| Paul Cézanne, il padre dei
            moderni
 
 
 Riceviamo e pubblichiamo:
 
 Dal 9 marzo al 7 luglio 2002 il Complesso del Vittoriano ospiterà
            un’ampia rassegna antologica, Paul Cézanne, il padre dei
            moderni, con dipinti, acquerelli e disegni provenienti dai più
            importanti musei internazionali che permetteranno di ripercorrere l’intero
            cammino artistico di Cézanne gettando nuova luce critica sulla sua
            opera.
 
 
            La Mostra è promossa dal Comune di Roma - Assessorato alle
            Politiche Culturali, Assessorato alle Politiche Educative e
            Scolastiche, Assessorato alla Comunicazione, Ufficio per le
            Politiche e la Promozione Internazionale del Turismo -, in
            collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
            la Regione Lazio - Presidenza della Giunta, Assessorato alla
            Cultura, Spettacolo, Sport e Turismo -, la Provincia di Roma -
            Presidenza della Giunta, Assessorato alla Cultura e alle Politiche
            Giovanili e l’APT di Roma.
 Paul Cezanne, il padre dei moderni si avvale di un Comitato
            Scientifico composto da esperti di fama internazionale: Felix
            Baumann, Denis Coutagne, Gottfried Boehm, Maria Teresa Benedetti,
            Maasaki Iseki, Renato Barilli. Commissario generale: Claudio
            Strinati. La rassegna è organizzata e prodotta da Comunicare
            Organizzando di Alessandro Nicosia.
 
 
            La mostra
 
 Paul Cezanne, il padre dei moderni: oltre sessanta opere,
            provenienti in massima parte da Enti museali pubblici, che
            documentano i momenti nodali del percorso cézanniano evidenziandone
            mutamenti ed elementi di continuità. Tra i musei prestatori: il
            Musée d’Orsay di Parigi, il Metropolitan Museum of Art di New
            York, il Museum of Fine Arts di Houston, il Museo Pushkin di Mosca,
            il Courtald Institute e il Victoria and Albert Museum di Londra, la
            Kunsthaus di Zurigo, il Musée Granet di Aix-en-Provence, la
            Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
 
 “Senza Cézanne mi domando talvolta che cosa sarebbe la pittura
            attuale. Per un lungo periodo io ho lavorato con la sua opera. Non
            riuscivo a staccarmene, non smettevo d’esplorarla e scoprirla.
            Cézanne m’ha insegnato l’amore delle forme e dei volumi e mi ha
            fatto concentrare sul disegno”. Le parole di Léger sono
            indicative di come la pittura di Cézanne abbia concluso la parabola
            dell’Impressionismo dando vita al ceppo da cui nascono le grandi
            correnti della prima metà del Novecento. Ecco spiegato il titolo
            della mostra ospitata dal Vittoriano: “Paul Cézanne. Il padre dei
            moderni”.
 
 
            Picasso, Braque, Léger, Matisse, Delaunay, Mondrian, Brancusi,
            Morandi, Carrà, Sironi, insieme a tanti altri, non possono
            prescindere dall’originale approccio di Cézanne ai problemi
            spaziali, al superamento delle regole prospettiche tradizionali, ad
            un nuovo modo di costruire il quadro. Rifiutando dell’Impressionismo
            il disfacimento della forma nella vibrazione della luce, Cézanne,
            attraverso un rigoroso processo mentale che parte dalla coscienza -
            “l’occhio deve inglobare, concentrare, il cervello formulare”
            - è il primo ad assegnare alla pittura una nuova funzione. L’opera
            d’arte, in Cézanne, ha una realtà autonoma, retta da proprie
            leggi di forma indipendenti dal dato naturale o emotivo. Nel 1904
            scrive che bisogna “trattare la natura secondo il cilindro, la
            sfera, il cono, il tutto messo in prospettiva” entrando così in
            rapporto con lo spazio attraverso forme geometriche. L’artista
            persegue la realizzazione di un ordine mentale che si esprima in
            forme pittoriche salde dove è il colore a costruire
            volumetricamente ora grandiose nature morte, ora ritratti di
            monumentale classicità, ora paesaggi dove “il profumo dei pini,
            che è aspro nel sole, si sposa all’odore verde dei prati, all’odore
            delle pietre, al profumo del marmo lontano del monte Sainte-Victoire”
            (Cézanne).
 Il percorso
 
 La mostra vuole proporre una ulteriore meditazione sull’opera di
            un artista anticipatore delle direttrici fondamentali del XX secolo
            e desidera offrire anche al vasto pubblico la preziosa opportunità
            di ripercorrere tappa per tappa il cammino artistico di Cézanne. Il
            Comitato scientifico ha posto l’accento sul particolare carattere
            della costruzione di un linguaggio mai programmato secondo tappe
            metodiche di un lavoro di atelier, ma sperimentato dall’artista
            dipingendo. Il percorso della rassegna prevede opere che vanno dalla
            pittura tormentata della giovinezza, alla conquista del colore
            attraverso l’esperienza del “plein air”, alle ardite soluzioni
            del periodo “costruttivo”, agli esempi altissimi degli ultimi
            anni.
 
 
            Si potranno ammirare esempi della pittura del primo periodo,
            dominata da colori cupi nella quale dense pennellate trattano l’impasto
            corposo con impeto quasi furioso, fino alla scoperta, grazie a
            Pissarro, del “motivo naturale” e di una tavolozza dai toni più
            luminosi.
 Dopo il 1877 Cézanne vuole andare oltre l’Impressionismo, ne
            vuole fare qualcosa di “duraturo come l’arte dei musei”
            perché “tutto quello che vediamo si dilegua. La natura è sempre
            la stessa ma nulla resta di essa, di ciò che appare. La nostra arte
            deve dare il brivido della sua durata, deve farcela gustare eterna”.
            L’artista vuole quindi andare all’essenza delle cose e ridurre
            progressivamente la forma ai suoi termini essenziali riportandone
            sulla tela l’ossatura strutturale.
 
 
            In seguito, il controllo formale-costruttivo dell’immagine diviene
            ancora più rigoroso. La semplificazione delle forme è sempre più
            esasperata ed un equilibrio solenne, una classica monumentalità
            avvolge le nature morte, i paesaggi, gli oggetti, le figure umane
            che assurgono ad una dimensione universale. Nelle opere degli ultimi
            anni l’astrazione dal dato naturalistico è sempre maggiore; i
            tocchi di colore si frammentano e il quadro vive di vita propria, ha
            una sua autonomia costruita dalla forza della pittura, possiede
            leggi sue proprie. Cézanne ha ormai raggiunto con la sua opera “un’armonia
            parallela alla natura” e lascia alle generazioni successive un
            bagaglio da cui non avrebbero potuto prescindere.
 Tra gli oli su tela più significativi: Il Ponte di Maincy
            (1879-80), opera chiave del passaggio dell’artista dall’Impressionismo
            al cosiddetto periodo “costruttivo”, Le Bagnanti (1875-76), fra
            le prime e più belle dedicate a questo tema, Il golfo di Marsiglia
            vista da l’Estaque (1885 c.), che ha rappresentato Cézanne alla
            mostra parigina del centenario dell’Impressionismo, La signora
            Cézanne in blu (1889-1890), immagine monumentale ed enigmatica.
 
 Paul Cezanne, il padre dei moderni
 Roma - Complesso del Vittoriano
 Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
 9 marzo 2002 - 7 luglio 2002
 Orario: dal lunedì al giovedì 9.30 -19.30; venerdì e sabato 9.30
            - 23.30; domenica 9.30 - 20.30
 Costo del biglietto: Euro 8.50 intero; Euro 6.00 ridotto
 Catalogo: Edizioni Gabriele Mazzotta
 Per informazioni: tel. 06/6780664
 
 
 
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