Segnalazione/La preda evanescente
Ettore Colombo
Giorgio Mondolfo è un poeta, più che un fotografo, dell’immagine.
Non a caso ha scelto le poesie di Giorgio Caproni per illustrare la
sua prima “personale” di fotografie sulla “magnifica preda”.
Un poeta, Caproni, che non potrebbe c’entrarci nulla - a una prima
distratta vista - con le fotografie esposte alla mostra, ma che
invece c’entra moltissimo.

Innanzitutto perché Mondolfo lo ama senza misura
(e Caproni è, in fondo, una sorta di erede di quella “poetica del
fanciullino” tanto cara al Pascoli e di cui Mondolfo, scapolo
impenitente e timido, uomo di mondo e di profonda cultura, artista
raffinato e insieme personalità decadente, come dice la sua
dannunziana casa-museo), poi perché entrambi sono di Livorno
(toscani atipici, dunque, anche nella toscanità più maledetta…)
e infine perché li accomuna un unico filo tanto raro quanto tenue
di questi tempi, l’amore per l’arte. Che è anche amore per la
vita, e dunque poesie.

Poi, certo: Caproni è morto e Mondolfo è vivo,
ma il poeta rivive - con le sue poesie - accanto alle immagini del
fotografo e questi trae nuova linfa e nuovi desideri e impulsi
creativi dalla poetica di un immortale. Come solo un gran poeta sa
essere. Nota bene. La famiglia Caproni ha accettato - per la prima
volta - di cedere le “parole del padre”.

Giorgio Mondolfo
"La preda evanescente"
a cura di Adelinda Allegretti
Galleria Bianca Maria Rizzi
Via Molino delle Armi, 3 - Milano.
Tel. 02-58314940

L'esposizione - inaugurata lo scorso 6 maggio -
rimarrà aperta sino al 5 giugno 2002.
Orari: 10,30-13/15,30-19,15; chiuso domenica, lunedì mattina.
Per informazioni e per ricevere ulteriore materiale fotografico:
Tel. e fax 011-3111368
Cell. 328-6735752
E-mail: ad.allegretti@inwind.it
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