Il volume di ART’E’
Riceviamo e pubblichiamo:
ART’E’, Società Internazionale di Arte e Cultura, editrice
degli ormai notissimi e attesi «testi della coscienza», propone
all’attenzione di lettori innamorati del libro e desiderosi di
nuovo sapere il Cantico dei Cantici, capitolo tra i più
affascinanti della Bibbia, dedicato all’amore e al suo mistero. Il
volume di ART’E’ comprende il testo originale del Cantico nella
seducente grafia ebraica, un’apposita e inedita traduzione in
lingua italiana e la versione francese tratta dalla Bible de
Jérusalem, più quindici tavole a colori fuori testo e
trentasei illustrazioni a un colore nel testo, realizzate dal
Maestro Pierre Boncompain. Mons. prof. Gianfranco Ravasi, l’insigne
Prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano, ha
redatto un’ampia e autorevole introduzione al volume e dodici ‘isole’
di commento, unitamente alla citata traduzione in lingua italiana.

“Non c’è nulla di più bello del Cantico dei Cantici”:
le parole che Robert Musil fa esclamare da uno dei personaggi de “L’Uomo
senza qualità” testimoniano l’ammirazione incondizionata
che da sempre gode questo libretto biblico. Un testo poetico che ha
meritato appunto il titolo di “Cantico dei Cantici”, cioè il
“Cantico” per eccellenza, il “canto sublime” dell’amore e
della vita. Questo serrato dialogo amoroso di 1.250 parole ebraiche
tra un giovane pastore (lo Sposo) e una pastorella (la Sposa),
trascina il lettore in ridenti immagini di gusto arditamente
orientale, ricche di colori, odori e sapori terrestri, incorniciate
ora da campi e cieli primaverili, ora da fastosi palazzi, ora da
buie strade nelle quali la Sposa insegue l’amato.
Attribuito simbolicamente a Salomone, il padre della poesia
sapienzale di Israele, il sovrano della gloria e dello splendore di
Gerusalemme, il Cantico dei Cantici è stato verisimilmente
redatto in età posteriore, dopo il VI-V secolo a. C. Come afferma
Monsignor Ravasi nell’Introduzione, difficile è definire le
coordinate cronologiche precise perché, accanto a vocaboli e ad
espressioni recenti, si incontrano termini arcaici “in un
meraviglioso impasto di colori e tonalità. Il Cantico è uno
scritto ‘mobile’ che non si lascia ridurre o comprimere in uno
stampo freddo e fisso. La lettura di questi 117 versetti diventa
come il viaggio in un giardino di simboli, un vero e proprio
alfabeto colorato dell’amore”.
Diverse sono state le interpretazioni del Cantico: per secoli la
storia d’amore tra i due amanti è stata interpretata come l’allegoria
delle nozze tra Dio e il suo popolo, per poi venir letta, sul piano
teologico, come l’unione tra Cristo e la Chiesa, tra Cristo e la
Vergine. Solo nel secolo scorso è cominciata a prevalere l’interpretazione
più immediata e letterale. “Il Cantico è prima di tutto la
celebrazione dell’amore umano e del matrimonio”, oltre ad
essere “il testo della mistica cristiana”, ed in esso si
vuole “intrecciare inscindibilmente sessualità, eros e amore”
(Monsignor Ravasi).
“Mi baci coi baci della sua bocca! / Sì, più inebrianti del
vino sono le sue carezze, / più inebrianti dell’esalare dei suoi
profumi! / Profumo che si effonde è il tuo nome…attirami a te,
corriamo! / Il re mi introduca nella sua alcova / … per assaporare
le tue carezze più del vino”. La prima parola, la prima
emozione del testo è un bacio inebriante, e un appassionato assólo
della donna, protagonista del poema, al suo uomo. Monsignor Ravasi
sottolinea come i versetti costituiscano “poche pennellate di
un grande poeta che sa dipingere usando, però, parole al posto dei
colori. La struttura del poemetto è affidata ad una tecnica che
potremmo definire impressionistica”.
Ecco dunque che la Sposa si presenta alle “figlie di Gerusalemme”
in un meriggio assolato, con la pelle scura, «abbronzata dal
sole», per poi incontrare l’amato in un vivace duetto costellato
di immagini orientali, profumi di nardo, di mirra e di cipro, cedri,
cipressi, narcisi della pianura, anemoni delle valli, gazzelle e
cervi dei campi. Dopo l’ansia della lunga ricerca notturna per le
strade percorse solo dalle sentinelle, ecco la lettiga preziosa del
re Salomone apparire durante il corteo nuziale, e l’elegantissima
lirica nella quale lo Sposo celebra la bellezza della sua donna:
fili di porpora le labbra, spicchi di melograno le gote, gazzelle
tra gli anemoni i seni. Nel canto successivo, l’innamorata cerca
nuovamente l’amato nella città buia rievocando i suoi riccioli
come palme, neri come il corvo, le sue guance come aiuole di balsamo
e scrigni di aromi, le sue mani tempestate di gemme e il ventre d’avorio
levigato, le sue gambe come colonne d’alabastro.
Con le parole “forte come la morte è l’amore” il
Cantico dei Cantici raggiunge infine il suo vertice ideale.

“Nonostante la tavolozza cromatica e la continua e creativa
variazione di scene, il Cantico è rimasto quasi assente dalla
storia dell’arte” (Monsignor Ravasi). La presente edizione,
promossa da ART’E’ del Cantico dei Cantici, in un
progetto di editoria d’arte che associa capisaldi della
letteratura e del pensiero a un corredo interpretativo dei maggiori
Artisti dell’arte contemporanea, vede aggiungersi al testo le
tavole del Maestro Boncompain, virtuoso del segno pittorico e del
colore. Il risultato è un’esemplare sintesi di composizione
letteraria e creazione artistica.
Scrive Boncompain: “Questo testo immenso mi permette di
staccarmi dal reale e di raggiungere un grande lirismo, ciò che
continua a sembrarmi meraviglioso. Il Cantico dei Cantici è anche e
prima di tutto una straordinaria storia d’amore, al punto che non
riesco ad immaginare un tema più bello. E poi è una fonte di
ispirazione immensa, anche se estremamente difficile, perché quando
ci si trova di fronte ad un linguaggio poetico così bello e vasto
occorre trovare delle equivalenze plastiche e occorre avvicinarlo
con ingenuità” . Nelle tavole del pittore francese d’oggi
il lettore potrà ritrovare e quasi respirare l’amore per i
primitivi toscani, con intensi rimandi alla magia e alla dimensione
fiabesca della miniatura indiana, e non senza assonanze con antiche
raffigurazioni greche e etrusche. Le scene che illustrano il
Cantico dei Cantici sono intrise di sole e di caldi colori
suggeriti nell’Autore dall’originaria terra di Provenza; un
senso della linea che diviene arabesco sottende la predilezione di
Boncompain per Matisse.
L’edizione del Cantico dei Cantici è realizzata in
tiratura limitata a 975 esemplari (numerati da 1/975 a 975/975) e
settantacinque esemplari numerati da I/LXXV a LXXV/LXXV. La
composizione dei testi, secondo l’antico procedimento a mano con
il carattere Garamond, e la stampa al torchio tipografico sono state
eseguite presso l’Atelier du Livre dell’Imprimerie
Nationale de France, su carta pregiata BFK Rives 100% cotone,
210 g - 45x32,5 cm., prodotta appositamente per questa edizione
dalle Cartiere d’Arches. Le quindici tavole fuori testo del
Maestro Pierre Boncompain sono state stampate con tecnica
litoserigrafica presso la Stamperia d’Arte “L’Incisione” di
Corbetta-Milano.
La cucitura, la rilegatura e le due copertine del Volume in pelle di
vitello macchiata a mano in color panna con cornice e decori in
bassorilievo su pelle, sono state realizzate con antico procedimento
manuale dagli artigiani della Legatoria “L’Arte del Libro” di
Todi. Il Volume è impreziosito da quattro melagrane poste sulla
copertina posteriore e da un segnalibro con puntale realizzati con
procedimento di fusione e ricoperti in oro 24 k presso la Fonderia
Artistica “Farbel” di Brescia e la “Marchigiana Peltro” di
Loreto.
Sulla copertina è stato collocato un esemplare dell’Opera “Mon
amant est à moi et moi je suis à lui” del Maestro Pierre
Boncompain, serigrafia originale a dodici colori su lastra d’acciaio
ricoperta in oro 24 k eseguita presso la Stamperia d’Arte “L’Incisione”.
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