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Viaggi di carta

 


Consolato Paolo Latella


"L’atlante è il libro, il luogo in cui tutti i segni della terra, da quelli naturali a quelli culturali, sono convenzionalmente rappresentati: monti, laghi, piramidi, oceani, città, villaggi, stelle, isole. In questa totalità di scrittura e descrizione noi troviamo il posto dove abitiamo, dove vorremmo andare, il percorso da seguire."

 

Luigi Ghirri

Chi non ha sognato da bambino terre lontane e fantastiche sfogliando l'atlante di famiglia?

Il progetto Atlante di Luigi Ghirri è un saggio di lettura fotografica realizzato nel 1973 ricavando dalle pagine illustrate di un atlante geografico 34 fotografie composte solo da alcuni particolari delle mappe.

"In questo lavoro ho voluto compiere un viaggio nel luogo che invece cancella il viaggio stesso, proprio perché tutti i viaggi possibili sono già descritti e gli itinerari sono già tracciati. Le isole felici care alla letteratura e alle nostre speranze, sono ormai tutte descritte, e la sola scoperta o viaggio possibile sembra quello di scoprire l’avvenuta scoperta". Una visione disincantata che anticipa l'era dei viaggi "tutto compreso" con i quali si vanno smarrendo gli elementi che i grandi viaggiatori cercavano di cogliere: la spontaneità, la distanza spazio-tempo dal proprio vissuto, l'avventura.

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Atlante, lavoro certamente legato all'arte concettuale degli anni Settanta, cerca di ricostruire un viaggio diverso attraverso gli elementi che compongono le carte geografiche: i segni convenzionali, i nomi dei luoghi e i colori come le tenui ocre che definiscono i deserti – uguali, almeno sugli atlanti, per tutto il mondo - o i profondi blu degli oceani che incutono una doverosa paura dell'infinito.

Luigi Ghirri nasce a Scandiano (Reggio Emilia) nel 1943. Inizia a fotografare nel 1970, affascinato dalla prima istantanea della terra scattata da un astronauta in viaggio verso la luna. In quella immagine vede contenute tutte quelle prodotte dall'uomo: libri, graffiti, dipinti, stampe, film. Nel 1973, anno della sua prima mostra a Modena dove riceve importanti apprezzamenti, decide di abbandonare la professione di geometra per diventare fotografo professionista. Le sue ricerche saranno indirizzate verso due direzioni, una i significati dell'operazione di fotografare, l'altra il paesaggio. Indagherà approfonditamente il territorio dell'Emilia, sua principale fonte d'ispirazione, allargandosi poi all'Italia e oltre.

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Luigi Ghirri ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo e le immagini da lui realizzate sono conservate nelle più importanti collezioni.I suoi paesaggi sono rappresentazioni piuttosto schiette in cui poco è lasciato all'improvvisazione, ma che appaiono colte e al tempo stesso spontanee. Le ricerche svolte sul paesaggio hanno rinnovato profondamente la fotografia italiana e creato una schiera d'epigoni, alcuni cum grano salis, altri solo scimmiottatori di uno stile.

Numerosi i progetti espositivi da lui curati, tra cui "Iconicittà" (1980), "Penisola" (1983), "Viaggio in Italia" (1984), "Descrittiva" (1984). Nel 1977 ha fondato la casa editrice Punto e Virgola, e dal 1983 ha lavorato a progetti sull'architettura e il paesaggio italiani, realizzando volumi su Capri (1983), l'Emilia Romagna (1986), Aldo Rossi (1987), e i Fenici a Palazzo Grassi (1988); ha collaborato con la Biennale di Venezia e la Triennale di Milano.

Luigi Ghirri è morto prematuramente nel 1992.

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Atlante venne pubblicato solo parzialmente su l’Enciclopedia per la fotografia (1979), con un saggio introduttivo di Arturo Carlo Quintavalle, ma è in occasione della mostra visibile presso la Galleria Museo Ar/ge Kunst di Bolzano, dove è finalmente esposta in modo completo seguendo il menabò che Ghirri stesso aveva ideato.

L'esposizione, visitabile fino all’11 marzo, è accompagnata dal volume pubblicato nelle edizioni Charta di Milano a cura di Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea, con la collaborazione della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, l’Archivio Ghirri e l’Istituto dei Beni Culturali dell’Emilia Romagna con i testi di Vittorio Savi e di Luigi Ghirri.

 

 

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