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Sam Francis, action painter



Consolato Paolo Latella



Giallo, rosso, blu brillante su grandissime superfici bianche. Così si presenta uno degli artisti americani più ammirati negli ultimi anni, Sam Francis. Fu tra i migliori seguaci, sviluppando in seguito un linguaggio autonomo, dell’Action painting (pittura d’azione). Questa formula, creata dal critico H. Rosenberg per indicare il movimento nato a New York nel quale proprio il gesto di dipingere era d’importanza fondamentale, ha visto come principali esponenti Jackson Pollock, che con la tecnica del dripping faceva sgocciolare i colori dall’alto sulla tela, e Willem de Kooning, che raccoglieva la violenza colorista degli espressionisti dell’inizio del Novecento. La stagione dell’Action painting raggiunse i migliori risultati tra gli anni ’50 e ’60, suggerendo non poco agli artisti che apparirono sulla scena negli anni successivi.

 


Nato nel 1923 a San Mateo, a sud di San Francisco in California, Francis si iscrive all'Università di Berkeley, California, con idee non molto chiare: sceglie prima la botanica, poi la psicologia e infine la medicina. Ma la Seconda Guerra Mondiale interrompe la sua ricerca e nel 1943 si arruola come pilota nell'aviazione. Un incidente aereo lo blocca in ospedale per tre anni e in seguito a questo fatto Francis, come forma di terapia, comincia a dipingere.

Le prime opere dell'artista sono ritratti, paesaggi, marine e vedute aeree attribuite alla sua esperienza di pilota, ma già nel 1946 Francis comincia a dipingere in modo non figurativo. Tornato a Berkeley, si laurea in pittura e storia dell'arte e nel 1950 si trasferisce a Parigi, dove scopre la grande tradizione francese del colore e della luce rappresentata da Claude Monet, Paul Cézanne, Henri Matisse e Pierre Bonnard. Nella capitale francese tiene la sua prima mostra personale.


Dal 1950-52 Francis crea una serie di dipinti, conosciuti come White paintings. Molto spesso egli variava il tono del grigio e del bianco usando sottili slavature di colore, ombre di luce verde, rossa e gialla. Nel 1959 va a vivere a New York, ma resiste poco e nel 1962 torna in California.

I primi lavori degli anni Sessanta sono generalmente dedicati ad un unico colore che assume forme naturali: reminiscenze di cascate, nuvole, lava e organismi microscopici. I dipinti, realizzati in quattro serie (Sails, Edge, Matrix e Grid) fra la metà degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, mostrano solo occasionalmente campi e strisce di colore con bordi definiti accostati a spazi bianchi vuoti. Poi Francis inizia a stendere il colore a partire dai bordi, lasciandolo fluttuare dagli angoli del dipinto verso lo spazio aperto nel centro del quadro.



Francis lavora su vastissime tele ponendole sul pavimento e applicando il colore direttamente con il rullo. Per lui il puro godimento è nel colore e nei suoi rapporti con la luce, spesso associati con qualità spirituali: «Color is a series of harmonies everywhere in the universe» (Il colore è una serie di armonie dappertutto nell’universo).

Nei tardi anni Ottanta le dimensioni delle sue tele aumentano ulteriormente, esaltate dai colori più intensi e potenti che Francis abbia mai usato. Queste opere accompagnano l'angoscia per la morte di alcuni amici a lui vicini, come anche la diagnosi della sua malattia.


Nel 1984 fonda la Lapis Press, che attualmente è una delle più importanti case editrici specializzate nelle arti visive e in filosofia, dando vita anche ad una fondazione dedicata alla ricerca e al sostegno della medicina alternativa.

Francis ha vissuto in California fino alla morte avvenuta nel 1994.

Sam Francis: Paintings 1947 - 1990

La mostra, che include dipinti e disegni e costituisce una rara opportunità di vedere le prime opere di Sam Francis, è organizzata dal Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles (MOCA), e dopo le tappe di Houston, Malmö e Madrid, si è inaugurata a Roma il 30 ottobre alla Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea nella sede di via Reggio Emilia. Curata da William C. Agee e coordinata da Kathleen S. Bartels del MOCA, presenta una selezione di opere concentrata soprattutto su lavori di grandi dimensioni, il cui forte impatto sul pubblico è garantito.

James Agee, nel suo saggio per il catalogo, dice: "Anche se il pubblico all'inizio associò la sua arte con la scuola di New York (Espressionisti Astratti), essa in realtà non portò mai i segni diretti della crudezza e dell'angoscia esistenzialista che caratterizzava molta della prima astrazione gestual". Fin dal principio le opere di Sam Francis, infatti, furono in rapporto con le forme organiche di Clyfford Still e le velature di colore atmosferico di Mark Rothko. I suoi lavori astratti fuori scala hanno spesso esplorato i rapporti fra il fondo bianco della tela sottostante ed i colori. Come sosteneva Francis: "Il colore nasce dalla fusione della luce e del buio".

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