Il forziere aperto 
           
           
           
          Consolato Paolo Latella 
           
           
           
          Anche questa volta si parla di una collezione, ma non si tratta della
          ricostruzione di un patrimonio disperso nei secoli, bensì dell’esposizione
          al pubblico, per la prima volta, di una raccolta italiana d’arte
          contemporanea. Il privato cittadino che l’ha messa insieme è
          Giancarlo Tonelli, collezionista di Terni che “apre il suo forziere”
          mettendo a disposizione circa 200 pezzi di 80 artisti.
            
           
          Cross-Roads (Incroci) - così si intitola la mostra curata da
          Alberto Boatto e Gianni Mercurio - per l’occasione apre anche il
          nuovo Polo Internazionale di Arte Contemporanea di Genazzano, a non
          molti chilometri da Roma, nel recuperato Castello Colonna. Spesso in
          Italia ci si lamenta della penuria di spazi espositivi dedicati all’arte
          contemporanea. Con il Castello Colonna di Genazzano speriamo di poter
          contare su un centro d’arte vitale e propulsivo: chi ben comincia… 
            
          Jim Dine, Study for a color chart, 1963 
           
           
          Il Castello è composto da tre grandi saloni e numerosi altri ambienti
          più piccoli, non di raro decorati con fregi ed affreschi. Costruito
          nel 1423, ed ampliato poi dall’architetto Antonio del Grande nel
          1650, fu abbandonato per decenni, per essere acquistato nel 1979 dal
          comune e aperto al pubblico “appena” dopo venti anni. 
           
          La raccolta Tonelli ha alcune qualità che la rendono particolare,
          come l’ampiezza e la libertà delle scelte contemporaneamente all’approfondimento
          del percorso di alcuni artisti (Franco Angeli, Tano Festa e Mario
          Schifano); offre un panorama ampio, anche se non esaustivo, delle
          principali tendenze emerse nella seconda metà del Novecento in Europa
          e negli Stati Uniti ed, infine, è composta, per la stragrande
          maggioranza, di quadri. 
           
          La mostra Cross-Roads (Incroci) inizia con una piccola gauche dell’ungherese
          Lazlo Mohly-Nagy, uno dei promotori della Bauhaus di Weimar. Più
          avanti, a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, sono presenti opere
          di Alberto Magnelli, Santomaso, Corpora e Alfred Manessier. L’astrazione
          americana ha una bella serie di Joseph Albers, ma anche un artista
          canadese poco conosciuto, Paul Riopelle, con dipinti brulicanti di
          energia. Bellissime le tele di Hans Hartung assieme a quelle di Karel
          Appel, co-fondatore del Gruppo Cobra in Olanda nel 1949 che, assieme
          agli “orientaleggianti calligrafismi” di Georges Mathieu, ci
          portano nell’Informale europeo. Per la stessa corrente in Italia non
          potevano mancare un “sacco” di Burri, i tagli di Fontana e le tele
          di Capogrossi, Vedova e Turcato. 
            
          J. P. Riopelle, Senza Titolo, 1963 
           
           
          Nella collezione Tonelli il Neodadaismo ha esempi tra i migliori di
          Mimmo Rotella ed almeno un pezzo notevole di Piero Manzoni.
          Parallelamente è anche ben rappresentato il gruppo del Nouveau
          Realisme: Klein, Christo, Hains e particolarmente Arman. 
           
          Buoni esemplari di Pop Art americana sono le opere di Dine, Indiana,
          Warhol, Wesselmann e, per il versante italiano, Kounellis e Concetto
          Pozzani. 
           
          Ben 71 opere rappresentano Mario Schifano, Franco Angeli e Tano Festa,
          che per Tonelli erano “i miei coetanei”, “un miraggio”, “…caratterizzati
          da personalità molto diverse: Schifano la forza, l’esuberanza, la
          creatività; Festa la cultura, la poesia, la memoria classica; Angeli
          l’eleganza, la delicatezza, la sensibilità”, uniti anche da uno
          stile di vita spesso dispersivo quanto eversivo, e comunque sempre
          molto libero. A questi tre artisti nella collezione Tonelli non
          vengono negati neanche i periodi meno felici. 
            
          H. Hartung, T1963-E49, 1963 
           
           
           
          Sempre per l’Italia, gli esponenti del gruppo Forma 1 trovano uno
          spazio di tutto rispetto, nonostante le notevoli differenze con i tre
          artisti di piazza del Popolo. 
           
          Un po’ di oramai stanca arte cinetica (Vasarely) e splendide tele di
          Morris Louis e Kenneth Noland per rappresentare il nuovo astrattismo
          americano a cavallo degli anni ’60 e ’70: una gioia per gli occhi. 
           
          Poco concettuale un unico pezzo di Michelangelo Pistoletto, niente
          Transavanguardia e Afro, mentre un certo spazio hanno gli
          anacronistici, o pittori colti o ipermanieristi, tornando così al
          figurativo, tra cui forse i migliori della corrente sono Carlo Maria
          Mariani e Stefano Di Stasio. Del primo un inusuale “Apparizioni di
          Lourdes” del 1974, con due enormi piedi decorati da due rose. 
           
          Ampio spazio è dedicato ai graffitisti americani, che chissà se
          supereranno l’ingiuria del tempo. Gli ultimi venti anni del secolo
          sono ben rappresentati dalla babele dei linguaggi, sempre più
          intricati e labirintici. 
           
          Il catalogo, edito da Campisano, è elegante ed essenziale: pesa solo
          1080 grammi, contiene le immagini a colori di tutte le opere esposte,
          una sezione di apparati sulle opere e gli autori, ed una veloce
          introduzione alla collezione, scritta da Alberto Boatto. Nell’intervista,
          sempre nel catalogo, di Gianni Mercurio a Giancarlo Tonelli, si
          ripercorre la storia della collezione e si indaga sul gusto del
          proprietario che dichiara: ”Non ho invece avuto delusioni
          artistiche, poiché ho sempre scelto secondo le mie convinzioni e il
          mio gusto personale”. Una bella scelta di coraggio da parte dell’imprenditore
          umbro. 
           
          La mostra è aperta fino al 24 giugno 2001, dal giovedì alla
          domenica, con orario dalle 10 alle 19. 
           
           
          
           
          
         
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