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Le figure della perversione



Francesco Roat




M. Masud R. Khan, Le figure della perversione, Bollati Boringhieri, pp.282, Euro 25,82

Rifacendosi a Winnicot, Masud Khan è convinto che le cosiddette perversioni sessuali (in primo luogo sadismo, masochismo e feticismo) siano dovute ad un rapporto patologico madre-bambino. Legame distorto che si verrebbe ad instaurare se la madre, dopo aver idolatrato il figlio - considerandolo quasi una cosa da lei creata -, si ritira in modo brusco da un attaccamento giudicato eccessivo, col risultato di provocare un trauma da separazione vissuto come minaccia di annientamento dell'io.


Khan affronta dunque le perversioni in termini relazionali piuttosto che di pulsioni, sottolineando come lo specifico della sessualità perversa sia caratterizzata dall'"accettazione ritualistica del carattere di gioco della relazione" e dal fatto che - ad onta del segreto contratto di intimità che li coinvolge - i pervertiti sanno a priori che esso sarà di breve durata e la separazione, essendo programmata, risulterà affettivamente non traumatica. L'autore ritiene inoltre che lo sfogo sessuale ottenuto mediante tali pratiche rappresenti "un'esperienza di copertura contro stati di angoscia". Secondo quest'ottica i pervertiti non manifesterebbero appetiti carnali particolarmente intensi, essendo la loro sessualità soprattutto di testa.

Tesi fondamentale del saggio è che il sadomasochista o l'incline al feticismo interponga una sorta d'"oggetto impersonale" tra la propria bramosia ed il proprio complice; tale oggetto può essere un'immagine pornografica, un tacco a spillo o una fantasticheria nel segno del dolore da infliggere/subire. Secondo Khan, insomma, la perversione (che, è bene ribadirlo, ha sempre bisogno di complicità) si risolverebbe in una alleanza narcisistica con un partner a mero scopo difensivo, curativo o riparativo.

Già Glover, a tale proposito, aveva rimarcato quanto l'erotizzazione dell'angoscia rappresenti una tecnica, grazie alla quale il pervertito combatte la paura dell'annientamento e con cui si sforza (o s'illude) di provare un piacere. Così nel sadismo il timore di essere (emozionalmente) ferito si rovescia nel gusto di ferire; nel masochismo viene creata una palestra di dolore sotto controllo, e solo tramite il feticcio - per taluni - si rende possibile una parvenza di rapporto a due. Sempre alienato, però.

 


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