Alfred Eisenstaedt: un secolo di
foto
Antonia Anania
Alfred Eisenstaedt Fotografie 1927-1980
Museo di Roma in Trastevere, 22 giugno-9 settembre
Piazza S.Egidio 1/b
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 (escluso lunedì)
Chi di voi non ricorda Il bacio a Times Square nel giorno della
vittoria che ritrae un marinaio e un’infermiera che si baciano
alla fine della Seconda Guerra Mondiale? Bene, dietro alla macchina
fotografica c’era Alfred Eisenstaedt (1898-1995) il fotografo di Life
considerato da tutti “il padre del fotogiornalismo”.
Quest’estate l’Assessorato alle Politiche Culturali di Roma, in
collaborazione con Contrasto e Life Gallery, gli dedica una mostra dal
titolo Alfred Eisenstaedt Fotografie 1927-1980.
All’inaugurazione c’erano coppie di visitatori davvero speciali:
papà o mamme che spiegavano la storia del Novecento ai loro figli di
sette, otto anni, attraverso i lavori di Eisie (così lo chiamavano
gli amici). “Vedi, questo è Albert Einstein, un famoso scienziato,
un genio”: così spiegavano chi fossero i personaggi ritratti,
descrivevano le fotografie di costume, e noi crediamo che Eisenstaedt
sarebbe stato contento di quest’uso piacevolmente didattico delle
sue foto.
Quelle in mostra sono 100, rigorosamente
in bianco e nero, provenienti dagli archivi Life. Si va da
quelle storiche, come quella che immortala il primo incontro tra
Hitler e Mussolini, a Venezia, nel 1934 o l’incontro di Martin Luther
King con Kenneth Kuanda, divenuto poi presidente dello Zambia, ai
ritratti di politici, intellettuali, artisti a volte colti in azioni
precise: JFK che gioca con la figlia Caroline, Hanna Schygulla che
si trucca sul set di Berlin Alexanderplatz, Winston Churchill
che fa il suo famoso gesto di vittoria, Günter Grass che sta sulla
soglia di casa.
Si può vedere anche la prima foto aerea di ogni tempo, anno 1937,
che ci fa restare col fiato sospeso: Eisie bardato con una corda
in vita riuscì a fotografare alcune riparazioni sul tetto del famoso
dirigibile Graf Zeppelin.
E ancora. Foto del reportage sul periodo fascista in Italia (vd.
La manicure, Milano 1934); sulla ripresa economica del Sud
Italia nel Dopoguerra o sulla Quinta strada di New York, città della
moda. O dal ciclo sulle ballerine di vari corpi di ballo sparsi
per i teatri del mondo. Per quest’ultimo vi consigliamo di soffermarvi
su una del 1936: alcune danzatrici, durante una pausa-prove, mantengono
le loro tipiche posizioni da riposo davanti a grandi finestre che
si affacciano su una strada di New York. E sembra in realtà che
siano lì lì per fare passi di danza.
Un altro consiglio: leggete le didascalie, almeno una volta tanto
non sono noiose, anzi in alcuni casi raccontano il lavoro paziente
del nostro, o quanto erano simpatici i suoi soggetti e quello che
riuscivano a dire. Per esempio, a Eisie che gli faceva notare che
era troppo immobile davanti all’obbiettivo, Bertrand Russell rispose:
“I coccodrilli hanno movimenti lenti”.
Un archivio visivo di memorie, dunque, un modo efficace di raccontare
la storia e il costume del Novecento ai propri figli, anche grazie
a quella di Sophia Loren in negligée o Marlene Dietrich vestita
da uomo.
Per curiosità e altre informazioni: http://www.contrasto.it./mostre/dettaglio.asp?idm=16
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