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I momenti del Tempo



Andrea De Carlo con Nicoletta Perfetti



Tessere  Trame. Con la T maiuscola. “Tessere trame” come il Titolo del ciclo di incontri letterari ravennate. T come Tempo. Il Tempo nei tempi di scrittura. Del colera, di ti con zero. O “Nel momento”, come il titolo del romanzo uscito per Mondadori a cavallo tra il penultimo e l’ultimo anno del millennio, dove la narrazione è quasi senza spazio e senza tempo.

De Carlo, partiamo dalla trama. Ha dichiarato in una precedente intervista che “nasce da un pensiero ricorrente, che a un certo punto assume un’orbita regolare;
da un’idea che si fissa nel tempo”.

Quando inizio a scrivere non ho mai tutta la trama in mente. Non ho nemmeno una trama vaga, in realtà. Ho solo un'idea di fondo, uno o più personaggi centrali, e una situazione di partenza. Ho immagini sparse di possibili sviluppi, come anticipazioni di un viaggio ancora da fare. A volte queste anticipazioni si realizzano nella storia. A volte no, e la storia le bypassa: va altrove, dove si fanno e si dicono cose del tutto diverse. Scrivo a passaggi successivi. Di volta in volta mi fermo a un certo punto, torno indietro e vado un po' più in là di dove mi ero fermato. All'ultimo passaggio, arrivo alla fine.

In "Di noi tre" la storia si
snodava nell'arco di trent'anni, "Nel momento" tutto è racchiuso in qualche giorno. Quanto influisce l’arco temporale della narrazione sui tuoi tempi di scrittura?

L'arco temporale della storia influenza il modo in cui è scritta, e viceversa. Per esempio, l'ultimo mio romanzo si svolgeva durante pochissimi giorni, ed era scritto con una estrema dilatazione di sensazioni e percezioni. Se avessi applicato lo stesso metodo al romanzo precedente, sarebbe venuto lungo qualche migliaio di pagine.

Lei scrive preferibilmente nelle ore diurne. E’ un metodico della scrittura?


Sì, avere un metodo mi è indispensabile. Questo è un lavoro solitario, dove
non c'è nessun altro che ti aiuta a darti scadenze e orari. Se non ti inventi un metodo, non puoi scrivere. Almeno non romanzi, che richiedono un'applicazione sistematica di energie e di creatività per un periodo di tempo molto lungo.

Qual è in genere il suo rapporto con il tempo
? Non sembra particolarmente vincolato agli orologi.

Ho
col tempo un rapporto vago, fluttuante. Penso che gli esseri umani abbiano fatto di tutto nel corso della loro storia per dare una misura al tempo e portarlo sotto controllo. Ma è una cosa impossibile. Perché il tempo è soggettivo, come è soggettiva la percezione del tempo. Gli orologi e i cronometri servono solo a creare dei parametri convenzionali, non a cambiare la realtà intima delle cose. Lo stesso vale per l'età anagrafica, delle persone o anche delle opere d'arte. Le persone e le opere interessanti sfuggono completamente ai tentativi di imprigionale in un punto del tempo. Sono libere, indifferenti alle date, e ai numeri in generale.

Il tempo distorce le immagini della memoria?

Il tempo crea lenti e filtri, modificando la prospettiva. L'esperienza soggettiva implica inevitabilmente una distorsione, nel momento preciso in cui una cosa succede e viene percepita. Il tempo altera questa distorsione: a volte la riduce, e a volte la accentua. Rimane quello che è significativo. Ma il significato delle cose si sposta di continuo. Dunque niente rimane per sempre così com'è. Niente è fisso, tutto si sposta e cambia.  


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