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Dietro le quinte con Tarek Aziz



Bibi David





Tarek Aziz (vero nome Michael Yuhanna), vice di Saddam Hussein, è stato ospitato a Roma dal 13 al 15 febbraio, e l'abbiamo seguito a distanza ravvicinata (guardie del corpo permettendo), per raccontarvi il "dietro le quinte" della sua visita.

Alla vigilia della sua visita in Italia Charles Forrest, presidente dell'Associazione britannica Indict, ha denunciato al Tribunale penale di Roma il vice-premier iracheno chiedendo al governo italiano l'arresto e il processo di Aziz. "Tarek Aziz ha commesso crimini contro l'umanità. L'Italia deve arrestarlo" ha detto Forrest. "Il vice ministro iracheno ha soppresso migliaia di oppositori attraverso il genocidio dei curdi, e ha sequestrato, nel 1990, cittadini occidentali in Irak e Kuwait per utilizzarli come scudi umani. Raccontano i suoi oppositori che Aziz si faceva portare la testa mozzata dei suoi rivali politici su piatti d'argento!". E pensare che il vice-premier iracheno è l'uomo più presentabile del regime di Saddam.

Appena arrivato a Roma, lungi dal venir messo in carcere, Aziz è stato invitato a pranzo dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, a piazza del Gesù. Menù: riso al radicchio, cuore di carciofo, rosa di filetto. Lo abbiamo visto passare, scortatissimo. E' difficile credere che questa figura piccola, un po' tarchiata, con un colbacco nero in stile mediorientale e gli occhiali enormi da cagnolone mite sia il feroce ex ministro degli Esteri della guerra del Golfo.

Aziz, a Roma, ha incontrato il Papa, Frattini, Mancino, Scalfaro, Dini, Pecoraro Scanio, Cossutta, Buttiglione, Cossiga, e si è recato poi ad Assisi per accendere la lampada della Pace. "Tengo particolarmente a visitare la Basilica Superiore per pregare sulla tomba di San Francesco", ha detto il vice di Saddam che è un caldeo cristiano. Al seguito di Aziz c'era un corteo di quattro moto, dieci auto, un elicottero della polizia e, all'arrivo all'aeroporto di Fiumicino, persino cani Labrador.

La passione del vicepremier è il fumo, e il regalo più gradito che ha ricevuto in Italia è stato quello di Pecoraro Scanio: una confezione selection di 'toscani' da 10. I giornali scrivevano che Aziz risiedeva al luxury dell'hotel Esedra, dietro la Stazione Termini, dove il vicepremier avrebbe requisito venti suites al quarto piano. Sembra invece che il leader iracheno abbia soggiornato all'Hotel Hassler, a Trinità dei Monti, nella suite prediletta, anni fa, da Madonna.

Le misure di sicurezza sono eccezionali, ma non troppo: un cronista del Messaggero riesce addirittura-incredibilmente!- ad intervistare Aziz durante una cena al ristorante 'Fortunato' al Pantheon. Pare che Aziz abbia apprezzato molto i carciofi alla romana, gli spaghetti al pomodoro e basilico, assai meno rombo con patate e per nulla la crema al limone. Insieme al vice premier erano seduti diplomatici iracheni, Gian Guido Folloni, presidente dell'Istituto italiano per l'Asia, e anche Nicola Grauso e Vittorio Sgarbi.

Aziz dice che "Bush ha una mente malata", sostiene che vi sia niente di meno che un'amicizia fra il presidente Usa e bin Laden, e che entrambi siano schierati contro il governo di Saddam. Giudica inaccettabile la proposta di esilio del raìs: "Chi è nato in Irak deve morire in Irak". E di Al-Jazeera, il network arabo che trasmette i messaggi dello sceicco del terrore, dice: "E' una rete controllata dagli Stati Uniti. Prima di diffondere l'ultima cassetta di bin Laden è stato infatti informato Colin Powell". Dichiarazioni esplosive. dopo le quali Aziz ha saltato l'appuntamento tv con Porta a porta lasciando a Vespa non pochi rimpianti.

E a conclusione della sua breve visita in Italia, non ha lasciato un buon ricordo nella Comunità Ebraica di Roma: durante un incontro con i giornalisti italiani e stranieri alla sede della Stampa Estera, Yossi Bar, cronista della radio nazionale israeliana e del quotidiano Yedioth Aaronoth, ha posto al vice di Saddam una domanda. Aziz ha detto, categorico: "Non rispondo ai media israeliani". La Comunità è insorta, Riccardo Pacifici, assessore alle relazioni estere della Comunità, ha detto: "Quanto avvenuto ha dimostrato la vera natura di un governo tiranno". Anche l'Ambasciata d'Israele ha condannato l'episodio defininedolo increscioso.

Resta un dettaglio che pochi hanno notato: Yossi Bar, rappresentante dello Stato d'Israele in Italia in quanto corrispondente della radio nazionale, ha fatto una domanda quando era già iniziato lo Shabbat, il Sabato ebraico, giorno nel quale lo Stato che egli dovrebbe rappresentare interrompe categoricamente ogni forma di lavoro.

 

 


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