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I videogiochi a Roma



Antonio Camerlengo



E’ stata prolungata fino al 15 luglio al mostra “Play” allestita a Roma al Palazzo delle Esposizioni. Si tratta di un evento di portata europea che mostra nella Capitale la storia dei videogiochi come mai si era vista prima. L’esposizione, realizzata in collaborazione col Comune di Roma e con l'Assessorato alle Politiche Culturali, ripercorre l'evoluzione tecnologica e narrativa del mondo dei videogiochi: i protagonisti, i disegni preparatori, le sceneggiature e gli story-board degli oltre 300 videogame che dal 1961 ad oggi hanno fatto la storia dell'industria dell'intrattenimento multimediale. Poi, disseminati lungo il percorso, biografie e video-interviste a game designer e illustri rappresentanti del settore, oltre ad anteprime e materiali rarissimi.

In questa esplorazione viene svelata però un'altra grande protagonista, la cultura contemporanea, che inaspettatamente rivela i suoi collegamenti col mondo dei videogiochi passando attraverso cinema, letteratura, pubblicità, televisione e musica.

"Play dimostra che il videogioco ha superato quella sorta di pregiudizio cui era soggetto fino a oggi e può essere considerato a tutti gli effetti una forma di espressione matura, degna di una rassegna tradizionalmente riservata all'arte ufficiale", dice Jaime D'Alessandro, curatore della mostra.

“Play” non trascura oltre al software anche l’hardware: sono presenti infatti una quarantina di consolle (dal primo Atari all'Xbox), oltre cinquanta consolle palmari, tutti i più importanti modelli di joypad che testimoniano l'evoluzione dell'interfaccia uomo-macchina, il tutto “condito” con le interviste a personaggi del calibro di Nolan Bushnell, Jeff Minter, Shigeru Myiamoto, Hideo Kojima, Sid Meier, Tetsuya Mizuguchi e il Sonic Team.

La mostra è divisa in sei aree temporali e stilistiche. Ogni area ha un carattere ben preciso, un suo stile dato da uno o due videogame principali, altrettanti personaggi (game designer, ossia i creatori di videogiochi, che sono tutti americani o giapponesi) e software house che hanno caratterizzato quell'epoca.

La prima sala (dal titolo “L’ascesa del videogioco come forma di intrattenimento domestico”) porta il visitatore alla preistoria dei videogiochi, cioè nell’era delle prime console. Siamo ai tempi dell’Atari, dell’Intellivision, della Colecovision, quando sulla massa informe del mondo dei giochi elettronici facevano la loro comparsa creature destinate a diventare mitiche, come Pong, Space Invaders, Pacman, Q*Bert, Tempest, che in breve tempo si evolsero in Donkey Kong e Super Mario.

Superata questa sezione si approda all'Area 1, che intende descrivere l'ascesa del videogioco come prima forma di intrattenimento per famiglie. Al suo interno si possono ammirare i titoli delle prime console di successo, tra cui Pong, Odyssey Magnavox, Intellivision, Vectrex, Colecovision e soprattutto Atari 2600. L'Area 2 parla della nascita del videogame moderno (16-bit), suddividendosi in due diverse sezioni, la prima dedicata alle console, la seconda ai computer, con l'interessante approfondimento rappresentato dall'area tematica dedicata al curioso rapporto fra l'industria bellica e i videogame. La terza area è dedicata del grande boom dei videogame a 32-bit e dell'avvento della PlayStation. La sala è divisa in quattro: PSX, N64, Saturn, 3DO e Jaguar. Ovviamente la console di casa Sony ha più spazio delle altre, ma non poteva essere diversamente visti i 110 milioni di unità vendute a oggi nel mondo.

Nella sezione “I videogame per PC” giungiamo agli inizi degli anni ’90 caratterizzati dalla rivoluzione di Wolfstein 3D, il primo “First Person Shooter” della storia, che diede il via ai PC a 256 colori, al suono digitale, alla grafica a tre dimensioni e al gioco in Rete. Sfilano in passerella titoli recenti come The Sims, Unreal 2, Medal of Honor, WarCraft III, Alice, accanto a vecchie glorie quali Doom e le avventure della Lucas Arts.

Altrettanto interessante è la sezione Offline, dove viene posta l'attenzione sui titoli in cui non vi è un nemico da battere, ovvero le simulazioni di civiltà e i giochi narrati, che rappresentano un capitolo particolare nell'universo del videogame, che ha visto la partecipazione di autori vicini al mondo della narrativa. Oggetto di attenzioni sono Grim Fandango, Blade Runner, Alice, Undying e altri ancora.

“Il videogioco e altre forme espressive: il cinema e la musica” punta i riflettori sui rapporti fra videogames, cinema e musica, attraverso la presentazione di giochi come Moonwalker, Blade Runner, Wing Commander. “La console di ultima generazione: la nuova era”, infine, è la parte rivolta al futuro, con la presenza inquietante delle ultime console del mercato: Dreamcast, PlayStation 2, Xbox e GameCube.

Chiude il tutto una sezione dedicata ai giochi per i cellulari, un settore interessante non solo perché ormai economicamente rilevante, ma anche perché capace di ripercorrere l'intera storia dei videogame, dato che a ogni nuova generazione di telefonini vengono inseriti nuovi videogame sempre più articolati (attualmente, ad esempio, la maggior parte dei cellulari utilizza software che risale alla fine degli anni Settanta). Infine una chicca: all’interno della mostra vengono svelate le origini della Nintendo, una delle gloriose software house giapponesi. Tanto tempo prima di produrre giochi la società produceva carte da gioco!


Link:
http://www.palaexpo.com/schede/play.htm  (Sito Ufficiale)
http://play.tiscali.it  (Il sito multimediale sulla manifestazione)
mms://media2.mi.interact.it/InteracTV/
PalazzoEsposizioni/Play.wmv
  (per vedere un video dedicato alla mostra “Play”)

Libri:
Play. Il mondo dei videogiochi (Catalogo della mostra “Play”)
Il grande libro della Playstation (Adnkronos Libri)
Simulmondo. La rivoluzione simulata: dai videogiochi alla finanza democratica (Apogeo)
Il popolo del joystick. Come i videogiochi hanno mangiato le nostre vite (Feltrinelli)
Digital Kids. Guida ai migliori siti web, cd-rom e videogiochi per bambini e ragazzi (Cortina)

 

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