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Ars Electronica: spunti e provocazioni



Valentina Furlanetto




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Clonazione, inseminazione artificiale, utero in affitto, sesso virtuale. Nell'epoca tecnologica l'uomo "si fa" non tra le lenzuola ma in laboratorio. E il sesso? Se l'essere umano ha trovato il modo di riprodursi senza incontrarsi con un altro essere umano anche il sesso deve ri-definirsi, ri-pensarsi, ri-proporsi. Non più mezzo per riprodurre la specie, l'accoppiamento che senso ha ancora? Puro divertimento, ricerca di se, percorso spirituale?

Il tema è stato al centro della 21esima edizione del Festival di arte digitale Ars Electronica di Linz, in Austria. Mentre gli scienziati hanno passato l'estate a interrogarsi sulle cellule staminali e a contrbuire a parti plurigemellari (si pensi al recente caso di Mariella Mazzara, la neomamma di Trapani sottoposta a cure anti-sterilità, che hanno portato al parto, fuori da qualsiasi norma, di 8 gemelli all'ospedale Niguarda di Milano, 3 dei quali sono morti) gli artisti hanno pensato che fosse il caso di riflettere sul tema e hanno dedicato l'edizione di quest'anno al tema "Sex in the Age of Procreative Superluousness".

Al centro, fisicamente, del festival ha fatto scalpore il padiglione "Sperm Race", gara di sperma, alla quale hanno partecipato 131 visitatori. Ciascun partecipante è stato invitato a donare il suo sperma, mentre i tecnici di laboratorio provvedevano a valutarne temperatura, dentistà, Ph. La provocazione ha funzionato: la destra austriaca di Joerg Haider ha chiesto che il festival venisse bloccato per oscenità. L'intento era volutamente quello di creare scandalo. Il sesso vende, si sa. Ma non era solo questo lo scopo degli organizzatori. Il lato serio del progetto era far riflettere sul problema dell'infertilità maschile e della fecondazione in vitro.

Tutta la manifestazione ha alternato momenti di pura provocazione a riflessioni più serie sulla sessualità. Attorno agli artisti, tra gli altri Eduardo Kac, di Chicago, Natacha Merrit, Usa, Oron Catts e Ionat Zurr, australiani, Marta De Menezes, portoghese e gli americani Joe Davis e Katie Egan, si sono mossi ed espressi anche uomini di scienza. Si è parlato di clonazione con Lori Andrews, docente al Chicago College, che ha lavorato al progetto del Genoma Umano. Di contraccezione con Carl Djerassi, padre della pillola per il controllo delle nascite, che ha sottolineato il problema, forte negli Usa, della sterilizzazione come metodo di contraccezione utilizzato da molte coppie americane.

Contestatissimo l'intervento del professore e biologo dell'Università del New Mexico Randy Thornhill sull'origine dello stupro. Thornhill ha detto he gli uomini, in quanto per metà animali, utilizzano biologicamente lo stupro e anzi ne sono biologicamente portati per difendere la riproduzione della specie. Secondo Thornhill l'impulso allo stupro sarebbe presente virtualmente in "tutti gli esseri umani di sesso maschile". Un confine, quello fra lecito e illecito, che nelle discussioni attorno al sesso che si sono tenute al festival di Linz si è voluto sempre rimarcare, ma che spesso è stato difficile da definire e rispettare.

Basti pensare al convegno dedicato al sesso su Internet, sul quale pesava il sospetto che la Rete fosse spesso una potente macchina di comunicazione e scambio per gruppi di pedofili. Ma, si è detto durante gli interventi, esistono, al di fuori di queste eccezioni minoritarie, una massa di persone che navigano sì alla ricerca di sesso (l'80 % delle persone che entrano nel Web) ma lo fanno in maniera adulta e pienamente consenziente. Ci sono poi quelli che, come ha ricordato la sociologa Joanne Finkelstein, utilizzano Internet come surrogato del sesso reale: sesso virtuale dunque "troppo diffuso per pensare ancora che sia un evento irreale. In realtà sono esperienze che ci toccano profondamente e dalle quali non si può più prescindere", ha detto la sociologa.

E non sono mancati gli scenari inquietanti: Dean Hamer, genetista del National Institute of Health, ha messo all'erta: "fra qualche anno il vostro medico potrebbe avere a disposizione il vostro Dna, prelevandolo da un vostro capello, e con questo sapere tutto di voi. E chi ci assicura che queste informazioni non finiranno in mano delle compagnie assicurative o del vostro futuro datore di lavoro? Nel 21esimo secolo la lotta dell'uomo per i diritti genetici dovrà rappresentare quello che è stata la lotta per i diritti umani e sociali nel 20esimo?".




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