Segnalazione/La Galleria Civica di Arte
moderna di Spoleto
Paola Damiani
L'arte vive a Spoleto tutto l'anno. Oltre il Festival, le mostre e i
premi che la città ospita, la Galleria Civica di Arte moderna,
inaugurata poco più di un mese fa e ancora in corso di completamento,
mostra già la stoffa di un grande museo. La raccolta si fonda sulla
donazione alla città della collezione di Giovanni Carandente, critico
e storico dell'arte, e sulle opere acquisite durante le edizioni del
Premio Spoleto, che si svolse dal 1953 al 1968 con lo scopo di formare
la Galleria Civica.
La Galleria è ospitata a Palazzo Collicola, un edificio storico
parzialmente restaurato con i fondi del Giubileo e della Regione
Umbria. Per il momento si possono visitare le prime quindici sale al
pianterrreno, aperte nel segno di Alexander Calder, lo scultore
americano che ha donato alla città il "Teodelapio",
un'opera monumentale eretta nel 1962 sul piazzale della Stazione (e
purtroppo deturpata dalle auto che vi parcheggiano sotto).
Calder era legato a Giovanni Carandente da un grande amicizia e
l'epistolario ventennale che la testimonia è stato donato dal
critico, insieme a tutta la sua biblioteca, alla Galleria. La
biblioteca ha un suo sito
con un indice delle monografie contenute.
Al centro del percorso museale c'è un gruppo di opere dello scultore
spoletino Leoncillo, animatore del Premio Spoleto e definito da Brandi
terzo per importanza nella storia della scultura italiana del
Novecento. E poi ci sono opere di Alberto Burri, Pietro Consagra,
Eliseo Mattiacci, Fausto Melotti e tanti altri ancora. L'ultima
stanza, interamente dipinta da Sol Lewitt, è un dono beneaugurale
dell'autore al museo perché i restauri proseguano e altre opere, oggi
nei depositi, trovino presto la loro collocazione.
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