Con gli occhi degli altri
Consolato Paolo Latella
Roma, ammiratissima per l'arte e la cultura, adorata per la cucina, ma per la sicurezza
ci sono alcuni dubbi: questi alcuni dei risultati emersi da una recente ricerca,
"Roma vista dagli altri", condotta dal Centro Studi del Touring Club Italia
sulle migliori e più diffuse guide turistiche internazionali nelle più recenti edizioni.
Il turismo per Roma è uno dei maggiori fattori di sviluppo, con la presenza di 14 milioni
di turisti nel 1999, dei quali oltre il 70% stranieri, primi su tutti gli americani con il
26%, seguiti dai giapponesi con il 16%. Il turismo è sempre un veicolo di conoscenza ed
è interessante capire come viene presentata la città attraverso le guide che la
maggioranza dei viaggiatori legge.
Da sempre oggetto di desiderio e di sogno, su Roma sono stati scritti innumerevoli testi:
dalle fantasiose descrizioni dei Memorabilia che dal XII secolo accompagnavano i
viaggiatori, alle memorie legate alla moda del Gran Tour - lesperienza
formativa insostituibile per intellettuali e nobili europei tra 700 e 800 -
come "Viaggio in Italia" di Goethe e "Passeggiate romane" di Stendhal.
Ben 127 guide sono state pubblicate tra il 1474 e il 1600, salite a quasi 400 alla fine
del XVII secolo. Poi nessuno è riuscito più a tenerne il conto.
I maggiori visitatori, gli americani, indubbiamente sono entusiasti: "Al giorno
d'oggi l'eccezionale eredità di Roma viene mantenuta viva dai suoi abitanti
",
oppure "Non appena entri nella città vera e propria, edifici, statue e immagini
prendono forma per corrispondere alle tue aspettative", come la introduce la Fodor's.
Non sono unanimi i giudizi verso la gastronomia, positivi in Frommer's e Macmillan e poco
lusinghieri in Fodor's.
Più analitiche sono le guide inglesi, Dorling Kindersley e Rough Guides, che indicano
luoghi di solito fuori dalle rotte dei turisti, come il cimitero dei Cappuccini o la
Casina Valadier, e forniscono notizie su opere darte meno famose ma importanti per
capire la vita nellantica Roma.
La mitica guida australiana Lonely Planet si rivolge ad un viaggiatore giovane e
solitamente squattrinato, offrendo principalmente indicazioni pratiche ed intelligenti:
"Uno dei grandi piaceri dessere a Roma consiste nellandare a zonzo nelle
numerose e splendide piazze, fermandosi di tanto in tanto per un caffè e una pasta
(dolce)".
Attente invece a dare una definizione completa ed aggiornata sono le tedesche Baedeker e
Viva Guide, ed in particolare la prima, per i beni culturali, sfiora lerudizione.
La dicotomia di Roma città eterna da un lato, e caotica metropoli dallaltro, è
limmagine che emerge dalle guide francesi Michelin e Guide du Routard, dove si
leggono i giudizi più critici ma in cui la cucina romanesca riscuote un grande successo
con dettagliate descrizioni dei cibi e precise indicazioni sui migliori ristoranti.
Curioso: nella Guida du Routard sugli spettacoli ne pas rater - da non mancare - si
consiglia di assistere ad una partita di calcio allo Stadio Olimpico. Sarebbe da
aggiungere lontano dalle curve degli ultras.
Come immagina la città eterna laltra parte del mondo? Lo spazio dedicato a Roma
nelle guide giapponesi è enorme, fino al 25% del numero totale delle pagine: un dato
eccezionale se si pensa che in quelle inglesi e tedesche é tra il 6 e l'8%, ed
estremamente contenuto nella francese Michelin in cui arriva solo al 4.2%.
Le indicazioni contenute nelle guide giapponesi Rurubu e Shobusha farebbero sorridere un
turista occidentale: si dilungano nello spiegare come si deve salutare, ringraziare,
vestire, ma anche si cerca di svelare i menù e di rendere comprensibile lampio
repertorio di gesti da noi usati abitualmente. Entrambe le guide iniziano la descrizione
dellItalia partendo proprio dalla capitale, legandola alle immagini cinematografiche
de La Dolce Vita e Vacanze Romane e ad alcuni luoghi comuni - "Roma non
è raffinata come Milano, né misteriosa come Venezia, ma è ricca di storia e
religione" o "Roma non è stata edificata in un giorno e non può essere
visitata in un giorno". Ampio spazio viene dedicato allo shopping, anche se si
sottolinea che Milano è più chic, dilungandosi in dettagliate descrizioni dei negozi,
addirittura riportando una classificazione come se si trattassero di alberghi. Un notevole
rilievo è concesso alle paure del turista: gli automobilisti "corrono come
pazzi" e per la sicurezza sono riportati consigli degni di una passeggiata notturna
nel Bronx.
Tra non molto è prevista "linvasione" di una nuova specie di turista: il
cinese. La Hua Xia non si discosta molto dalle giapponesi per le informazioni ed
indicazioni sugli usi e costumi italiani: "Per un romano è sufficiente prendersi un
caffè e il giornale e può rimanere al bar quanto gli pare". In compenso viene
dedicato molto spazio alla descrizione delle opere darte. La guida cinese pone
laccento su costi, e poiché i cinesi hanno un reddito decisamente più basso degli
altri turisti, consiglia di acquistare con parsimonia, anche perché i commercianti li
scambiano spesso per i più facoltosi turisti giapponesi stabilendo prezzi decisamente
alti. La cucina desta un certo interesse, ma naturalmente non sono dimenticati i trecento
ristoranti cinesi di Roma!
Le due guide italiane scelte, Guida rapida dItalia e Guida Oro, entrambe guarda caso
del Touring Club, pongono laccento sugli aspetti culturali riportando le impressioni
di illustri viaggiatori ma, rispetto alle altre guide, non emergono particolari elementi
distintivi.
Tutte le guide menzionate, secondo i curatori della ricerca, sono risultate rigorose ed
attendibili, aggiornate e ricche di informazioni e, se pure pensate per un pubblico vasto,
veicolano una immagine reale cercando di superare lo stereotipo del paese fatto di natura,
sole ed arte, insomma "dellItalia senza italiani". Roma è rappresentata
come il luogo dove lantico e il moderno vivono assieme e con una azzeccata immagine
è definita dallamericana Fodors "un autentico Gran Canyon di
cultura" per la sua stratificazione di storia e cultura.
Il giudizio, fatto salvo per le guide italiane che è ottimo, per le altre è generalmente
buono e per nessuna insufficiente o pessima "perché nella bella Roma, tutto è
stupendo e sa di buono" (Mcmillan): insomma un giudizio "buonista" ed
indulgente. Contenti loro!
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da
fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui
Archivio
Attualita' |