Palinsesti
Horatio Flaccus
Troppo innocente sarebbe l’idea che si potesse instillare agli
uomini violentati qualcosa di meglio, o anche solo un po’ di
varietà, grazie ad una diversa politica di programmi vagheggiata da
educatori bene intenzionati…La popolazione è talmente assuefatta
all’infamia che le viene inflitta da non osare rinunciarvi…anzi
deve stimolare la propria eccitazione per convincersi che l’oltraggio
ricevuto è una grazia.”
Theodor W. Adorno
“Quattro anni così no. No e poi no…con calma questo paese si ha
da organizzare”
Il Foglio, 16 marzo 2002
La nostra vera condanna non consiste nel fatto che non passi giorno
senza che un minchione dica minchionate, bensì che a queste seguano
immediatamente una o più tavole rotonde, articoli di giornale,
dibattiti televisivi, convegni. Che cos’altro può dire, un
minchione, se non minchionate? E’ nell’ordine delle cose: se
dicesse altro non sarebbe più un minchione. Non è invece nell’ordine
delle cose che se ne dibatta dottamente, che vi si dedichino
giornate di studio e nottate di esegesi.

Mettiamo che un minchione dica una minchionata del
genere (sappiamo tutti che non l’ha mai detto nessuno, quindi si
va sul sicuro…): la civiltà islamica è una civiltà inferiore,
in più di un millennio non ha prodotto null’altro che qualche
scempiaggine coi numeri e se Mozart fosse nato in medio oriente
sarebbe diventato un suonatore di tamburo. Un gentleman risolverebbe
la cosa con un sorrisetto condiscendente, una pacca sulla spalla e
un “bene, adesso avrei un po’ di fretta, mi scusi…saluti alla
signora”, lasciando il minchione seduto al bar a dire minchionate
alla tazzina. Magari un altro, meno compassato, prima di andarsene
metterebbe il punto alla tirata minchionesca con una pernacchia. Ma
tutto lì, roba che, anche a raccontarla tra amici, non fa neppure
ridere. Invece qui, su questo genere di cose, ci si scrivono i
libri, si organizzano convegni, si imbandiscono serate televisive.
Un giorno un celebre regista, noto per i buoni sentimenti che
esalano i suoi film, dichiarò che per le donne (o forse ha detto
"le femmine"...) che abortiscono volontariamente ci vuole
la pena di morte. Inutile dire ciò che quel comunicato stampa
suscitò presso l'ordine delle casalinghe, l'associazione dei
consumatori, il WWF, i bocciofili e i dopolavoristi del circolo
canottieri. La Catherine Spaak invitò a stretto giro di posta il
regista nella sua trasmissione per tirargli le orecchiette e fargli
bua.
I "liberal" insorsero e persino a Walter Veltroni
spuntarono due canini da leonessa per difendere la dignità della
donna, la sua libertà di scelta, ecc. Sul tema ciascuno disse la
sua e non ci fu chi rispettasse la consegna del silenzio, che del
resto, già normalmente, vale meno della carta igienica.
A nessuno viene mai in mente la minuscola, semplicissima verità
che, porca miseria, non c'è ragione al mondo per cui un minchione
non debba dire minchionate. In Italia il minchione scende in campo a
bordo del suo grazioso pony a pois color malva, armato di nacchere e
trombetta e, immediatamente, le sue minchiate diventano un genere di
larghissimo consumo culturale. Ma si può continuare in questo modo?
No e poi no. Con calma questo paese si ha da organizzare.
Io, visto che dobbiamo rinnovare la Rai, propongo un canale
minchionesco. Una bella rete nuova di zecca riservata ai minchioni.
Almeno quando uno si sintonizza sa quello che deve aspettarsi. Si
ubriaca di minchiate e poi, passata la sbornia, non ci pensa più.
Abbozzo un palinsesto:
Direttore generale, conduttore unico dei telegiornali e gran
cerimoniere di ogni genere di minchiata: Emilio Fede, all’unanimità,
acclamazione anche da parte delle opposizioni.
Lunedì, varietà; titolo “Cominciamo bene”, conduttore
Minchiacci (si prende Mingacci e gli si ritocca appena il
certificato anagrafico mentre i connotati vanno già benone).
Martedì, cabaret politico-giornalistico; titolo “Minchia, che
ridere”, comici: Guzzanti (Paolo), Gasparri, Storace, Er pecora
(ospite fisso ma muto, basta la presenza), Berlusconi (al telefono)
e Tremonti alla calcolatrice (computo giornaliero delle minchiate in
attivo su quelle del governo precedente). Presenta l’onorevole
Carlucci. Moderatore, Marcello Pera (state sicuri che finisce a
torte in faccia, anche perché tutti i minchionisti saranno
invidiosi delle sue minchiate).
Mercoledì, arte e cultura; titolo “Il paradiso dei minchioni”,
conduttore Vittorio Sgarbi. Ospiti a scelta tra: Maurizio Mosca,
Giuliano Ferrara, Cecchi Paone, Iva Zanicchi (per l’arte culinaria
e la minchia in salmì), Alessandra Mussolini (minchiate vissute e
minchiate del Nonno) e Luca Giurato (arte ed estetica della
minchioneria).
Giovedì (va da sé) Gnocchi.
Venerdì, situation comedy; titolo “Volersi bene in Parlamento”
sottotitolo “Minchioni in amore” con l’irresistibile duo Bossi
e Berlusconi (attempata coppia gay che attraversa la crisi del
settimo anno), Gianni "Budget" Bozzo (l’allegro
cappellano matto che, per via di una collaudata pratica mistica,
riesce a dire tre minchiate ogni due parole), Francesco Rutelli (un
vicino di casa che rompe la minchia perché la notte russa e il
giorno pure), Rocco Buttiglione (ex pugile rimminchionito che tenta
di mettere le corna ora all’uno ora all’altro e fa sempre la
figura del minchione, l’elemento comico) Ignazio La Russa (il
carabiniere dall’occhio indagatore che ha una sola battuta “Minchia”,
l’elemento tragico) Vittorio Feltri (il cocchiere dl principe di
Galles, che c’entra proprio perché non c’entra una minchia).
Sabato, oscuramento, tranne una prima volta in cui appare Giordano
Bruno Guerri, il grande giornalista della minchioneria storica
revisionata, nonché rappresentante di tutti i minchioni liberi che
comunica agli utenti che la R.S.I (Revisione Storica
Incontrovertibile) rivaluta il sabato fascista, per cui, da ora in
poi, in questa eroica giornata ci sarà ben altro da fare che
starsene seduti a poltrire.
Domenica, trasmissione fiume, dalla mezzanotte del sabato alle prime
luci dell’alba di lunedì; titolo “Tutti insieme
minchionescamente”, non può che condurre Maurizio Costanzo:
praticamente ci passeranno tutti gli italiani che contano, a turno
(da Paolo Limiti a Gerri Scotti, da Adornato a Califano, da Cip a
Ciop: minchiatone di tutti i colori).
Questo, naturalmente per quanto riguarda la prima serata. Ci
sarebbero poi le altre fasce orarie in cui ci si potrebbe
sbizzarrire: “Minchia mattina”, “Minchionate oggi”, “Minchioni
in prima linea” ma soprattutto la quotidiana, immancabile, “Minchia
a minchia” condotta dal grande amministratore della minchioneria
politica Bruno Vespa. Poi ci sarebbe anche “Satira di destra a
minchia piena” sottotitolo “Il Foglio delle minchiate”,
destinata a dar voce alla famosa cultura di destra, fino ad oggi
ospite dei gulag comunisti (Portofino, Cortina, Taormina, Costa
Smeralda) ma finalmente tra noi nello splendore della sua
straminchioneria cinemascopica; dibattiti ad altissima
concentrazione di minchioneria con sapide battute minchionesche tra
Giuliano Ferrara, Marcello Veneziani, Andrea Marcenaro e Pietrangelo
Buttafuoco, vallettine in minigonna di lamè: il figlio del
cocchiere, e Piergigia, la DJ che fa miaomiao (leggerebbero
quotidianamente, a turno, la velina del caballero “Una minchiata
al giorno…”).
E per finire l’esilarante rubrica di riflessione notturna “Più
minchia di così si muore” con la strepitosa coppia Vito &
Schifani, minchiate assicurate. E i concorsi a premi: una minchia
per tutti, la minchia è sempre la minchia, la minchiata più bella,
miss minchiata, il minchione prodigio, piccole minchie crescono. E
mi fermo qui per non rompervi troppo la minchia. Del resto potete
continuare da soli (Ok la minchiata è giusta, Stranaminchia, Il
Grande minchione, Minchiacoli: quando la scienza non riesce a
spiegare le minchiate, Chi vuol essere minchione, Anche le minchie
piangono, Novantesima minchiata ecc.).
E’ solo una modesta proposta (qualcuno dira che è una minchiata,
il che porta acqua al mio mulino…). La giro allo Snobbone e alla
Bersagliera che di minchiate se ne intendono e li invito a farsi
fondatori di un giornale che faccia la fronda alle minchiate dei
minchionisti televisivi.
p.s.
Pensierino della buonanotte: ma si può essere più bipartisan di
così? A volte mi stupisco di me stesso…minchia!
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