Risorse umane e new economy
Piero Comandè
Giuditta Alessandrini Risorse umane e new economy, Carocci, 2002
(II ristampa), pp. 288, Euro: 22,20
La società dell'informazione può essere il “vecchio sogno
tornato” vagheggiato dal poeta olandese Holst: un mondo mitico che
chiama alla liberazione e alla prosperità? Da questa premessa si
sviluppa la ricerca di Giuditta Alessandrini Risorse umane e new
economy, Carocci, sulla possibilità di una visione
neoumanistica delle trasformazioni tecnologiche e sociali.

E' tema all'ordine del giorno dell'Unione europea
che già a Lisbona nel 2000 aveva sottolineato il valore intrinseco,
non solo strumentale, della conoscenza e la sua valenza di
inclusione sociale. Percorsi di libertà e sviluppo sostenibile
possono trovare spazio nella conoscenza diffusa, nella struttura
sociale del lavoro ridisegnata dalle reti.
Torna d'attualità il tema della dignità del lavoro, in uno
scenario economico globalizzato di cui non si sottovalutano i rischi
per l'orientamento personale e le incertezze. Nuovi impegnativi
compiti sono assegnati alla formazione, considerata nel suo duplice
aspetto di bene in sé e condizione di sviluppo. Queste esigenze,
scrive la Alessandrini, cambiano i paradigmi educativi perché
esigono la sollecitazione di processi cognitivi di tipo medio-alto:
problem solving, decision training, sviluppo e gestione di network
ecc..).
La cura delle risorse umane è dunque al centro dell'attenzione di
tutti i soggetti coinvolti, istituzionali europei e nazionali,
economici e sociali nella speranza che sull'onda della
trasformazione post-fordista del lavoro si sia aperta “una
legittima speranza (o utopia) che vede un'ampia praticabilità di
modelli di lavoro a misura dell'uomo e della donna, anche con
l'aiuto delle tecnologie di rete”.
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