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Trenta candeline per Internet, la rete nata per sbaglio

Davide Frattini


Questo articolo e' apparso sul "Corriere della Sera" (www.corriere.it ) di venerdì 3 Settembre 1999

Trent'anni fa era un sentiero non asfaltato, poco conosciuto e pieno di buche. Oggi è la superfrequentata e superattrezzata autostrada telematica dell'informazione: Internet. La rete mondiale di computer celebra in questi giorni il suo trentesimo compleanno, anche se la data di nascita è controversa. C'è chi dice il 2 settembre del 1969, quando per la prima volta un gruppo di professori della Ucla di Los Angeles riuscì a collegare un computer a un router, ovvero una specie di centralino per smistare i messaggi.

Qualcun'altro posticipa l'esordio al 20 ottobre: quel giorno due computer grossi come frigoriferi (uno alla Ucla, l'altro allo Stanford Research Institute) parlarono fra di loro. Quel che è certo è che fra settembre e dicembre del '69, una squadra di ricercatori messa assieme dal Pentagono fece nascere e accudì la rete Arpanet, quella che sarebbe diventata l'Internet di oggi. Che nel mondo conta oltre 150 milioni di utenti, ma ancora nel 1982 "potevi far stare il diagramma di tutti gli utilizzatori su un foglio A4", come ha ricordato Vinton Cerf, uno dei papà della rete.

Di quei 150 milioni sono molti quelli che hanno voluto renderle omaggio. Siti come www.internet30.com o iday.hypermart.net festeggiano il compleanno digitale di un mezzo che sembra diventato indispensabile: ieri il quotidiano USA Today ha raccontato come gli hotel americani ormai si aggiudichino le stelle anche in base alla velocità dei collegamenti Internet messi a dispozione dei clienti. Nei siti sono raccolti i biglietti elettronici (d'auguri e d'amore) inviati dagli internauti.

"Faremo conservare queste lettere in una capsula del tempo - ha spiegato Douglas Campbell, uno dei promotori di Iday - come testimonianza della vita ai tempi di Internet". Così Cristian Georgescu, 27 anni, scrive dalla Romania: "I migliori auguri alla mia migliore amica: la rete". "Grazie per aver dischiuso al mondo una visione di possibilità infinite" (Ananth Pontis, 27, India). "Buon compleanno, cara Internet. Continua a cambiare la faccia del mondo come nessuno ha mai fatto prima" (David Cantatore, 26, Finlandia). "Grazie per aver regalato a una nonna amici fantastici che l'hanno aiutata a restare giovane" (N. Harrison, 63, Stati Uniti).

Questi appassionati messaggi di posta elettronica non sarebbero stati possibili, se il 20 ottobre di trent'anni fa gli studiosi dell'Arpa (Advanced Research Projects Agency) si fossero fermati davanti al primo incidente del cyberspazio. L'esperimento prevedeva che da un computer alla Ucla uno studente scrivesse le lettere "Log". A quel punto, un computer a Stanford avrebbe aggiunto automaticamente "In", per completare la parola "Login": identificazione. "Quando tutto fu pronto - ha raccontato all'agenzia Reuters Leonard Kleinrock, 65 anni, un altro dei genitori accreditati - da Ucla battemmo una "L" e chiedemmo a Stanford se la lettera fosse arrivata sul loro computer. Tutto a posto. Poi andammo avanti con la "O", ma quando stavamo per digitare la "G", il sistema si bloccò". Solo due lettere, "L" e "O": in inglese suona un po' come "Hello", un primo vagito-saluto che ha portato fortuna a Internet.

 

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