e-revolution contro la globalizzazione
Andrea Begnini
Ecologisti, anarchici, cattolici e movimenti di protesta in generale si
sono dati appuntamento a Praga dal 20 al 28 settembre scorsi in
occasione del meeting annuale organizzato dal Fondo Monetario
Internazionale e dalla Banca Mondiale. Li avevamo già visti in azione
per i summit mondiali di Washington e Seattle, nonché alle recenti
Olimpiadi di Sidney. Si tratta di libere associazioni la cui
organizzazione da qualche anno si articola principalmente in Rete:
portali, siti, riviste specializzate che pianificano le date e gli
appuntamenti ai quali prendere parte in massa per protestare, si tengono
in collegamento tra loro e trasmettono tutte le istruzioni ai loro
associati. Gli scopi sono vari, anche se la protesta è comunemente
indirizzata all’eliminazione delle disuguaglianze tra il nord e il sud
del mondo.
Tra le meno “turbolente” e più conosciute, il WWF
e Greenpeace ospitano sulle
proprie pagine Web numerosi articoli e interventi critici nei confronti
del processo di globalizzazione e contro le organizzazioni
internazionali come il WTO (per il commercio), il Fondo Monetario e la
Banca Mondiale, colpevoli di incrementare il dislivello sociale ed
economico tra le varie aree del pianeta. Attacchi duri sono rivolti
anche alla manipolazione genetica degli alimenti e, nel sito di
Greenpeace, è presente una vasta documentazione di tutti gli interventi
sul campo operati da una delle associazioni internazionali più attive.
Una vera e propria rete mondiale dei movimenti di liberazione dalla
globalizzazione è quella messa in atto da a16
e da 50 Years : gli scopi, sulla
carta piuttosto bellicosi, vanno dall’affondamento del Fondo Monetario
al fallimento della banca Mondiale. In questo periodo l’attenzione è
stata ovviamente tutta rivolta verso il summit di Praga, durante il
quale sono stati organizzati cortei e azioni di decentralizzazione di
vario genere. In accordo con il sito
specificatamente costruito per l’evento , la protesta è stata
organizzata in favore degli studenti e dei lavoratori di tutto il mondo
e contro il potere delle oligarchie economiche.
Un’altra organizzazione recentemente balzata agli onori delle cronache
è quella che ha messo in piedi la gigantesca mobilitazione francese in
occasione del processo a José Bové e a dieci dei suoi collaboratori
della Confédération Paysanne (france.indymedia.org), colpevoli della
protesta inscenata contro la McDonald’s (che ha portato al
danneggiamento di un locale della catena) e contro la mondializzazione
alimentare. Cinquantamila persone si sono radunate lo scorso 30 giugno
di fronte al tribunale di Millau e hanno tranquillamente circondato il
locale di fast food consumando un lauto pranzo a base di prodotti della
zona, patatine fritte comprese.
Sull’home page del sito di Jubilee
2000 c’è un contatore il cui numero continua rapidamente a
crescere dal primo gennaio di quest’anno; si tratta dell’aggiornamento
costante dei bambini morti per fame o mancanza di servizi sanitari.
Questa apertura ad effetto del sito, promosso da tantissimi premi Nobel
e personaggi della cultura e dello spettacolo, prelude a una documentata
mole di articoli e interventi contro il debito estero, colpevole,
secondo l’associazione, della morte di oltre 7 milioni di bambini ogni
anno.
Anche in Italia non mancano i siti di cyber-protesta, a partire da Unimondo
, che si presenta come il “supersito culturale per lo sviluppo umano
sostenibile”. Unimondo dal 1999 è il nodo italiano di OneWorld Online
che, con i suoi oltre sette milioni di accessi mensili da centoventi
paesi diversi è il più importante gateway mondiale multilingue sui
temi dello sviluppo sostenibile, dei diritti umani e della salvaguardia
dell'ambiente. A livello internazionale, aderiscono a questa rete oltre
650 soggetti fra i quali importanti organizzazioni non governative, enti
a carattere sopranazionale e agenzie delle Nazioni Unite.
Mani Tese è invece un’organizzazione
cattolica molto sensibile alle campagne contro il lavoro minorile e
attiva nella diffusione del commercio equosolidale. Sono presenti sulle
sue pagine una grande quantità di informazioni attorno a tutte le
iniziative di boicottaggio contro le multinazionali colpevoli di non
rispettare la dignità dei loro lavoratori. Una recente iniziativa per
esempio ricorda le conseguenze dell’uragano Mitch che nell’autunno
del 1998 sconvolse il Centro America e causò migliaia di vittime: un’importante
raccolta di fondi condotta anche in Rete ha reso possibile il riavvio
delle attività agricole.
Il movimento italiano contro la globalizzaione si riconosce anche sulle
pagine telematiche della rivista autogestita Carta
, interamente concentrata in questo periodo sulla mobilitazione a Praga.
Tra i tanti articoli e approfondimenti, l’agenda della settimana e i
link a tutte le associazioni italiane e internazionali di protesta, vale
la pena dedicare una visita alla sezione chiamata “Sbanca la banca”,
il cui suggestivo sottotitolo non ha poi bisogno di tante spiegazioni:
“Buone e cattive azioni a cui puoi partecipare direttamente”.
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da
fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui
Archivio Nuovi Media
|