Le ragioni di una copertina
Riceviamo e pubblichiamo:
Da: "Gian Marco Santarsiero" <gmsantarsiero@tin.it
Data: Mon, 17 Sep 2001 00:45:41 +0200
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it
Oggetto: Stiamo uniti
Spettabile redazione,
mi chiamo Gian Marco Santarsiero, ho ventott'anni, studio architettura
e sono appassionato di computergrafica (ma non solo). Seguo da tanto
la Lor rivista web, che giudico come una rara perla di saggezza e
acume critico (coraggiosamente provocatorio) in un mare di
pressappochismo e pseudopensiero di tendenza, diffusi a tal punto da
indurre molti internauti a scrivere "cultura" col
"k"... e nome e cognome rigorosamente in minuscolo (!). Per
tale motivo, vorrei esprimere la mia gratitudine per la Loro presenza
nel World Wide Web.
È da martedi che mi interrogo sui motivi (e non sono pochi) che
possono spingere alcuni uomini ad aggredire in modo brutale e violento
esseri della medesima specie, raggiungendo l'acmé -come quello
dell'11 settembre scorso- in un crescendo di diabolica premeditazione
e lucida follia. Ho letto e sto leggendo, con interesse e sgomento, i
tanti contributi e riflessioni che in questi giorni si susseguono
sull'argomento con ritmo incessante. Nel rammarico sento ancora
presente lo schoc dell'evento.
Desideroso di "fare qualcosa" per la causa americana e, allo
stesso tempo, di interagire con la Loro pregevole rivista, ho preso il
coraggio di scrivere. In allegato ho accluso un'immagine editata in
giornata (l'immagine che figura attualmente in copertina, ndr). Ciò
che avrei (mi si passi il condizionale, perché non sono certo di
esservi riuscito) voluto rappresentare (ed elogiare) è la singolare
capacità degli amici d'oltreoceano di vivere gli eventi.
Già, gli Americani -come ben sappiamo- hanno subito una disumana
tragedia, che ha causato un'incredibile perdita di vite umane. Ma in
tale occasione i newyorkesi scampati alla morte, si sono riscoperti
"vivi", ricominciando a nascere "concittadini"
accomunati da una comune palingenesi, frutto di odio e di orrore. La
morte che genera la vita, il Male che dà luogo al Bene, ma attraverso
un diabolico olocausto, si badi.
In tale cornice ho ambientato il senso dell'essere
"Americano" (lo scrivono sempre con la maiuscola): l'essere
a un tempo colpiti al cuore, li porta a reagire con ancor più
determinazione. Dignitosamente rassegnati e freddamente determinati.
Mah, perdonino lo sproloquio. Mi affretto a concludere. Ho tentato,
dicevo, di cogliere queste due anime, anzi questi due volti della
stessa anima per metterli l'uno accanto all'altro. Lo slogan che fa
riferimento al nome italiano degli States vorebbe essere una carezza
sulle orribili ferite, un abbraccio amichevole, un desiderio di
comunione e condivisione per l'accaduto, non solo da parte di noi
europei, ma da tutto il mondo civile che affonda le proprie radici
nell'amore per la libertà.
Grazie per l'attenzione e per il tempo dedicatomi.
Gian Marco Santarsiero
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