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Pinocchio, ovvero l'impossibilità di
essere felici
Vincenzo Cerami con Bibi David
Pinocchio, il film del duo Benigni- Cerami, ha invaso, dall’11
ottobre, ben 900 sale italiane. Insieme alla pellicola sono arrivati
nei negozi libri, figurine, superalbum, alfabetieri, il tutto
dedicato all’intramontabile burattino di legno ideato da Collodi.
Dal prossimo 23 dicembre il lungometraggio della coppia de La
vita è bella sbarcherà anche negli Usa.
Abbiamo chiesto a Vincenzo Cerami di parlarci della sua esperienza,
e anche, dopo il suo j'accuse contro la critica italiana
pubblicato su la Stampa, di commentare almeno una delle
critiche che sono state sollevate contro il Pinocchio di
Benigni.
Anni fa Carmelo Bene disse che Pinocchio rappresentava per lui la
maschera menzognera dell’attore. Cosa rappresenta invece per lei?
Pinocchio è il bambino nel quale ci si identifica, è il fanciullo
che attrae con le sue disubbidienze, il suo bisogno di divertirsi
incessantemente. Ma è anche, come ho detto tempo fa, la metafora
dell’impossibilità di essere felici. Il burattino che diventa un
bambino grande abbandona un mondo ovattato di giochi, di sogni per
passare nell’universo degli adulti. E’ una conquista divenire un
bambino vero, ma trasformandosi in bambino, Pinocchio non sarà piu’
il discolo burattino a cui tutto, in fondo, è permesso.
Cosa rende il libro di Collodi, pubblicato nel 1883,
intramontabile?
Pinocchio parla un linguaggio universale perché è la favola della
ricerca di gioia piena, di un paradiso in terra, che poi si rivela
fallimentare. Una ricerca che ognuno di noi fa nella vita. Inoltre
la storia di Pinocchio è adattabilissima in ogni paese del globo,
come dimostrano le traduzioni e revisioni in India, Cina, Giappone,
Tunisia, ed è ideale per qualsiasi tipo di rappresentazione
scenica, dal teatro al cinema, dai cartoni animati al lungometraggio
di fiction.
Quali dei personaggi del suo Pinocchio, al di la’ del
protagonista, reputa maggiormente riusciti?
Mi piace moltissimo la fata turchina-Nicoletta Braschi. Ha una
grazia ineguagliabile. Sono ottime le interpretazioni di Carlo
Giuffrè nei panni di Mastro Geppetto e quelle dei Fichi d’India
nei panni del Gatto e la Volpe. Kim Rossi Stuart è ,anche come
fisionomia, un Lucignolo ideale.
Cosa risponde alle critiche di Aldo Busi, che ha definito il suo
film “bolso e noioso, letterale ma poco letterario, un passo
indietro rispetto al libro”?
E’ naturale che, quando un film è destinato ad avere molto
successo, vi siano anche delle considerazioni negative. Come lo
stesso Pinocchio-burattino è eterno perché spaccato in due, cioè
entusiasta del mondo come un bimbo e poi costretto a diventare
adulto per entrare nella società, cosi’ spero che il mio film
lasci un segno nel tempo, al di là degli applausi e delle critiche.
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