La magia del possibile
Carlo Scirocchi
Dovevamo forse aspettare un nuovo prodotto editoriale e poi cinematografico per ricordarci
di riesumare lantico ma sempre attuale e affascinante tema della magia. Riesumarlo
dalle memorie dellinfanzia popolata di racconti e di fiabe. Riesumarlo soprattutto
dalle sensazioni che dellinfanzia fanno il luogo temporale privilegiato delle
percezioni meno scontate. Ricordo infatti con nostalgia quello che sentivo nelle viscere
allavvicinarsi della primavera, o quando seguivo nel suo dipanarsi tra lerba
del parco la processione delle formiche operose, durante le assolate giornate
destate. Persino lodore dei banchi della scuola e dellastuccio delle
penne, tutti rigorosamente di legno, insieme al colletto inamidato della divisa della
scuola elementare, mi rimandano ad una dimensione altamente percettiva del mondo di cui mi
è rimasto solo un vago ricordo. Solo questione di ormoni? Solo questione di
ingenuità? Forse. Preferisco pensare che tra queste ragioni chimiche e
psicologiche ci sia anche un ingrediente che riguarda i modi più profondi della
percezione. Dovendo parlare di magia non posso non riandare alle sensazioni dell'infanzia
perché la magia appartiene al modo diretto di relazionarsi con il mondo proprio dei
bambini. Mi spiego meglio.
Cè una accezione corrente di magia che la identifica con incanto o sortilegio. La
parola greca mageia si riferisce allarte o alla sapienza dei magi persiani e
già questa origine la colloca più verso il versante della sapienza che del gioco di
prestigio. La sapienza antica era soprattutto conoscenza dei meccanismi intimi della
natura, dei suoi connotati energetici, del suo rapporto con le creature evolute come
luomo che di tale natura rappresenta il vertice. Come sappiamo anche nei Vangeli si
parla dei magi, a testimonianza di una cultura che attribuiva a tali personaggi un valore
reale oltre che elevato. I magi dei Vangeli sono studiosi, gente in grado di interpretare
i fenomeni visibili per attribuirgli valenze invisibili. Lidea che la magia sia un
modo di dominare la natura con pratiche bianche o nere appartiene più allavidità e
alla sete di potere degli uomini che al suo vero significato di conoscenza. La conoscenza
è armonia più che dominio e tantomeno un dominio su altri uomini ed è da tale
conoscenza che discende quello che si può definire padronanza delle forze naturali. I
magi dei Vangeli si servono di questa loro sapienza per congiungersi con un evento
apparentemente umile e banale, come la nascita di un fanciullo del popolo, per
testimoniare la gratitudine e la speranza di tutta lumanità. Testimoniare
soprattutto il fatto che nel mondo travagliato degli uomini, travagliato in tutte le
epoche, da qualche parte cè qualcuno che anziché dedicare tutte le sue energie e
il suo tempo alle faccende mondane, si rivolge allo studio silenzioso dellanima
umana, coltivando la fede e la speranza. Questi misteriosi saggi dOriente si servono
della loro sapienza, quindi, non ai fini del potere, ma per orientarsi durante un lungo
viaggio in terre sconosciute, per portare a compimento la loro saggezza attraverso il
contatto con lelemento divino. Sarebbe stato interessante conoscere il seguito della
storia dal loro punto di vista. Posso solo divertirmi ad ipotizzare, dati i presupposti di
umiltà e sottomissione, che abbiano riportato questa loro novella ricchezza
nellOriente da cui provenivano, per conservare e tramandare i modi e i metodi
dellunico vero potere consentito agli uomini di conoscenza: quello su loro stessi.
Dellinfanzia dicevo, perché se è vero che il simile attrae il simile,
lingenuo stupore dei bambini è lunico vero strumento per percepire i piani
magici della coscienza o del mondo, due aspetti di ununica realtà. Ed
appare interessante che insieme ai grandi e saggi magi, ad accogliere il Grande Essere, ci
siano stati gli umili, semplici pastorelli. I magi erano sostenuti dalle loro conoscenze,
i pastorelli dallo stupore per un evento che non capivano ma colpiva i loro cuori. Grande
è perciò quelluomo che riesce a riunire in se la conoscenza e la semplicità,
perché sarà un gran mago.
Siate come bambini, è la grande esortazione magica.
In realtà non sarebbe molto difficile comprendere che la magia non è un fatto esteriore,
una specie di tecnica con cui trasformare qualcuno in coniglio, quanto il risultato di una
evoluzione interiore. Linteriorità delluomo appartiene alla realtà quanto
una Ferrari. Basterebbe essere un po attenti alla propria esperienza quotidiana
dove, certamente, può accadere che un nostro moto di gentilezza provochi una grande
riconoscenza; dove ascoltare i bisogni di qualcuno, dimenticandosi per un momento dei
propri, può far si che vengano almeno in parte soddisfatti. La nostra vita quotidiana
offre infinite occasioni di sperimentare cambiamenti sorprendenti indotti da una nostra
anche minima metamorfosi. Il fatto è che i valori e le energie positive esistono ed hanno
un effetto. Importante è crederci e volerlo. Importante è non vedere la realtà solo per
ciò che rimandano i cinque sensi. Già lintuito del cuore è un altro senso,
qualcosa che appartiene al mondo in modo più concreto del mondo virtuale dei computer a
cui pure attribuiamo così grande importanza. In fondo chi conosce lintera
possibilità di sviluppo dellessere umano? Che si riduca tutto alle solite categorie
di successo mondano? Per quanto mi riguarda non lo credo. Lessere umano possiede una
dimensione interiore che, una volta sviluppata, acquista un potere sul mondo circostante
che deriva da una qualità divina, il potere magico appunto.
Nessuno può riconoscere e usare qualche bacchetta magica prima di aver reso magico se
stesso. Qualcuno penserà: "Bene, ora mi metterò tutte le mattine davanti allo
specchio, concentrandomi intensamente, finché non vedrò spuntare le orecchie di
Bunny."
Secondo me il massimo che può spuntare sono le orecchie da asino, anche se per qualcuno
può comunque sembrare magia. No, la magia prima che unarte è una disciplina,
silenziosa e paziente, fatta di piccole conquiste quotidiane sulle cattive abitudini,
sullegoismo, sulla pigrizia.
La magia è la conquista della chiarezza del cuore e del pensiero che rende disponibili
allattenzione e allascolto senza altro interesse che il bene altrui. Ciascuno
di noi è laltrui degli altri e se questa chiarificazione accadesse per la maggior
parte degli uomini certamente lumanità avrebbe, per magia, risolto i suoi problemi.
Nel frattempo, certamente, divertiamoci con i film sulle scope volanti.
Ma teniamo ben presente che quando avremo avuto anche solo un piccolo successo nella
trasformazione di noi stessi avremo cominciato ad impugnare veramente la bacchetta del
mago.
E la straordinaria magia del possibile.
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