Caffe' Europa
Attualita'



Sottoculture musicali in Rete



Diego Ballani




Sembra lontana l’epoca in cui Internet veniva considerato alla stregua di un gioco per ragazzi, un passatempo ultratecnologico più istruttivo della tv e meno dannoso dei videogiochi con cui far trastullare i propri pargoli. In realtà i giovani, per primi, hanno compreso le potenzialità comunicative della Rete e hanno portato nell’universo multimediale i loro hobby, le loro aspirazioni e naturalmente i loro gusti in fatto di musica, cinema, letteratura e moda. In poche parole l’intero pantheon delle sottoculture giovanili ha trovato in Internet un ambiente di incubazione naturale dove proliferare e, in alcuni casi, rivitalizzarsi. In questo senso la Rete rappresenta oggi un punto di osservazione privilegiato per valutare l’evolversi di mode che si credevano scomparse.


Sono passati decenni da quando gli scontri tra rocker e mod monopolizzavano le prime pagine dei quotidiani: giubbotto di pelle, brillantina, gli accordi di Elvis e Buddy Holly, il mito della vita on the road erano i tratti distintivi dei primi, ben diversi dalla “rabbia e stile” propugnata dai mod. Certo, erano gli ingenui anni Sessanta, ma sebbene i riflettori sui due gruppi si siano spenti da diverse stagioni entrambi sono sopravvissuti alle ingiurie del tempo riattualizzato in parte i propri contenuti.

Navigando in Rete si possono scoprire decine di siti gestiti dai seguaci delle due correnti. E così la “Rock’n’roll Hall of fame”  ci introduce all’ABC del genere. Si tratta infatti di una sorta di enciclopedia online per conoscere gli artisti e i personaggi che hanno fatto grande questo genere musicale.

Per avvicinarsi all’universo mod-ernista consigliamo invece di partire da un sito italiano. All’indirizzo www.deltamods.it  si trova infatti il sito della Delta Tau Kay, la più longeva e principale associazione mod italiana, attiva sin dai primi anni Ottanta. Nelle sue pagine sono riassunti i principi che ne informano l’immaginario ed è possibile trovare ogni tipo di notizia riguardante le serate Sixties che ancora oggi vengono organizzate in tutta Italia.


Altro decennio, altra sottocultura. Negli anni Settanta l’avvento del punk sembrò una vera e propria rivoluzione, e forse per molti versi lo fu veramente. Il suo ritorno a metà degli anni Novanta è stata prevalentemente una questione adolescenziale lontana dal “no future” urlato a gran voce nei club underground londinesi. Oggi il punk è una delle sottoculture più diffuse fra le maglie della Rete. In molti casi le sue manifestazioni estetico musicali si mescolano ai suoi significati più politici, in breve si fa la conoscenza di un mondo sotterraneo che ha fatto della visibilità in Internet uno dei termini della propria battaglia.

Fra le centinaia di siti vale la pena partire da World Wide Punk , sicuramente l’archivio link più completo relativo al genere, nel quale la old school si ricongiunge alla scena attuale. Basta invece dare un’occhiata all’indirzzo http://www.mital-u.ch/PunkWave/index.html  per avere un’idea dell’impatto che il punk ebbe nella conservatrice società Inglese che proprio in quegli anni stava imboccando il tunnel del tatcherismo.


Se escludiamo i new romantics dei quali il tempo ha fatto giustizia nel breve volgere di qualche stagione, due sono stati gli stili giovanili esplosi negli anni Ottanta e protrattisi fra alti e bassi fino ai giorni nostri. L’estetica dark, figlia della new wave più oscura e decadente, con il suo pessimismo autocompiaciuto ha pesantemente influenzato le generazioni seguenti. Pur identificandosi in un preciso genere musicale non trascurava le sue espressioni letterarie e figurative. Riferimenti colti che ritroviamo oggi in Gothic.net , un vero e proprio vademecum al lato oscuro di Internet.

All’opposto dell’introspezione e dell’ambiguità “dark” stava il machismo provocatorio dei “metallari”. L’immaginario metal dei primi anni Ottanta ha subito numerose mutamenti e contaminazioni che gli hanno permesso di sopravvivere all’avvento delle sottoculture alternative degli anni Novanta. Tutto il bagaglio iconografico del metal dei primi anni Ottanta, mutuato da un certo gusto per l’epico e per il fantasy, lo ritroviamo oggi in siti come “Metal rules” , webzine impegnata a diffondere il genere nella Rete sin dal 1995.

Eccoci infine agli anni Novanta, caratterizzati proprio dal melting pot delle sottoculture che ha segnato un vero e proprio punto di svolta nella storia del consumismo giovanile. “Crossover” è stato uno dei termini più usati per definire i gusti dei teenager ma basta fare un piccolo passo indietro, intorno ai primi anni Novanta, per imbattersi nei camicioni di flanella dei grungers. La moda grunge è stata un’invenzione dei media più che un vero e proprio movimento giovanile, tuttavia la forza evocativa delle canzoni di Kurt Cobain, assieme a qualche colpo ben assestato da parte dell’industria della moda, non ha mancato di fare proseliti.

Cosa ci ha lasciato il grunge? Non molto, se si escludono le numerose band con una passione per i Nirvana e una manciata di siti Internet, fra cui l’ottima webzine italiana “Taxi Driver” , ispirati alla sua breve ma mediaticamente intensa epopea.

Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui

Archivio Nuovi Media

 


homearchivio sezionearchivio
Copyright © Caffe' Europa 1999

Home | Rassegna italiana | Rassegna estera | Editoriale | Attualita' | Dossier | Reset Online | Libri | Cinema | Costume | Posta del cuore | Immagini | Nuovi media | Archivi | A domicilio | Scriveteci | Chi siamo