Amori romani tra arte e
letteratura
Maria Teresa Cinanni
Roma protagonista del nuovo millennio, dalla letteratura all'arte,
dalla fotografia al cinema. E' questa la città che si pone
dinanzi ai nostri occhi, una Capitale alle prese con il
multilinguismo e la plurietnicità. Tematiche oggi affrontate non
attraverso dibattiti elitari al chiuso di aule accademiche, ma un
confronto aperto con le problematiche attuali che la Città Eterna
più di ogni altra ha racchiuso in questa fine dell'anno
giubilare, in cui ai turisti di sempre si sono aggiunti i milioni
di pellegrini giunti da ogni dove.
Come avrebbe potuto rispondere Roma a tale afflusso? La cultura ha
fatto la parte da leone, con una serie di proposte e iniziative
che hanno spaziato dall'elasticità degli orari dei musei alle
riduzioni speciali previste per studenti ed anziani; iniziative
che hanno permesso una più larga distribuzione della cultura, non
più esclusivo patrimonio dei cosiddetti luoghi deputati, ma veri
e propri incontri con la gente, compresa quella delle periferie,
finalmente valutate nella loro reale entità, e con le culture
altre, siano esse appartenenti a Paesi lontani, che ad eredità
leggendarie e poco conosciute, come quella dei Rom.
La concezione stessa della cultura è andata incontro a un vero e
proprio riformismo storico-sociale, inglobando in sé qualsiasi
forma e manifestazione della società: dunque anche il cinema
nella sua vasta rappresentazione, l'architettura, la fotografia e...
perché no, le tradizioni gastronomiche, rivelatrici della storia
culturale e sociale di un popolo. Roma si erge a protagonista di
tanto trasformismo, ricercando e mostrando se stessa attraverso un
lungo e vasto itinerario nei giardini del sapere. Dall'esposizione
di Roma nel cinema al Teatro S. Egidio di Trastevere, alla
ricostruzione dei suoi edifici pagani, inglobati poi dalla
Cristianità, a Palazzo delle Esposizioni, ai menu tipici delle
feste o dell'antichità ritrovata, proposti da alcuni locali.
E' questa la proposta della Casa delle Letterature, che per tutto
l'anno 2000 ha cercato di conciliare cultura e vita quotidiana,
dando spazio ai grandi dibattiti così come agli artisti
"minori", concludendo la sua attività annuale con
"Incontri d'amore a Roma. L'amore tra arte e
letteratura", presso la Biblioteca dell'Orologio. La
manifestazione, promossa in collaborazione con il Comune di Roma,
l'Assessorato alle Politiche culturali, il quotidiano La
Repubblica e alcuni scrittori e artisti, come Erri De Luca,
Marco Lodoli, Sebastiano Nata, Claudio Piersanti, Elisabetta Rasy,
Valentino Zeichen, Giovanni Albanese, Giuseppe Salvatori, Paola
Gandolfi, Enzo Cucchi, ha inteso conciliare testi e
raffigurazioni, facendo lavorare insieme letterati e pittori che,
per l'occasione, hanno simbioticamente rappresentato i temi a loro
cari.
L'iniziativa è derivata da un'idea di La Repubblica, che
ogni domenica della scorsa estate ha pubblicato un racconto
inedito, scritto da un narratore e illustrato da un pittore
residenti a Roma. Son venuti alla luce cosi' brevi storie di
ordinaria "urbanità", descrizioni minuziose di alcuni
quartieri romani, come il Trieste, nel racconto "Io e Milla
in via Nomentana" di Valentino Zeichen, curiosita' e
tragicita' di un amore "in trasloco" da un vecchio
condominio del Nuovo Salario a un attico di Monte Verde in
"Che cosa si puo' vendere a quelli che amano?" di
Sebastiano Nata e ancora incontri sui vecchi autobus della
capitale, itinerari "artistici" tra Piazza Bologna e San
Pietro, emigranti che tornano in patria dopo anni per spegnersi
nell'eternita' dei Fori Imperiali.
La Casa delle Letterature ha raccolto queste dieci opere,
scegliendo di partire dai dipinti, ai quali sono stati accostati
brani e stralci tratti dai racconti citati. Così il racconto di
Zeichen acquista tratti surreali accostato alla trasposizione
pittorica di Stefano Di Stasio, l'amore dei coniugi Barbi dello
scritto di Nata viene accentuato dall'astratto sentimentalismo
artistico di Giuseppe Salvatori, la follia notturna di Tony,
l'italo-americano raccontato da Romana Petri, ben si associa al
tratto onirico del pennello di Paola Gandolfi.
"E' nata così una capitale bifronte - commenta Giuseppe
Cerasa durante la presentazione - una città di contraddizioni,
capitale di odi e di amori. Raccontare dieci amori romani: questa
è stata la scommessa che abbiamo fatto con Marco Lodoli
all'inizio di maggio dello scorso anno, abbiamo sognato che questa
città, nella sua evoluzione discontinua, riuscisse a tessere una
trama sentimentale incessante, col fascino che deriva da storie
mai ripetitive, spesso imprevedibili, affidate all'estro e alla
fantasia di dieci scrittori romani di nascita o di adozione.
L'idea del connubio arte-letteratura poi ha generato nuove
emozioni inedite, non ancora provate con l'esperienza originaria
della sola scrittura".
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