|
Signatures of the invisible
Riceviamo e pubblichiamo:
Signatures of the invisible
Roma, Complesso del Vittoriano - Via San Pietro in Carcere (Fori
Imperiali)
Fino al 27 settembre 2001
Orario: tutti i giorni 10.00-19.30
Per informazioni: 06/6780664
Signatures of the invisible, mostra unica nel suo genere che
indaga il rapporto tra arte e scienza, approda al Complesso del
Vittoriano dal 7 al 27 settembre 2001, prima tappa all’estero dopo
la grande rassegna inaugurale realizzata con successo a Londra presso
la Atlantis Gallery nel mese di marzo di questo anno.
Signatures of the invisible sarà in seguito accolta dalle più
importanti gallerie d’arte in Portogallo, Svezia, Francia, Giappone
e America. La mostra nasce dall’eccezionale collaborazione a livello
internazionale tra The London Institute, una delle più prestigiose
istituzioni al mondo di arte, design e comunicazione, e uno dei più
importanti centri di ricerca scientifica mondiali, il CERN, Centro
Europeo per la Ricerca Nucleare. Mai nulla di simile è stato
realizzato prima. Nella primavera ed estate del 2000 i più rinomati
artisti d’avanguardia hanno vissuto a stretto contatto con gli
scienziati del CERN in un continuo scambio di esperienze, punti di
vista, riflessioni. Proprio questa straordinaria collaborazione ha in
sé tutte le potenzialità per ridefinire in maniera del tutto
innovativa il rapporto tra arte e scienza.
I fisici hanno a che fare con eventi di portata infinitesimale tanto
da poter essere riconosciuti esclusivamente da segni matematici. A
prima vista sembrerebbe che l’arte non abbia alcun aggancio con
questo campo di indagine eppure il mondo dell’invisibile è prossimo
a rivelarci come funziona l’universo. E’ imperativo per l’arte
confrontare tutto ciò con questi “signatures of the invisible”
per capire fino in fondo o, comunque, cercare di carpire i misteri
della natura.
Le leggi della fisica sono destinate a perdurare e ci svelano come
funziona la natura. L’arte ci può condurre in zone di percezione
attraverso veri e propri incontri visivi nei quali la materia e l’antimateria,
la relatività e la quantistica, i protoni e i neutroni, diventano gli
oggetti di una nuova creatività. In fondo, come le particelle tengono
insieme la materia, così l’arte è un modo di vedere le cose e lo
scopo di Signatures of invisible è abbattere le barriere tra
scienza e arte.
“Durante il Rinascimento la rivelazione che il mondo era rotondo ha
fatto sì che gli artisti si avvicinassero al concetto della
prospettiva. Ora dobbiamo vedere come risponderanno alla ricerca
nucleare (…). La relazione tra fisica e scienza è molto stretta
poiché fisici ed artisti hanno lo stesso tipo di approccio all’universo
ma utilizzano un linguaggio differente (…). Domandate ad un fisico
cosa rappresenta per lui il colore; vi risponderà che è un fenomeno
legato alla temperatura mentre per un artista è innanzitutto una
sensazione visiva. E’ questa differenza di punto di vista che rende
il progetto interessante”. Così spiega in varie interviste Ken
McMullen, regista, artista e curatore della mostra, che sarà
affiancato in questo inesplorato percorso dell’arte contemporanea,
da nove artisti di fama internazionale: Roger Ackling, Jerome
Basserode, Sylvie Blocher, Richard Deacon, Patrick Hughes, Anish
Kapoor, Bartolomeu dos Santos, Tim O’Riley.
E’ una coproduzione The London Institute e Comunicare Organizzando.
Vi e' piaciuto questo articolo?
Avete dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di vista
cliccando qui
Archivio
Attualita' |
|
|