10.000 artisti in mostra
Consolato Paolo Latella
La Nuova Galleria campo dei Fiori, via di Monserrato 30 a Roma.
Artisti in mostra / 1890-1940, fino al 31 luglio -2001
Orario: 10.00-13.00/16.00-19.00, chiuso lunedì mattina e festivi.
tel. 06/68804621, 0338/8800185; email: dtitonel@tin.it
No, non è l'ennesimo articolo sulla Biennale di Venezia (anche se in
qualche modo c’entra) e neppure una recensione su una delle tante
mega-mostre che intendono presentare lo stato dell’arte
contemporanea. Si tratta invece di un volume, 1890-1940 Artisti e
Mostre, curato da Renato Breda e pubblicato nella sua collana da
La Nuova Galleria Campo dei Fiori di Roma. Alla pubblicazione si
affianca un'omonima esposizione curata da Lela Djokic, che comprende
le opere di una trentina di pittori scelti fra quelli che meglio
rappresentano i cinquant'anni esaminati nel repertorio.
Bisogna notare, cosa inusuale, che questa galleria d’arte privata ha
pubblicato ben diciassette titoli e, come in questo caso, non solo
cataloghi di mostre ma anche studi e ricerche. Dal 1993 la galleria
prosegue testardamente nella sua capillare ricerca sull’arte in
Italia tra ‘800 e ‘900 e in particolare, sulle attività
artistiche della capitale, riportando in luce fatti e personaggi
dimenticati ma che spesso rivelano qualità straordinarie. Ricordiamo
solamente la mostra del gennaio scorso su una grande esposizione di
incisioni tenutasi a Roma nel 1902, Bianco e nero (come
venivano chiamate un tempo le opere grafiche), di cui il catalogo era
scomparso da tempo: oltre a ripubblicare il catalogo, una vera chicca
per gli esperti, sono state esposte alcune incisioni (in parte a
corredo di questo articolo) che hanno rivelato non poche piacevoli
sorprese.
Nel volume 1890-1940 Artisti e Mostre i dati raccolti sono
impressionanti: sono riportati più di 10.000 nomi di artisti,
rilevate più di 67.000 presenze e controllate 430 mostre, un lavoro
di due anni effettuato quasi esclusivamente sulla documentazione
originale predisposta all’epoca dagli organizzatori. Per ciascun
pittore vengono riportate tutte le esposizioni alle quali ha preso
parte, facilitando così ogni futuro lavoro di studio. L'utilità di
questo repertorio diventa fondamentale quando si tratta di nomi meno
noti od ormai dimenticati ed esclusi dai dizionari esistenti. Si può
così cercare il nome di qualche antenato con la speranza di potere
finalmente inserire nell’albero genealogico di famiglia un artista
ma, di solito, si rimane delusi e si capisce il perché a scuola non
si è mai andati tanto bene in disegno.
Sono considerate naturalmente le prime ventidue Biennali di Venezia,
ma anche mostre dai titoli un po’ stravaganti come l’Esposizione
di alcuni artisti rifiutati alla Biennale veneziana, unica
edizione nel 1914 (forse perché durante le successive biennali gli
esclusi sono stati meno combattivi o forse tutti ammessi?). Si trova
pure la mostra Animale nell’Arte (1930) (titolo ambiguo,
perché non si capisce se ci si riferisce ai soggetti o agli artisti),
e anche ben tre edizioni, dal 1926 al 1929, d’Arte Marinara a
Roma.
Tra le opere più indietro nel tempo c’è una tecnica mista di
Giulio Aristide Sartorio (1860 - 1932), Pineta di CastelPorziano
con Villa Chigi Tra i quadri del primissimo Novecento spiccano
poi il Notturno nel parco con glicini, un olio del triestino
Piero Marussig (1885 -1972), concepito in pieno clima liberty, e una
grande tela di Armando Spadini Ritratto della fidanzata, eseguito
nel 1906 a soli 23 anni, con evidenti riferimenti a Goya e a Manet.
Più avanti, nel terzo decennio tra il 1910 e il 1920, troviamo una Maternità
del 1911 di Ferruccio Ferrazzi (1891-1978) e una Natura morta del
1916 di Alfredo Muller (1869-1939), molto vicina ai modi di Cèzanne,
del quale il pittore post-macchiaiolo fu anche amico.
Fra i dipinti compresi fra il 1920 e il 1930, si distingue In
attesa di Vincenzo Irolli (1860-1949), nel quale il pittore
napoletano dimentica i suoi eccessi coloristici e descrittivi per
accostarsi ad un migliore De Nittis. Chiudono la rassegna le opere nel
pieno clima degli anni Trenta, come una Natura morta di
Pasquarosa (1897-1972), famosa prima come modella e poi divenuta
pittrice, e uno straordinario Paesaggio dipinto da Amedeo
Bocchi (1883 -1976) a Villa Strohl-Fern.
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