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Fra televisione e Rete



Enrico Mentana con Bibi David



Enrico Mentana, direttore del Tg5,dopo aver festeggiato recentemente il decimo compleanno del suo telegiornale, ci parla del rapporto tra tv e Internet, dell'europeizzazione dei media, dei motivi della riuscita dello "stile Mediaset".

Come sta cambiando e come cambierà il giornalismo con Internet?

Il giornalismo si sta trasformando sotto i nostri occhi e, spesso, non ce e rendiamo nemmeno conto. La Rete ha permesso una visione della macchina dei media a livello globale che consente, a chi lavora con le news, di perfezionarsi e arricchirsi. Con l'introduzione dell'euro sta avendo luogo una forte europeizzazione che si estende ben al di là del portafoglio e che coinvolge in pieno l'informazione, rendendo meno complessa la fruizione dei contenuti e demolendo le barriere divisorie.

Qual è la relazione fra tv e Rete?

Per adesso è il giornalismo televisivo a servirsi del Web, "rubandone" i contenuti, e non il contrario. Si tende ancora a voler trasportare sul piccolo schermo il meglio dell'informazione elettronica, a far confluire tutto sulla tv. Sono certo pero' che in seguito vi sarà una piu' marcata divisione fra Rete e televisione, e l'una completerà l'altra. Come oggi si leggono i quotidiani e si guarda la tv, domani si consulteranno la televisione, un quotidiano e il Web.

Cosa pensa dei telegiornali della Rete?

Vi è ancora molta diffidenza: sono pochi, almeno in Italia, coloro che optano per un Tg via Internet. Lo stile del Web appare forse piu' scarno, e individuare il sito giusto è ancora difficile. Noi del Tg5 stiamo promuovendo una serie di iniziative per valorizzare il tg in Rete (www.tg5.it).

I tg in Rete sono piu' utili a chi lavora nel campo dell'informazione o alla gente comune?

Sicuramente agli addetti ai lavori. Noi giornalisti televisivi siamo quasi costretti a seguire i tg della Cnn e quelli delle piu' prestigiose tv straniere, e in questo la Rete ci è di grande aiuto. Molti siti, soprattutto stranieri, che potrebbero essere interessanti per tutti, vengono poco pubblicizzati.Mi riferisco per esempio a quelli delle tv estere, come la tv e radio israeliane (shamash.org/trb/pnm/kitv.ram) o ai quotidiani dell'India (www.deccan.com).

Quali sono state, in ambito televisivo, le rivoluzioni del suo telegiornale, dal debutto, avvenuto il 13 gennaio del'92, ad oggi?

Il Tg5, oltre agli ormai proverbiali scoop, fra i quali per esempio l'intervista a Farouk Assam e le immagini inedite sul G8 di Genova, ha retto sempre il confronto con la Rai grazie al suo stile vivace e personale. Il nostro segreto resta l'andare oltre la notizia e raccontare i dietro le quinte di fatti ed eventi.

Quali sono stati i momenti piu' difficili della sua carriera?

I momenti piu' delicati sono quelli in cui ci si accorge di aver sbagliato qualcosa. Il nostro lavoro, oltre alla precisione e all'attenzione, richiede anche sensibilità. L'importante è sapersi scusare con il telespettatore ammettendo sempre i propri errori. Recentemente per esempio mi è capitato di mandare in onda un servizio sul maxitamponamento avvenuto sull'A22 del Brennero che era davvero troppo cinico: un operatore riprendeva la gente imprigionata nelle auto accartocciate mentre gridava disperata. Fui io il primo a chiedere scusa per la crudezza delle immagini.



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