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Dal peep show alla natura morta



Consolato Paolo Latella



Pretenzioso il titolo e l’obiettivo della mostra "Sui generis. Dal ritratto alla fantascienza. La ridefinizione del genere nella nuova arte italiana". Vediamo però come è stata strutturata. Il progetto espositivo, curato da Alessandro Riva, presenta 75 artisti italiani di nascita o di adozione, per lo più compresi tra i 25 e i 45 anni, senza rigide distinzioni generazionali. Si parte da percorsi articolati e vari che si muovono tra scultura, fotografia e video, con un continuo rimescolamento di stili, tecniche e riferimenti.


Enrico De Paris

L’intento è di provare a fare il punto, senza la pretesa di definirlo esattamente, sullo stato dell’arte contemporanea, che ha avuto come concetto-cardine l'idea del ritorno, e nello stesso tempo la completa ridefinizione di alcuni generi tradizionali della storia dell'arte - come il ritratto, il paesaggio e la natura morta - oltre che l'appropriazione di temi e di generi provenienti da ambiti letterari, come la fantascienza e il noir.

La mostra vuole anche evidenziare come, parallelamente a ciò che è avvenuto nell'ultimo decennio in campo letterario, dove i giovani scrittori si sono impossessati dei temi tradizionali della letteratura popolare per creare nuovi modelli di scrittura, anche nell'arte si è seguito lo stesso percorso.

In una delle sezioni della mostra - luoghi - si punta l'attenzione sulla spersonalizzazione crescente degli spazi in cui viviamo, la perdita di confini geografici, la sostituzione dell'idea del non-luogo - secondo la fortunata definizione dell'antropologo francese Marc Augé - con quella di luogo inteso in senso tradizionale. I nuovi (non)luoghi, tra periferie, autostrade, spazi privi di confine e di identità, diventano i soggetti di molti giovani artisti.


Omar Galliani

Oscillante tra arcaico e futuro, tra digitale e postpunk viene presentato il genere della fantascienza. Altro genere rivisitato è il ritratto, non tanto legato alla verosimiglianza del soggetto o alla costruzione dell'immagine umana, quanto utilizzato per occuparsi della frantumazione e della perdita di identità dell'uomo contemporaneo.

La sezione "natura morta" pone la riflessione sull'oggetto, spesso visto come pura merce, che come genere ha finito per perdere quasi del tutto la propria specificità, subendo l'influenza crescente della pubblicità e della moda, approdando a nuovi tipi di riflessione neopop, intimista o di aperta critica alla mercificazione imperante.

Le contaminazioni tra immaginario artistico, letterario e cinematografico, sono il tema della sezione "science painting", che ospita mostri della fantascienza tradizionale, alieni, uomini e donne cibernetici. Qui i giovani artisti si tuffano nel cyberpunk e nel fumetto fantascientifico.

Noir e pulp hanno invaso la scena letteraria, e anche gli artisti non ne sono rimasti immuni. Nella sezione Ellroy & Co. (la scuola dei duri) viene presentato uno spaccato dei pittori che hanno fatto proprio il linguaggio dello scrittore James Ellroy e degli altri autori della nuova ondata "nera" che ha contagiato il mondo intero.


Marco Neri

La sezione "contaminazioni" è il punto di raccordo tra tutte le altre, e vi si concentra il fulcro ideale della mostra. Sono presentati gli artisti che lavorano sulle contaminazioni, sia dal punto di vista degli incroci di generi e di stili, sia da quello dei materiali e dei contenuti, ovvero del lavoro sulla bio-ingegneria genetica (virus e contagio). La sezione assomiglia ad un curioso mix di artisti - soprattutto scultori - che hanno fatto della contaminazione tra materiali e linguaggi differenti la loro poetica.

Per finire "Peep Show", la sezione “a luci rosse”, è stata separata dal resto del Padiglione per dissuadere - o invogliare - a vedere foto di spogliarelliste californiane, quadri ispirati al porno casalingo, ritratti “all’antica” di donne di strada e un paio di frame tratti da un video a metà tra immaginario erotico hard e cultura techno.

Per i curatori della mostra è necessario ridefinire il concetto di genere, puntare l'attenzione sul continuo passaggio da un genere all'altro e sulla reciproca contaminazione: la mostra non presenta i diversi temi attraverso una serie di compartimenti stagni senza punti di contatto gli uni con gli altri, ma piuttosto come un grande flusso ininterrotto dove gli artisti definiscono contemporaneamente soggetti diversi e spesso intercambiabili tra loro, e dove un paesaggio o un ritratto possono, paradossalmente, essere affrontati come una natura morta, o viceversa.

Certo è difficile muoversi in un ambito tanto magmatico, e crediamo sia giusto diffidare di chi vuole ancora ricondurre a categorie l'arte contemporanea, perché ne svilisce forse la vera essenza: l'incessante scambio tra il mondo reale - banalmente sempre più complesso - e l'espressione dell'arte che non può esimersi dall'indirizzarsi là dove più si sente attratta.

L'esposizione "Sui generis" si può visitare fino all'11 febbraio 2001 presso Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. Il catalogo riunisce una serie di testi critici di Alessandro Riva sui diversi generi presenti in mostra e sul lavoro dei singoli artisti, oltre ad un saggio critico dello scrittore Carlo Lucarelli, tra i più noti autori di noir italiani, sul ritorno a quel genere nella letteratura contemporanea.



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