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Felice Casorati/La strategia della composizione








Dopo le esposizioni dedicata a Carlo Carrà. Il realismo lirico degli anni Venti e a Ennio Morlotti. Il sentimento dell'organico, l'indagine sull'arte italiana del Novecento prosegue al Centro Saint-Bénin di Aosta con la mostra Felice Casorati. La strategia della composizione che inaugura venerdì 18 aprile 2003 alle ore 18 e s'inserisce nell'ambito del progetto Valle d'AostArte.


La rassegna, a cura di Giorgina Bertolino, Alberto Fiz e Francesco Poli, comprende 80 opere tra dipinti, disegni e arredi provenienti da importanti istituzioni pubbliche e private italiane e straniere e consente di analizzare l'intero percorso stilistico di Casorati (Novara 1883-Torino 1963) in base ad un approccio critico orientato a mettere in evidenza la strategia compositiva del proprio progetto artistico con particolare attenzione agli insiemi, alle nature morte e alle scene di gruppo.

Vengono, poi, presentati, per la prima volta, i mobili realizzati da Casorati nel 1925 insieme all'architetto Alberto Sartoris per la casa del celebre industriale e collezionista torinese Riccardo Gualino che evidenzia l'immagine inedita di Casorati designer.

Per quanto concerne i dipinti, Francesco Poli sottolinea in catalogo come "gli oggetti abbiano, senza dubbio, un ruolo fondamentale nel sistema compositivo dell'artista in stretta correlazione con le figure con cui interagiscono a livello formale, immersi nella rarefatta e immobile atmosfera della rappresentazione pittorica che ha luogo nello spazio più mentale che fisico dello studio".

La mostra prende le mosse da Le vecchi comari del 1908 proveniente dalla Galleria d'Arte Moderna di Verona, un'opera dai chiari risvolti simbolisti, per giungere sino a Donna che si specchia nell'acqua dipinta da Casorati nel 1963, pochi mesi prima della sua scomparsa.

Agli anni Dieci risale un capolavoro come L'Attesa del 1918-19 da cui emerge il significato profondo della metafisica esistenziale propria dell'artista, caratterizzata da un'atmosfera sospesa tra naturale e innaturale: l'interesse descrittivo del dipinto è tutto negli oggetti resi con semplicità assoluta, mentre la donna, pur essendo estranea a quanto la circonda, è il centro vitale del quadro.

"Vorrei saper proclamare la dolcezza di fissare sulla tela le anime estatiche e ferme, le cose immobili e mute, gli sguardi lunghi, i pensieri profondi e limpidi, la vita di gioia e non di vertigine, la vita di dolore e non di affanno", scriveva Casorati nel lontano 1911.

Ma sono molte le testimonianze fondamentali all'interno della poetica casoratiana proposte in queste circostanza. Lo testimonia Maschere del 1921 proveniente dalla Pinacoteca Civica di Alessandria, da cui emerge il desiderio di proiettarsi verso un mondo altro dove la rappresentazione si confonde con l'immagine reale creando un'atmosfera ambigua e straniante. Ma anche Paralleli II, del 1949 che appartiene alla collezione della Regione Autonoma Valle d'Aosta ed era stato presentato nello stesso anno al secondo Premio di pittura e scultura di Saint-Vincent.

Tra le novità dell'esposizione, va segnalato I Gemelli del 1940 esposto alla Biennale di Venezia nel 1964 e da allora mai più presentato in una mostra pubblica. O La Carità di San Martino del 1939 proveniente dalla Kunsthaus di Zurigo che non compare in una mostra italiana dal 1940 quando fu presentata alla Biennale di Venezia.

Casorati ha saputo declinare un'idea classica dell'immagine come severo controllo intellettuale della forma, come ricerca di estrema semplicità ed equilibrio dei valori spaziali e cromatici. Pittura raffinata e malinconica, la sua, che si snoda attraverso figure femminili dai tratti affilati ed eleganti, fissate in gesti e silenzi impenetrabili, prigioniere nella sospensione di interni domestici su cui aleggia una dimensione d'eternità. Ma anche attraverso nature morte, scodelle, frutta, uova, infinito concerto di umili oggetti domestici, che servono a dare luci e ombre impreviste come mascherato fraseggio dei sentimenti umani.

Nell'ambito delle nature morte, si distinguono in mostra Scodelle del 1919, Uova sul cassettone del 1920 e Le pere verdi sullo sgabello del 1949 dove compaiono oggetti nitidi ed essenziali che diventano forme pure plasticamente definite.

"Pur non avendo scelto la strada delle avanguardie, Casorati fu sempre protagonista, sempre partecipe sviluppando con tenacia e sicurezza la propria idea del fare pittura", sottolinea Claudia Gian Ferrari in catalogo. Tra le opere dell'ultimo periodo, al Centro Saint-Bénin si potrà ammirare una versione de lo Studio del 1955, divisa in tre parti che può essere considerata come metafora della sua arte, dei suoi valori speculativi e introiettivi. Lo spazio dell'atelier, infatti, diventa uno spazio che coniuga il mestiere con la componente specificatamente mentale.

"L'attualità di Casorati", spiega Alberto Fiz in catalogo, "sta nella sua capacità di contemplare il rigore compositivo con una tensione di carattere esistenziale in una lucida tensione tra gli elementi. Rileggendo la sua opera, sembra quasi che Casorati abbia anticipato di molti decenni le ricerche ossessive sul corpo inteso come frammento di un'esistenza in bilico tra realtà e artificio".

Accanto ai dipinti, la mostra affronta l'aspetto progettuale della ricerca di Casorati sintetizzata da un prezioso nucleo di schizzi e disegni provenienti dalla Galleria d'Arte Moderna di Torino. Sono eseguiti per lo più a matita su foglietti di piccole dimensioni, idee primarie della sua pittura: "Queste piccole opere", afferma Giorgina Bertolino, "sono parallele ma non assimilabili alla vasta produzione disegnativa e grafica casoratiana e il loro interesse specifico sta nel fatto che sono destinate allo studio e all'impaginazione compositiva di un dipinto prima che venga tradotto in pittura".

Un altro aspetto che caratterizza la mostra aostana è costituito dalla presentazione, per la prima volta, di un gruppo di mobili progettati, insieme a Alberto Sartoris nel 1925 per una delle camere da letto del Castello di Cereseto, di proprietà del collezionista Riccardo Gualino. I sei mobili tra cui un armadio un guardaroba, una poltrona e un grande letto, evidenziano il gusto dell'artista per le forme rigorose dove l'aspetto austero si coniuga con eleganti valenze decorative. Il motivo dominante è una curvilinea forma a conchiglia di gusto déco. "Bisogna fare una camera da letto un po' estrosa; non so…fa una conchiglia…Ecco perché ho fatto quel letto che assomiglia a una conchiglia", ha scritto Sartoris facendo riferimento al suo ricordo di Casorati.

Il maestro piemontese realizzò progetti d'architettura e di design d'arredo nel periodo che va dal 1923 al 1927. Per Gualino, Casorati, con l'aiuto di Sartoris progettò e realizzò il teatro privato di casa, compresi gli arredi. L'altra realizzazione importante, progettata sempre con Sartoris, è la Macelleria presentata alla II Biennale di Monza del 1927.

Il catalogo edito da Silvana Editoriale, comprende saggi critici, in lingua italiana e francese, di Giorgina Bertolino, Francesco Poli e Claudia Gian Ferrari, con un'intervista a Francesco Casorati di Alberto Fiz.

Felice Casorati. La strategia della composizione è il primo appuntamento di una stagione culturale e artistica particolarmente ricca di eventi organizzata dalla Regione Autonoma Valle d'Aosta.

In giugno, infatti, s'inaugurano al Museo Archeologico Regionale di Aosta due importanti rassegne: la personale di sculture e dipinti di Marino Marini e la mostra dedicata al divisionismo piemontese Da Pellizza da Volpedo a Balla.

Coordinate della mostra
Titolo: Felice Casorati. La strategia della composizione
Periodo: 19 aprile - 7 settembre 2003
Sede: Centro Saint-Bénin, Via Festaz 27, Aosta
Orari: tutti i giorni, ore 9,30-12,30 e 14,30-18,30
Ingresso: intero euro 3; ridotto euro 2
Info: tel. 0165 27 59 02
www.regione.vda.it
e-mail: u-mostre@regione.vda.it

 


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