Segnalazione/Trenta assassini, i
fantini del Palio
Antonia Anania
Che facce i fantini del Palio di Siena! Bucano l’obiettivo,
e la pagina, ti fissano quasi a sfidarti, ed è un gioco di sguardi
imprevedibili e fascinosi.
Gli antichi Greci ci hanno insegnato a leggere sui volti delle persone
la loro anima. Noi oggi vi invitiamo a farlo, proprio esplorando le
facce fotografate da Marco De Logu e raccontate da Massimo Reale, in Trenta
assassini (Comune di Siena Assessorato alla Cultura, 2000), un
libro-catalogo che ha già venduto più di duemila copie e che ha
accompagnato l'omonima mostra svoltasi presso il Palazzo Pubblico di
Siena.
Non abbiamo bisogno di un trattato di fisiognomica perché questi visi
parlano da soli: di sensibilità, malinconia, tenacia, debolezza,
cattiveria, stanchezza, disperazione.
Poi ci sono le parole che li accompagnano, e attraverso le quali
questi ventinove uomini e una donna fra i 70 e i 19 anni raccontano il
loro Palio. Sono i trenta fantini viventi più famosi del '900, i cui
soprannomi a volte ricordano i nomi dei sette nani. Fantini che hanno
vinto o che sono stati sconfitti (talvolta ricevendone una
ricompensa). Fantini che si scusano, o fuggono dalla piazza per
evitare le bastonate. Fantini che si allenano nei freddi mattutini,
che amano un cavallo che sta per morire, e lo amano più di una donna.
Fantini che perdono la “convinzione di essere all’altezza”.
Fantini di ieri e di oggi. I primi hanno stampata in faccia la calma
dell’esperienza, che viene buona davanti agli imprevisti, e (alcuni)
il senso di sfida mai indomito; i visi dei secondi invece raccontano
la voglia orgasmica di vincere, la rabbia e la paura di non essere
presi seriamente in considerazione.
Fantini volta-bandiera, o meglio volta-contrada, corruttibili e no, in
nome del pane ma anche del gioco, e delle vecchie regole non scritte
del Palio. E per questo, come dice il titolo, fantini assassini.
Chi volesse vedere i lavori di Marco Delogu può collegarsi al suo
sito www.marcodelogu.com
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