Il genio dei numeri
Antonio Camerlengo
Sylvia Nasar, Il genio dei numeri. Storia di John Nash,
matematico e folle, Rizzoli, pagg. 442, Euro 18,50
Più che un libro è una sceneggiatura. Per questo motivo, Ron
Howard, il regista di A Beautiful Mind, tratto appunto
dall'omonima biografia firmata da Sylvia Nasar, non poteva proprio
sbagliare. Il volume in questione (edito in Italia da Rizzoli) è
stato scritto da una giornalista che ha avuto il merito (ma nessuno
o quasi l’ha scritto) di portare alla luce la splendida storia del
matematico John Nash e di sua moglie Alicia, e che ha dato lo spunto
al film che poi ha vinto l’Oscar.
Insomma, l'intuizione della Nasar ha fatto vincere premi e
guadagnare soldi a tante persone nei quattro angoli del pianeta e,
cosa più importante, ha fatto conoscere il dramma della
schizofrenia a mezzo mondo: c’è da esserne fieri. Il suo lavoro
è stato davvero eccezionale: ha raccolto una quantità sterminata
di documenti, di lettere e testimonianze relative alla vita di Nash,
e ne ha poi tratto una biografia che si legge come un romanzo.
L’autrice ha diviso la storia di Nash in cinque grandi capitoli:
Una mente stupenda; Vite Separate; Un fuoco che brucia lentamente;
Gli anni perduti; Il più degno. La prima parte della biografia è
dedicata al Nash studente di matematica fuori dal comune. “Probabilmente
- scrive l’autrice del libro - Nash diede il primo morso dalla
mela matematica quando, a tredici o quattordici anni, lesse lo
straordinario libro di Bell I grandi matematici. Ciò che rende il
libro di Bell non solo affascinante, ma anche seducente dal punto di
vista intellettuale, sono le vivide descrizioni dei problemi
matematici che ispirarono, quando erano giovani, i grandi matematici
di cui egli racconta la vita”.

Il secondo capitolo è un susseguirsi di
avvenimenti che riguardano la sfera sentimentale del giovane
matematico, che ha una mente troppo impegnata per essere coinvolto
in relazioni amorose. Tuttavia Alicia Larde, una brillante
neolaureata in fisica, riesce nell’impresa di conquistare le
attenzioni di John Nash.
“Un fuoco che brucia lentamente” è la sezione in cui Sylvia
Nasar descrive la vita del matematico (trentenne, e già uno degli
astri più brillanti nel suo campo) e la comparsa della malattia: di
quel periodo, lo stesso Nash ricorda una sensazione di stanchezza e
di esaurimento mentale, visioni ripetitive e insistenti, e la
convinzione sempre maggiore che qualcuno gli dovesse rivelare un
segreto al quale gli altri non avevano accesso. Fu la moglie Alicia
a rendersi conto dell’ossessione che lacerava il marito: “John
si lamentava dicendo di 'sapere che stava succedendo qualcosa' e che
'lo spiavano'. Di notte rimaneva alzato a scrivere bizzarre lettere
alle Nazioni Unite…”.
Comincia la lunga lotta di Nash con la schizofrenia, che viene
descritta nel quarto capitolo. Qui viene alla luce la straordinaria
tenacia di Alicia (sulla quale varrebbe la pena di costruire un
altro film). E’ lei che deve ogni giorno combattere con la follia
di John, il quale entrava nei ristoranti a piedi nudi, non guardava
mai le persone negli occhi, vagabondava senza meta per gli edifici
universitari.
Un ex-studente di matematica ricorda che “Nash sapeva di essere
pazzo e vi faceva sopra delle battute”. Forse, questa affermazione
può dimostrare che il matematico americano non era affetto proprio
da schizofrenia, come hanno obbiettato alcuni studiosi recentemente.
Comunque, John Nash all’inizio venne curato seriamente con una
soluzione innovativa, almeno per quel tempo, ideata da Manfred
Sackel, un medico viennese che pensò di curare i pazienti
schizofrenici inducendo in loro un coma insulinico.

Secondo la sua teoria, se il cervello viene
privato di zucchero, che è ciò che lo fa funzionare, le cellule
che lavorano solo marginalmente muoiono. La grande personalità di
Alicia rispunta quando lei si oppone fermamente a che suo marito sia
trattato con l’elettroshock, e i fatti sembrano averle dato
ragione, visto che che i soli farmaci e la psicoterapia diedero a
Nash una mano nella sua lotta contro questa terapia così dolorosa.
Nel giro di due anni il grande genio riuscì a tornare a una vita
quasi normale, uscendo dalla clinica dove era stato curato per
tornare a frequentare l’università, anche se se ne stava sempre
per conto suo. La moglie Alicia era però sfinita, anche perché nel
frattempo era nato il figlio John Charles: seguire con tutta il
corpo e la mente queste due persone così fragili portarono Alicia a
soffrire, per un breve periodo, di depressione.
Tornato lentamente al suo lavoro di scienziato e di professore, Nash
continua la sua tranquilla vita, sempre affollata di formule
matematiche e di teoremi da risolvere. Ma nel 1994, dopo una segreta
e travagliata vicenda alla Reale Accademia svedese delle Scienze,
descritta nell’ultimo capitolo, arriva per Nash una ricompensa
inaspettata: il premio Nobel per l’economia, per la sua
rivoluzionaria teoria dei giochi, che aveva scoperto trent’anni
prima, ma che solo da qualche anno cominciava a venir applicata in
tutto il mondo economico.
Alcune precisazioni: nel film non vengono citate alcuni dettagli
imbarazzanti presenti nel libro, come le tendenze omosessuali di
Nash, la sua prima donna, il figlio illegittimo, l’arresto subito
durante il maccartismo, l’antisemitismo. Alcune sono accuse forti
e andrebbero verificate con calma e con la necessaria
documentazione: comunque già gli episodi citati nel libro
ridimensionano molte di queste questioni.
Finiamo con una chicca: quasi nessun giornale ha riportato che, nel
suo libro, Sylvia Nasar scrive che la causa scatenante della
schizofrenia di John Nash potrebbe essere stata la scoperta della
soluzione di un teorema considerato in America irrisolvibile, in
realtà già stato risolto da un matematico italiano, tale Giorgio
Demarchi - un’altra mente stupenda.
I link:
Sito
ufficiale italiano del film A Beautiful Mind:
Sito ufficiale americano
del film A Beautiful Mind:
Eccezionale
speciale sul film
Una
miniera di informazioni sul film, su Russell Crowe e su John Nash
Una serie
di articoli su Nash, nel sito di matematica della Bocconi
Il portale della matematica
di SuperEva
Sito per appassionati di
matematica dell'Università Bocconi di Milano
Attraverso questo sito ci si può iscrivere ai campionati
internazionali di giochi matematici.
Sito dedicato a un metodo
giapponese per migliorare e apprendere la matematica
Simpatico sito sulla
matematica
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