualche forma di Rsi, con una perdita di produttivita' di una ventina di miliardi di dollari..

I sintomi principali sono indolenzimento, prurito, tremori e dolore puro e semplice. Brendan Connel, matricola a Harvard che ne soffre da tre anni racconta: "Non potevo battere su una tastiera per piu' di cinque minuti senza provare un dolore cane, ed e' andata sempre peggiorando". Un problema cosi' diffuso che nella sua universita' e' nato un gruppo di discussione in merito, con tanto di home-page (http://www.eecs.harvard.edu/rsi/) dove si danno consigli su come prevenire e limitare i danni. Specchio dei tempi, la patologia e' figlia di Comfort e Immobilita'. "Ci sono stati sempre piu' strumenti che rendono superfluo il bisogno di alzarsi - ha commentato la terapeuta Lynne Oberlander - : il telecomando della tv, quello per aprire il garage, i computer. Gia' la macchina da scrivere era meno pericolosa perche' comunque si doveva cambiare il nastro dell'inchiostro, cancellare a mano gli errori, battere forte per l'accapo".

Ed e' quindi il computer l'indiziato numero uno. "Una volta che vi si rimane agganciato si restera' nella stessa posizione per ore e ore, senza bere neppure un bicchier d'acqua, senza andare al bagno. C'e' qualcosa di ipnotizzante che spinge la gente a non schiodarsi dalla sedia a nessun costo... e' come invocare l'Rsi - lamenta Mary Ann Molnar, consulente di "movimento umano" a San Francisco, che ha registrato una strabiliante crescita di casi negli ultimi anni".

Deborah Quilter, la terapeuta che da piu' tempo studia il fenomeno, ha stilato una lista dei principali fattori di rischio (http://www.rsihelp.com/risk_factors.shtml) e dichiara che "Importante e' la corretta diagnosi, molti medici non riconoscono ancora il disturbo o lo confondono con altri simili". Ma anche una volta inquadratolo, che fare? Di certo pause frequenti, di cinque minuti ogni 20 di lavoro, esercizi di stiramento e ginnastica aerobica. Tuttavia l'unica soluzione efficace e' tanto semplice quanto irrealistica: l'uso del computer dovrebbe essere limitato a una-due ore al giorno. Nella societa' dell'informazione la giornata mondiale dell'Rsi si festeggera' quotidianamente.

 

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