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Un Appello per l'Unione Federale Europea







La difesa europea e la Convenzione.
Quattro Paesi dell'Unione - Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo - hanno preso l'iniziativa per una Unione europea di sicurezza e di difesa (UESD), proponendo alla Convenzione di introdurre nella Costituzione europea, avec ceux qui voudront, le competenze esclusive in materia di difesa e di esercito e poteri fiscali autonomi per sostenerli, in pratica di creare "l'esercito europeo".

Il primo tentativo di creare l'esercito europeo avvenne nel 1954 quando, in piena guerra fredda, venne proposta la creazione della "Comunità europea di difesa" (CED) tra Francia, Germania, Italia e Benelux. All'epoca De Gasperi (dietro suggerimento di Altiero Spinelli) chiese che, accanto alla CED, si creasse una vera e propria Comunità politica, quale quadro istituzionale necessario a governare e controllare l'esercito europeo. Come è noto la CED fu bocciata al Parlamento francese per una manciata di voti, grazie all'azione congiunta di 'euroscettici', comunisti ed estrema destra. E l'egemonia americana si consolidò nei 50 anni successivi.

Oggi si ripropone lo stesso problema in uno scenario diverso. La guerra fredda non c'è più, ma c'è la necessità di riequilibrare (politicamente) i rapporti con la superpotenza americana, dando voce ad un vero "governo europeo" capace di rappresentare gli europei nel mondo. Sotto questo aspetto l'"esercito europeo" (in pratica una forza di intervento rapida a comando unificato) non avrebbe certo la funzione di rivaleggiare con quello americano (sarebbe enorme comunque la disparità), bensì quello di rafforzare le istituzioni mondiali della cooperazione, offrendo all'ONU una capacità di intervento nelle aree di crisi.

Per far questo, occorre che la Convenzione si pronunci per l'istituzione di una politica estera unica e di un esercito europeo che la renda credibile.

L'Appello che segue chiede agli uomini della Convenzione di rendere possibili questi obiettivi. L'opinione pubblica e la storia non perdoneranno un secondo fallimento.


Per aderire all'appello invia una mail a questo indirizzo:
caffeuropa@virgilio.it

Ci sono momenti nella storia che possono plasmare il futuro per generazioni. Il momento attuale è tra questi.
Una crisi internazionale che vede i cittadini dei nostri Paesi in allarme per una guerra suscettibile di sfociare in un conflitto mondiale. Un rapporto squilibrato tra una grande democrazia alla quale non dimentichiamo di dovere la nostra libertà, gli Stati Uniti, e l'insieme dei nostri popoli, che sanno di avere un comune destino, ma sentono di non dominare più il loro domani perché divisi e impotenti.

I popoli europei hanno un Parlamento ed una moneta unica, ma sono ancora privi di un 'governo' che sia espressione diretta del loro voto e che li rappresenti nel mondo. E ciò perché gli Stati Nazionali mantengono ancora il "diritto di veto" su tutte le questioni importanti.
E' questa la reale fonte del deficit democratico dell'Unione, è questa la causa dell'incapacità di agire dell'Europa, è questa l'origine della rinuncia e della passività degli europei.

Mai come oggi l'alternativa è tra la divisione e l'unità del nostro continente. Tra un fragile coordinamento intergovernativo e una vera unione politica.
Eppure la scelta è semplice e chiara.

Chi vuole davvero l'unione chiede la nascita di un governo federale europeo, basato sulla Commissione europea, legittimata democraticamente dall'elezione del suo Presidente da parte del Parlamento europeo, subito dopo le elezioni, al quale affidare poteri definiti e reali in materia di economia, sicurezza ed esteri.
Chi vuole davvero l'unione chiede che le decisioni del Consiglio, che rappresenta gli Stati nazionali siano sempre, se necessario, prese a maggioranza.

Lo chiedono i giovani che già da decenni hanno bandito l'idea della guerra e vogliono vivere in un'Europa unita, pacifica e sicura, che solo la Federazione può definitamene garantire.
Lo chiedono gli europei che vogliono riprendere in mano il loro destino e sviluppare finalmente una politica decisa dagli europei, per gli europei.
Lo chiede il mondo che attende da tempo che l'Europa parli con una sola voce ed indichi, proprio con la sua nascita come Unione Federale dei Popoli e degli Stati, la via per costruire un nuovo ordine mondiale fondato sulla pace, la giustizia internazionale e lo sviluppo economico sostenibile.
Lo chiedono la ragione e la storia che indicano nello sviluppo di istituzioni federali sovranazionali la via progressiva per controllare in forma democratica i processi globali.

L'occasione irripetibile è data dai lavori della Convenzione europea. Ed il compito della Convenzione è quello di indicare con chiarezza la via verso la costruzione della Unione Federale Europea, per l'oggi, non per un futuro indefinito.
In questo ambito, il ruolo dei Governi della Francia e della Germania è cruciale. Senza il loro apporto congiunto l'Unione di ieri non sarebbe nata e l'Unione di domani non si farà. Perciò spetta anzitutto a loro, d'intesa con gli altri Paesi fondatori e con chi vorrà unirsi nell'impresa, la responsabilità storica di far compiere all'Unione europea, sul terreno delle istituzioni, il passo decisivo verso il futuro.

Hanno firmato l'appello

Alessandro Cavalli, Università di Pavia
Lucio Levi, Università di Torino
Antonio Padoa-Schioppa, Università di Milano
Antonio Longo, Intesa-BCI
Franco Praussello, Università di Genova
Salvatore Veca, Università di Pavia
Paolo Gasparoli, Politecnico di Milano
Flavio Brugnoli
Sandro Capitanio
Francesco Tampoia
Luigi Vittorio Majocchi, Università di Pavia
Carlo Da Molo
Domenico Rando
Giuseppe Orio
Gianfranco Paradisi
Antonio Majocchi, Università degli Studi dell'Insubria
Silvestro Reimondo
Claudia Petrucci
Giuseppe Canale
Piergiorgio Grossi
Paolo Solimeno
Giampiero Bordino
Antonio Carnicella
Luigi Mantovani
Lapo Pistelli
Raffaele Facciola'
Aurelia Camparini
Walter Crivellin
Pasquale Pinto.

 


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