Una battuta immortale attraversa la
storia
Horatio Flaccus
“La destra, se la parola ha un senso, potrebbe farsi società
civile ed esprimere un suo linguaggio se non fosse costretta a
sottomettere paradossi, irrazionalismi, vitalismi e falsi sillogismi
al giogo del solidarismo. Una battuta cinica e immortale come quella
di Reagan: “I poveri? Ho un solo modo di aiutarli, non far parte
del novero”, qui cade nel vuoto. E se la destra non è un po’
nemica dell’umanità, che destra è?”
“Il Foglio”, editoriale del 9.03.2002

Mitico snobbone! Questo sì che si chiama parlar
chiaro; finalmente uno che sa che cosa deve fare la destra “per
farsi società civile” e indica la fulgida meta col ditone puntato
e il megafono sotto il naso. La destra, “per farsi società civile”
deve mettersi a sparare battutone come quella meraviglia “cinica e
immortale” riportata in epigrafe.
Allora vediamo un po’, madamine, il catalogo è questo.
Primo
Siamo a Varsavia, nel ghetto, è l’aprile del 1943, appena qualche
giorno prima della rivolta che sarebbe finita come sappiamo. Nella
Umschlagplatz sono ammassati, come ogni giorno, migliaia di ebrei
per essere caricati sui treni diretti a Treblinka. Un rabbino si
avvicina al generale delle SS Jurgen Stroop, che dirige le
operazioni; testa bassa, passi incerti, in silenzio, come si addice
a un giudeo. Il generale è divertito, non solo non fa sguinzagliare
i cani, ma rivolto agli altri ufficiali li rampogna bonariamente:
“Il giudeo va ascoltato, signori. Non avete idea di quante cose si
possono imparare ascoltando un giudeo”. Risatine. Il giudeo è
davanti a lui e parla, quel che dice non lo sappiamo perché nessuno
lo ha trascritto.
Forse possiamo immaginarcelo, chiede qualcosa, aiuto, probabilmente,
per qualcuno che sta male. Il generale ascolta, sorridente: è di
ottimo umore, stamattina. Quando il rabbino finisce risponde con
questo meraviglioso mot d’esprit, cinico e immortale “I giudei?
Ho un solo modo di aiutarli, non far parte del novero”. Lì la
battuta non cadde nel vuoto, egregio snobbone, sapesse le risate che
si fecero sergenti e caporali, perfino i doberman abbaiavano
allegramente. Ma se la destra non è un po’ nemica dell’umanità
(solo un po’, giusto per farsi due risate tra amici…), che
destra è?
Perché al prossimo Israel Day, mister, non la fa raccontare dal
palco al suo trombettiere così si ride un po’ tutti?
Secondo
Settembre 2001, New York. A una settimana dalla carneficina delle
Twin Towers la puzza di morto in tutta l’area, è insopportabile.
C’è molta gente ai bordi della zona vietata, alcuni sono parenti
di persone scomparse che sperano, almeno, di recuperare il corpo del
figlio, del padre, della madre, della sorella. Stanno lì giorno e
notte. Un giornalista intervista uno dei responsabili dei lavori, un
simpaticone texano, repubblicano di ferro, uno che non se ne tiene
una, se ne infischia del politically correct e chiama le cose col
loro nome, negri i negri e froci i froci. L’intervistatore gli
chiede cosa si può fare per aiutare i parenti delle vittime che
stanno lì alla diaccio da una settimana. Battutona senza peli sulla
lingua: “I parenti? Ho un solo modo di aiutarli, non far parte del
novero”.. Risata e scatarrata che centra e tramortisce la blatta
uscita dalle tubature squarciate. Perfino gli eroici pompieri si
spanzano dalle risate. Ma se la destra non un po’ nemica dell’umanità
(solo un po’… giusto per farsi due risate e sdrammatizzare) che
destra è? Anche questa, mister, sarebbe da fare raccontare alla
onorevole Carlucci al prossimo Usa day.
Terzo
Atmosfera molto diversa. garden party. Il meglio dell’alta
società statunitense. Si festeggia un ex presidente degli Stati
Uniti. Vero è che adesso mister president è del tutto
rincoglionito dall’alzheimer e, per l’occasione, è portato in
giro a rotelle dalla first lady che sorride a tutti, ringrazia e
ogni tanto, amorosamente e umanitariamente (pur essendo di destra)
gli forbisce l’ostinato filino di bava che scola sul mento. Per
divertire gli ospiti è stato invitato un delizioso clown italiano.
E’ così grasso che sembra un arancino coi piedi, fa ridere solo a
guardarlo. Fotografi e cineprese gli ruotano attorno come calabroni.
Si avvicina al presidente, gli accosta le labbra all’orecchio come
se dovesse sussurrargli qualcosa e urla a squarciagola “Hey,
mister president! Figurati un po’, mi hanno chiamato per aiutarti
sti gran coglioni. Aiutarti! Come dicevi tu, e tu si che la sapevi
lunga, l’unico modo per aiutare i rincoglioniti come te è non far
parte del novero!”.
Poi si solleva una natica aiutandosi con la mano e molla una loffa
che gli solleva le code della giacca. Risate a crepapelle. La first
Lady si rotola sull’erba in preda a convulsioni di ilarità, le si
intravedono le mutande. I camerieri rompono i bicchieri, i
giornalisti lanciano in aria taccuini e telecamere. Il Babbione
sbava felice sulle sue rotelle. Una festa riuscita…e che diamine!
Se la destra non è un po’ nemica dell’umanità (per ridere un
po’, tra amici), che destra è?
Ecco, io avrei finito. Ma vorrei fare i miei complimenti allo
snobbone perché, nella pratica e senza troppe chiacchiere, ci ha
chiarito che cos’è il senso dell’umorismo (che secondo lui
difetta agli italiani ma non agli arcitalioti come lui). Il senso
dell’umorismo non consiste nel ridere e far ridere ma, innanzi
tutto, nel sapere distinguere, un mot d’esprit da una stronzata da
salotto e da un rutto da caserma.
Ma, visto che ci pensa lo snobbone, non potrò certo permettermi di
dire io alla destra cosa deve o non deve essere. Se vuole essere
questo si accomodi pure. A me non resta che prendere congedo con le
“ciniche e immortali” parole (mi permetterò appena un piccolo
colpo di ginocchio per adattarle alla situazione e ai personaggi):
“Gli stronzi? Ho un solo modo per aiutarli, non far parte del
novero”.
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