Segnalazione/Perino Del Vaga
Consolato Paolo Latella
Perino del Vaga: tra Raffaello e Michelangelo
Mantova, Fruttiere di Palazzo Te
18 marzo - 10 giugno 2001
Nel 2001 ricorre il cinquecentenario della nascita di Pietro
Buonaccorsi, detto Perino del Vaga (Firenze 1501 - Roma 1547). In
questa occasione, da più parti è stato fatto presente l’interesse
che potrebbe avere una mostra dedicata all’artista, uno dei più
brillanti allievi di Raffaello, pittore di corte di Andrea Doria e di
Papa Paolo III Farnese e che terminò la sua carriera dipingendo la
Spalliera per il Giudizio Finale di Michelangelo nella Cappella
Sistina. All’interno della bottega raffaellesca Perino del Vaga
sviluppò l’attività grafica a livelli altissimi, tanto da divenire
negli anni successivi uno dei disegnatori più importanti della prima
metà del Cinquecento. In linea con gli orientamenti culturali del
momento e con la prassi acquisita nella scuola di Raffaello, Perino
realizzò una quantità enorme di opere grafiche destinate a essere
tradotte in tecniche diverse: affresco, olio su tavola, incisione,
arazzo, ricamo, cristallo inciso. I disegni di Perino (schizzi a
penna, studi a matita nera, sanguigna, disegni preparatori
acquerellati e cartoni) già molto apprezzati dai contemporanei e
precocemente collezionati, offrono una eccezionale documentazione del
suo virtuosismo. Per questo il nucleo centrale della mostra dedicata
all’artista punta sulla sua attività grafica cui si ritiene
indispensabile affiancare anche una selezione particolarmente
significativa di dipinti su tavola e su tela, affreschi staccati,
arazzi, cristalli incisi e argenti.
Percorso della mostra
1) Fiorentino per sempre: gli inizi e la formazione di un lessico.
La Firenze dei primi decenni del Cinquecento è la città natale e di
formazione di Perino: questo imprinting si conserverà per tutta la
sua carriera artistica. In quanto fiorentino viene inserito a Roma
nella “setta” dei San Gallo che lo supporta. La sua “fiorentinità”
si rivela nella predilezione per il mezzo grafico, che sarà una
costante della sua attività, e nei rapporti privilegiati e talvolta
conflittuali che manterrà sempre con i suoi conterranei. Sono proprio
gli artisti fiorentini a consacrare Perino nel 1522-23 come il
divulgatore delle novità formali romane sfidandolo a confrontarsi con
Masaccio. La gara, di cui ci rimane lo straordinario Martirio dei
Diecimila, si attua attraverso il disegno. Il mezzo tecnico è
fiorentino, le invenzioni formali sono romane e il risultato è l’elaborazione
di un nuovo stile: la bella maniera.
2) Raffaello e Perino: il decoro della scena sacra e la pittura
devozionale su tavola
A Roma, Perino entra nel cantiere raffaellesco delle Logge Vaticane. L’iniziale
rapporto di discepolato, dopo la morte di Raffaello, si mitizza.
Perino enuclea le tarde tipologie e le caratteristiche formali del
maestro che sviluppa indipendentemente, diventandone uno dei
divulgatori al più alto livello. Di questa esperienza si ritrova
traccia specie nelle opere di soggetto sacro: nel grande decoro
religioso ad affresco romano e nella pittura devozionale su tavola.
3) Il primato del disegno: Genova e la committenza di Andrea Doria
Dopo il Sacco di Roma (maggio 1527), Perino diventa a Genova l’artista
di corte di Andrea Doria, Ammiraglio di Carlo V e Principe di Melfi:
“…e conchiusero dover fare un palazzo ornato di stucchi e di
pitture a fresco, a olio e d’ogni sorte…”. Qui, ricoprendo un
ruolo simile a quello assunto quasi in contemporanea da Giulio Romano
a Mantova, Perino realizza i primi apparati effimeri trionfali
italiani per l’imperatore e progetta la decorazione architettonica e
quella ad affresco e a stucco della dimora principesca dove nel 1533
viene ospitato Carlo V. Disegna inoltre preziosissime serie di arazzi,
mobili, ricami, bandiere, stendardi e arredamenti navali. La sua
attività grafica di progettazione ha qui per la prima volta la
possibilità di manifestarsi in tutte le sue poliedriche
sfaccettature.
4) Michelangelo e Perino: Roma e la committenza farnesiana
Il michelangiolismo di Perino, sempre latente, emerge a tratti nella
sua carriera artistica. Un confronto diretto avviene con la presenza a
Roma del Buonarroti che stava portando a termine l’affresco del
Giudizio. Dispersa la scuola di Raffaello, del gruppo di artisti che
tra il ’24 e il ’27 aveva animato il mondo culturale romano
rimaneva all’inizio del quarto decennio solo Perino, nella posizione
più adatta per rappresentare il necessario anello di congiunzione tra
le due tendenze. Il risultato di questa interpretazione, dissonante ma
armonica, fu la straordinaria Spalliera per il Giudizio Universale di
Michelangelo, ridisegnata in senso barocco anche da Rubens. In questa
ultima fase della sua attività a Roma, Perino fu artista di corte di
Papa Paolo III Farnese per il quale elaborò immagini celebrative
esemplari come la decorazione dell’appartamento papale in Castel
Sant’Angelo e progettò opere da tradursi nelle più svariate
tecniche, come cristalli incisi, vetrate, ricami.
5) Incisioni
Perino ha precocemente utilizzato le possibilità offerte dalla
divulgazione delle immagini a stampa sia come supporto inventivo sia
fornendo a sua volta disegni per serie di incisioni che ottennero
immediato e duraturo successo, come, ad esempio, Gli Amori degli Dei.
6) Tecniche grafiche e disegno sottostante
La produzione grafica di Perino si avvale di tutte le possibili
tecniche disegnative utilizzate in rapporto alle diverse fasi dell’elaborazione
formale della progettazione. Si intende dare una panoramica di esse
nella varietà degli strumenti e dei supporti usati, dallo schizzo al
cartone preparatorio. Un’acquisizione recente sono le riflettografie
all’infrarosso di alcune tavole perinesche.
Perino del Vaga: tra Raffaello e Michelangelo
Mantova, Fruttiere di Palazzo Te
18 marzo - 10 giugno 2001
Biglietti: L. 12.000 intero; L. 10.000 ridotto; L.8.000 gruppi
Orari: dal martedì alla domenica 9.00 - 18.00; lunedì 13.00 - 18.00
Biglietteria di Palazzo Te: tel. 0376.323266
www.centropalazzote.it
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