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Pedro Cano, luci e ombre di un paesaggio interiore



Barbara Iannarella




Esponente di spicco del Neorealismo spagnolo, ma non solo, Pedro Cano e' un artista ramingo e cosmopolita che riversa nelle sue opere, oli e acquarelli, la forza malinconica della sua terra, la Murcia, e le tappe di un viaggio itinerante non ancora concluso. Nelle esposizioni inaugurate lo scorso dicembre a Milano, la prima, Secuencias al Palazzo delle Stelline, la seconda, Blanca all'Istituto Cervantes, Cano riassume la sua biografia artistica, divisa tra le antiche atmosfere della sua provincia spagnola, il distacco e la solitudine del periodo newyorkese e le calde suggestioni di Roma, dove il pittore vive. Soprattutto negli oli su tela, una raccolta di 24 opere realizzate tra il 1965 e il 2000, si rivela il percorso piu'intimo dell'artista: secuencias, sequenze-assenze di vita vissuta e immaginate, di persone, oggetti, cose del presente e del passato che come fotogrammi di una pellicola vanno dal grigio sfumato ai toni dell'ocra e del malva.

Si parte dalla serie piu'neorealista delle sue tele , dall'operaio che, come un guerriero ferito, malinconicamente guarda indietro mentre s'incammina verso un futuro incerto, al ritratto della madre con le mani bianche dure e pesanti come calce che contrastano con l'indefinitezza del resto della figura, e ancora al periodo di New York, dove emergono soprattutto la solitudine e lo spaesamento dell'uomo in mezzo a oggetti e forme nuove, estranei ma sempre presenti, tracce di un passato della memoria.

Molto particolare la serie delle immagini dei water tank, i depositi d'acqua che si ritrovano tanto spesso nella Grande Mela. Simboli della società industriale ma anche elementi architettonici che ci riportano alla classicità dei templi antichi, i quali, nelle variazioni cromatiche di Cano, si arricchiscono di suggestioni vecchie e nuove. Una particolarita', quella delle variazioni su uno stesso soggetto, che ritroviamo ancora piu' carica di emozioni (perché si riferiscono alla sua terra natale) negli acquarelli su carta di Blanca.

Qui la luce si fa piu' tenue, trasparente, penetra nelle torri della cittadella spagnola, fra le stradine e i tetti delle case, tra la vegetazione incolta: i colori sono quelli delle due stagioni preferite da Cano, autunno e primavera. Piu' che un'evoluzione, quella delle opere degli ultimi anni, dal 1995 al 2000, si può definire un'involuzione verso se stesso, verso temi piu'intimi e delicati, rasserenanti. Molto poetiche la serie degli horti (tre diversi giardini interni, sempre olio su tela), e quella sul fiume Tevere a Roma, passando dalla raffigurazione di oggetti feticcio dell'epoca moderna (una sedia, una lampadina, una macchina da scrivere), dove la forma viene sempre e in ogni modo sovrastata dal colore.

Pedro Cano sa dipingere l'architettura, giocando con i contrasti di luci e ombre, un'architettura che sembra non emergere ma che e' sempre protagonista all'occhio di chi guarda. Anche quando sono le figure umane al centro della tela, come nei quadri della madre, dei due anziani e dell'operaio, esse sono indissolubilmente legate allo spazio delle forme geometriche che li delimitano: senza quel contesto, sarebbero totalmente sradicate e prive di forza. "Lo hermoso es saber que sempre hay un paisaje esperandote". La cosa bella e' sapere che troverai sempre un paesaggio nuovo che ti attende.

Chi è Pedro Cano:

Pedro Cano nasce nell'agosto del 1944 a Blanca (Murcia, Spagna). Prima studia all'Accademia San Fernando di Madrid, poi nel 1969 si trasferisce all'Accademia di Belle Arti a Roma, dopo aver vinto una borsa di studio. Da qui parte la sua carriera che lo vedra' esporre in alcune tra le piu' grandi citta'del mondo, da Madrid a Beirut, a Lisbona, Amsterdam, Parigi, New York, Toronto, Bogota', Salisburgo.

Le mostre:

Pedro Cano "Secuencias", a cura di Martin Paez Burruezo -catalogo(italiano/spagnolo)
Milano- Palazzo delle Stelline, Sala del Collezionista (Corso Magenta,61)
fino all' 8 febbraio 2003
ingresso libero dal lunedì al sabato h. 10,00-19,00

"Blanca" acquarelli su carta a cura di Pedro Cano
Milano Istituto Cervantes, Sala Mostre(via Dante,12)
fino al 29 gennaio 2003
ingresso libero dal lunedì al venerdi h. 16,00-19,00.

 


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