DA: Mario Adessi
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: sabato 13 novembre 2004 20.14
Oggetto:
Che cognome vuoi?
Spett. Redazione di Caffé Europa, ho profondamente gradito
il Vostro articolo sull'argomento del cognome materno.
Vorrei fornire altre notizie allarmanti sul comportamento
patriarcale del Ministero degli Interni che continua
a "castrare" i cognomi degli italiani nati all'estero.
Infatti in Italia non solo è vietato nascere con il
cognome materno ma a chi ha avuto la fortuna di nascere
col cognome materno, grazie a leggi diverse soprattutto
nei Paesi iberici e latinoamericani, lo Stato italiano
con la peggiore violenza possibile, amputa il cognome
materno rendendo queste persone degli schizofrenici
giuridici con un cognome in Italia e con un altro nel
resto del mondo.
Cordiali saluti.
Un padre di tre figli (tutti e tre orgogliosamente portano
il cognome del padre e della madre)
Mario Adessi
DA: Marco Cammi
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: lunedì 8 novembre 2004 17.16
Oggetto:
La bugia, una questione antica come la politica
E', questo della Urbinati, un articolo molto bello,
ma, a mio giudizio contiene almeno un punto difficile
da accettare, laddove dice che, se si conoscesse (ri-conoscesse)
la menzogna di Bush come tale, gli americani non lo
voterebbero, ammettendo così una natura "buona" a priori
nella gente comune (mi si passi l'espressione).
La gente sa, io credo, che il Presidente sta in parte
mentendo, non crede che le giustificazioni portate siano
quelle vere (se non fosse in grado di capirlo non varrebbe
la pena di dirle la verità) ma accetta la logica di
questa menzogna perchè crede che sia comunque il male
minore.
Il continuo riferimento a Kant della Urbinati non mi
pare casuale - ci mancherebbe! - è infatti necessario
ammettere una qualche legge morale (anche nel senso
generico di disposizione al bene) costituiva della natura
umana per ritenere che la "gente" preferisca comunque
la verità alla menzogna.
Quelli che credono di possedere queste disposizioni
virtuose (non sono, per Kant i fanatici morali?) in
realtà, molto spesso, scambiano per bene comune la loro
idea del bene comune e chi li contraddice ....
Quante volte nel nome di una società più giusta futura
sono state accettate le atrocità di un qualche presente?
La politica estera degli Stati, secondo me, non ha una
natura diversa dalla politica interna, semplicemente
ha più difficoltà a celarla, perché i governanti, i
decisori, hanno meno controllo sulla situazione generale
(le loro azioni ricadono su terreni e territori che
non sono sotto il loro controllo, o non lo sono nella
stessa misura con cui controllano il "loro" Paese).
Sul caso specifico delle elezioni americane, poi, credo
che abbia anche influito il fatto che Kerry non ha saputo
comunque offrire un'immagine del tutto contrapposta
sul piano della sincerità morale: ha dato l'idea di
cercare una posizione "aggiustata", questa sì intollerabile
per chi si aspetta una politica "giusta" contrapposta
a quella sbagliata dell'ingannatore e che, su questa
giustezza, fonda, in definitiva, l'anima stessa del
proprio consenso.
Credo che Kerry sia stato sconfitto dai suoi.
Marco Cammi
DA: Mauro
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: domenica 31 ottobre 2004 20.40
Oggetto: Riforma
dell'Onu
Penso che sia giunto davvero il momento di riaprire
questo dibattito... Il primo passo è l'eliminazione
del diritto di veto, poi si può parlare del maggior
peso che meritano paesi come Brasile o India. Avete
pensato di fare n dossier sul brevetto dei farmaci?
Comunque complimenti!
Mauro
DA: Claudio Mellia
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: lunedì 25 ottobre 2004 23.02
Oggetto: Deliberation
day
Credo che un deliberation day in Italia sarebbe molto
utile. La gente per motivi diversi è molto lontana dalla
politica e molto vicina al televisore.
Claudio Mellia
DA: Cesare Cioni
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: domenica 24 ottobre 2004 10.41
Oggetto: La
finestra di fronte
Buongiorno.
Mentre cercavo sulla Rete informazioni sul film "La
finestra di fronte", che ho visto da poco, mi sono imbattuto
nella recensione di Paola Casella presente sul vostro
sito. Complimenti, anche se in ritardo. E' una delle
migliori recensioni che leggo da anni, in assoluto.
Non conoscevo, lo confesso, l'autrice: ma colmerò la
lacuna, perché entra immediatamente nel mio elenco personale
di autori dei quali voglio leggere altro (mi procurerò
qualche suo saggio).
Buon lavoro.
Cesare Cioni
DA: f.p.
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: martedì 19 ottobre 2004 15.30
Oggetto:
Due liberali "veri" all'assalto del pensiero unico
Bella l'analisi, ma come al solito, direi, manca, la
sintesi. Perchè questi presunti santoni alla Stigliz
e altri vostri venerabili e presunti pensatori, non
offrono mai una indicazione di prassi? Quale è il nuovo
pensiero di una nuova sinistra? Non so perchè ma si
comincia a essere stanchi di pensatori borghesi sinceramenti
indignati per la cattiva sorte del mondo, e altrettanto
incapaci di proporre azione politica.
saluti
f.p.
Risponde Massimiliano Panarari
Caro lettore,
quelli che lei chiama "venerabili santoni" sono i primi
a rifuggire dalla tentazione di proporsi come tali.
Si stanno sforzando - e non è uno sforzo da poco, in
un contesto dominato dal cosiddetto Washington consensus
da tempo ormai immemorabile (almeno dagli anni Ottanta)
- di proporre un'analisi lucida e non fintamente "oggettivistica"
del mercato (cosa che fanno invece, come sappiamo benissimo
tutti quanti, i neoliberisti, alfieri di un'inesistente
economia oggettiva).
Le proposte, invece, ci sono: si chiamano rilancio di
quella che J. Stiglitz chiama l'"ideologia democratica";
allargamento della democrazia e ripresa di un ragionamento
sulla giustizia sociale (che rende anche il mercato
più efficiente) per J.-P. Fitoussi; e poi ci sono tanti
altri "pensatori borghesi", come li chiama spregiativamente
- e non si capisce il perché - lei (Guido Rossi, Adair
Turner, Paul Krugman, Will Hutton, per certi versi lo
stesso Robert Reich) che fanno del "contrattualismo
antiliberista" il perno di uno dei pochi ragionamenti
efficaci attualmente in campo contro il "pensiero unico".
Non saranno proposte rivoluzionarie, se è questo quello
che intende, ma ci scusi se è poco...
Grazie per l'attenzione
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti
da fare? Scriveteci il vostro punto di vista a
redazione@caffeeuropa.it