Segnalazione/Lucerne e nature
morte
Riceviamo e pubblichiamo:
Lucerne, luci, lucignoli - Ceramiche e disegni di riccardo
biavati
con la bottega delle stelle
28 ottobre 2001 - 10 gennaio 2002
Spazi espositivi della Fondazione antistanti il Museo dell’Olivo e
dell’Olio
Torgiano (Perugia) - Via Garibaldi, 19 e 23
Lucerne, luci, lucignoli è il titolo della mostra di ceramiche di
Riccardo Biavati e della sua Bottega delle Stelle, mostra che si
aprirà a Torgiano (Perugia) il 27 ottobre prossimo alle ore 17,30.
In un continuum con la raccolta di lucerne presenti in un
settore del Museo dell’Olivo e dell’Olio, la trasposizione in
età contemporanea del tema L’olio come fonte di illuminazione,
richiesta a Biavati dalla Fondazione Lungarotti, diviene per l’artista
affabulatore occasione di continue, surreali metafore. La più
remota delle “arti del fuoco”, largamente presente nelle
raccolte del Museo del Vino e del Museo dell’Olivo e dell’Olio,
ripropone l’antico uso della terra come portatrice di luce nella
chiave tra metafora poetica ed ironia giocosa propria del Biavati.
La titolazione è rivelatrice dell’onnipresente onirico: le Sirene
di Mare e Terra, Paesi-lucerna, Volti che si parlano, Donne-case che
si illuminano, Civette che rimandano ad Athena ed al mitico dono
dell’olivo, sono solo alcuni degli esempi dei nomi dei “sortilegi
ceramici” qui presenti. Nomi evocativi di alchimie ferraresi che
prendono di nuovo vita, grafica e plastica, nello spazio amico e
complice del suo studio racchiuso nel tessuto in cotto e pietra del
reticolato della Ferrara estense..
Ulteriore richiesta di allusione ai temi presenti nel Museo ha
portato Biavati alla creazione di altre ceramiche lunari che
richiamano all’olio nella alimentazione e nella cosmesi e all’olio
come fonte di calore.
La mostra avrà luogo negli spazi espositivi antistanti il Museo
dell’Olivo e dell’Olio.
Riccardo Biavati nasce a Ferrara il 14 febbraio 1950. Diplomato
presso l’Istituto d’Arte della sua città e l’Accademia di
Belle Arti di Bologna, nella sua carriera artistica ha partecipato a
diverse mostre personali e di gruppo. Attualmente insegna Discipline
Pittoriche. Con la collaborazione de La Bottega delle Stelle, svolge
attività nel campo della scultura in ceramica e della grafica.
NOTIZIE UTILI
Orario tutti i giorni 10 - 13 / 15 - 18. Chiuso il 25 dicembre
Biglietteria ingresso gratuito
Catalogo Grafiche Salvi, Perugia
Informazioni 075.985486-9880300; museoolio@lungarotti.it
L'anima e le cose - La natura morta nell'Italia pontificia nel
XVII e XVIII secolo
Fino al 28 ottobre 2001
Fano, Edificio L. Rossi
Via Arco d’Augusto
La mostra L’anima e le cose. La natura morta nell’Italia
pontificia nel XVII e XVIII secolo rimarrà aperta fino al 28
ottobre 2001. E’ organizzata dall'Assessorato Beni e Attività
Culturali della Provincia di Pesaro e Urbino attraverso il proprio
Servizio Cultura - in sinergia con il Comune di Fano / Assessorato
alla Cultura, con la Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, con la
Regione Marche / Assessorato alla Cultura e con la Soprintendenza
per i Beni Artistici e Storici delle Marche. E tende a ricostruire
il collezionismo ed il mecenatismo marchigiano e delle regioni
confinanti, con particolare attenzione al territorio
emiliano-romagnolo con cui furono più frequenti e cospicui gli
scambi.
Attraverso una selezione antologica di circa centoventi dipinti,
provenienti da collezioni pubbliche e private, si documenteranno
l'origine e lo sviluppo del genere, tra la fine del XVI e gli inizi
del XIX secolo in Emilia Romagna, Marche, Umbria e Lazio (Roma,
soprattutto). In questi territori di reciproci scambi - si pensi
alle singolari presenze di artisti nordici nella "città
eterna", quali Christian Berentz, Franz Werner Von Tamm,
Maximilian Pfeiler, per citarne alcuni - e di intenso aperto
collezionismo, la natura morta mantiene per oltre due secoli (il
'600 ed il '700) caratteristiche di autonomia locale, senza che per
questo venga meno un'avvertibile identità di linguaggio che la
rassegna intende evidenziare anche negli aspetti meno noti.
Singolare la maggior presenza del collezionismo privato, circa il
60%, di dipinti su quelli provenienti da raccolte pubbliche, in una
sorta di sinergia al giorno d'oggi quasi obbligata tra i due campi
d'azione anche nella storia dell'arte. Ed è proprio dalle presenze
private che vengono le maggiori sorprese attraverso una nutrita
presenza di inediti assai interessanti perché a volte recuperati o
per l'apposizione della firma dell'artista o perché rintracciati
nei documenti d'archivio.
Il percorso espositivo si snoda nei precedenti tardo-cinquecenteschi
radunati in un'unica sezione che comprende opere di artisti come
Vincenzo Campi, Bartolomeo Passerotti, Francesco Zucchi, Pietro
Faccini, Federico Barocci. È interessante segnalare come abbiano
aderito alla mostra due tra le più importanti pinacoteche europee
come la Gemaldegalerie di Berlino con un'opera di Bartolomeo
Passerotti e il Kunsthistorisches Museum di Vienna con uno stupendo
ritratto di Monsignor Giuliano della Rovere di Federico Barocci.
Le sezioni regionali seguono poi un ideale percorso da nord a ovest
che ha al suo centro, cuore pulsante in omaggio alla città
ospitante, Fano, ove si è voluto proporre a parte la produzione di
Sebastiano Ceccarini e, soprattutto di Carlo Magini, il cui catalogo
viene rafforzato con la scoperta di ulteriori interessanti opere,
tra cui quella forse più importante, seppur problematica, con la
firma dell'artista (Carlo Magini pittore in Fano) che vanno ad
aggiungersi a quelle numerose sparse per musei pubblici (Faenza,
Forlì) e collezioni private ma soprattutto al nutrito corpus di
proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano.
Sulla scia degli studi maginiani viene poi riportata alla luce e
collocata nel giusto panorama storico artistico la personalità di
Lodovico Soardi (di cui si conoscevano poche opere) con l'apporto di
sei interessanti nature morte presenti in collezione privata sempre
a Fano, così come grazie a due opere di Pietro Paolo Bonzi, detto
anche il Gobbo dei frutti o il Gobbo dei Carracci può essere
indagata e meglio assestata la sensibilità storico-artistica di una
delle più nobili, importanti ed interessanti famiglie pesaresi
degli Abbati-Olivieri. Da citare anche la scoperta della firma
Vittor Romogni, autore di speciali raffigurazioni di nature morte
"a trompe l'oeil" su quattro quadri di collezione privata
che consentono di raggruppare così una quindicina di opere che fino
ad ora andavano sotto il nome di Benedetto Sartori e di cui almeno
due erano ben conosciute per essere state più volte citate anche da
Federico Zeri.
Si è operata anche una revisione cronologica e attributiva in seno
alle singole realtà regionali, facendo tornare alla luce non solo
nuove opere, ma anche nuovi artisti e si sono messe infine a fuoco
personalità finora offuscate o male interpretate. Si è cercato di
rendere più comprensibile il percorso delle poetiche artistiche
della raffigurazione della natura morta evidenziandone la
rappresentazione prima quale aggiunta alle figure e poi invece come
soggetto unico ed esclusivo del genere stesso. Degni di nota a
questo proposito sono due interessanti raffigurazioni inedite: una
del pergolese G.. F. Ferri ed una del pesarese G. A. Lazzarini. Un
bel Lot e le figlie del primo ed un Riposo durante la fuga in Egitto
del secondo, soggetto assai replicato dall'artista ma che ne aumenta
comunque la conoscenza; così come trova sede un inedito di Giovan
Francesco Barbieri, detto il Guercino; ed analogamente si
ripropongono dipinti conosciuti del Guerrieri.
La mostra si avvale della collaborazione di insigni studiosi della
materia che hanno collaborato alla realizzazione di un catalogo
scientifico (Artioli Editore, Modena), riccamente illustrato, con
redazione di schede storico-artistiche, nonché alla stesura dei
testi destinati ai pannelli esplicativi, utili alla migliore
comprensione del percorso espositivo. Si tratta perciò dello studio
di un capitolo inedito - o quantomeno poco conosciuto - del
collezionismo in genere e del gusto marchigiano in particolare,
volto a dare un significativo impulso alla conoscenza e alla
valorizzazione dell'arte delle Marche.
Orario: 10-13 / 16-20 chiuso il lunedì, se non festivo
Biglietto di ingresso £.10.000 intero; £.7.000 ridotto; £. 5.000
gruppi (minimo 10 persone)
Informazioni tel. 0721.359395-359511
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