| Biennale/L'architettetto e le
        megalopoli 
 Consolato Paolo Latella
 
 
 
 "Oggi ci si pone una domanda: la tecnologia e l'innovazione sono in
        grado di modificare e trasformare positivamente l'esistenza degli esseri
        umani?" Con questo complesso quesito il direttore Massimiliano
        Fuksas ha aperto la Settima Mostra Internazionale di Architettura della
        Biennale di Venezia dall'intrigante titolo "Città: Less aesthetics,
        more ethics", inaugurata in pompa magna il 18 giugno.
 
 
        La prima Biennale di Architettura, che risale solamente al 1980, fu
        caratterizzata da proposte post-moderne e venne preceduta dalla
        indimenticabile installazione del Teatro
        del Mondo di Aldo Rossi. La Biennale 2000 è invece tutta incentrata
        sul nuovo contesto sociale e urbano e sull'impegno dell'architetto come
        intellettuale. I luoghi dove in futuro sempre di più si concentrerà
        l'umanità saranno le megalopoli e le periferie: ambienti di
        conflittualità, di disperazione, ma anche generatori di energie e idee,
        luoghi che assurgono a simboli di guerra, di rifugio, di emarginazione.
 
 Su queste premesse sono stati invitati a esprimersi architetti e artisti
        con progetti e idee di architettura "originali" per il nuovo
        secolo. I progetti vengono presentati attraverso installazioni, modelli
        e video su una superficie espositiva amplissima che si sviluppa dai
        Giardini di Castello, al Padiglione Italia, e poi all'Arsenale, alle
        Corderie, Artiglierie e Gaggiandre, spazi finora mai impiegati per la
        mostra di architettura.
 
 
 
        Per meglio comprendere i complessi temi dell'esposizione, alle Corderie
        è stato ideato un itinerario video che si snoda su uno schermo di 280
        metri dove le riprese di tre troupe, coordinate da Studio Azzurro con la
        collaborazione tecnico-artistica di RaiSat Art, sono proiettate in modo
        sincronizzato da 39 proiettori a formare immagini di sette metri. La
        colonna sonora è diffusa da speciali altoparlanti il cui volume è
        regolato dal passaggio dei visitatori lungo il percorso.
 
 Le immagini di Calcutta, San Paolo, Las Vegas, Città del Messico, Hong
        Kong, Manila, Mosca qui si confondono e si scontrano attraverso i luoghi
        di incrocio delle relazioni umane: aeroporti, stazioni, metro, centri
        commerciali, ma anche luoghi estremi della terra, stili e culture
        diverse e opposte unite però dal medesimo degrado ambientale e sociale,
        modelli di una realtà che si trasforma rapidamente e non sempre in modo
        positivo.
 
 
        A Jean Prouvé è dedicata una sezione speciale. Creatore geniale, si e'
        confrontato con i problemi sociali del dopoguerra progettando alloggi
        per i rifugiati, rivolgendo una particolare attenzione alla soluzione di
        particolari situazioni di emergenza.
 
 Ma il futuro è anche nello spazio, e infatti il percorso espositivo si
        conclude con la Stazione Spaziale che andrà in orbita il prossimo
        agosto.
 
 Nei padiglioni ai Giardini di Castello e sparsi in altri luoghi di
        Venezia, si sviluppa la parte più classica della Biennale di
        Architettura in cui sono ospitati gli architetti stranieri invitati dai
        singoli commissari. La giuria internazionale ha assegnato il premio per
        il migliore padiglione straniero alla Spagna.
 
 
        Il premio speciale intitolato a Bruno Zevi (scomparso nello scorso
        gennaio) destinato a uno studioso d'architettura è stata attribuito a
        Joseph Rykwert, e il premio speciale per un committente di opere
        architettoniche, a Thomas Krens.
 
 Il Leone d'oro riservato ai partecipanti alla mostra per la migliore
        interpretazione del tema "Città: less aesthetics, more ethics"
        è stato dato all'architetto francese Jean Nouvel "per la creatività
        poetica dei suoi progetti architettonici e urbani, tutti generati grazie
        ad un approccio rigoroso e particolarmente mirato che getta le basi
        etiche e quindi estetiche del suo lavoro".
 
        I Leoni alla carriera sono toccati a Renzo Piano - autore tra l'altro
        del Centre Pompidou di Parigi assieme a Richard Rogers e, più
        recentemente, della sistemazione di Potsdamer Plaz a Berlino - a Paolo
        Soleri, italiano trasferitosi nel 1970 negli Stati Uniti, progettista
        della città ambientalista di Arcosanti nel deserto dell'Arizona, e al
        danese Jorn Utzon, autore del palazzo dell'Opera di Sidney.
 
 I premi speciali sono andati per l'editoria al cubano Eduardo Luis
        Rodriguez, e per la fotografia al russo Ilya Udkin.
 
 Affianca e partecipa alla mostra il sito Internet www.labiennale.org 
        con forum e interviste a personaggi della cultura internazionale sul
        tema della mostra: sono presentate le idee e tutti i progetti inviati e
        all'interno dello spazio citycams si possono osservare immagini
        trasmesse in diretta da diverse realtà urbane.
 La mostra è visitabile fino al 29 ottobre 2000.
 
 
 
 
 
 
 
 
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