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L'opinione di un lettore



Da: Enrico Biale <ebiale@tiscalinet.it
A: <caffeeuropa@caffeeuropa.it
Data: Lunedì, 23 luglio 2001 5:50
Oggetto: Due parole postG8



Penso che le violenze che sono state pereptuate da alcuni manifestanti e da parte delle forze dell'ordine abbiano sconvolto tutti noi, purtroppo adesso vedo solo un insieme di persone che giocano a scaricabarile e cercano di pesare con una speciale e disumana bilancia quale violenza sia più grave: io non me la sento di fare ciò la violenza è violenza.

Comunque penso che nemmeno la morte di un giovane o la distruzione di una città debbano distrarci dall'obiettivo più importante che è la discussione dei temi trattati dal G8 e dai contestatori.infatti penso che,giustamente, i giornalisti debbano informarci dei fatti, anche tragici, ma politici e società civile devono trattare dei problemi e proprio questo vorrei fare.

Mi sembrano ridicoli gli 8 quando dicono che hanno fatto grandi cose per i paesi poveri e che continueranno a farle, ifatti il fondo istituito per l'Aids e la malaria è ridicolo. Inoltre ha ragone il presidente Berlusconi ha ragione nel dire che l'unico sistema economico/ politico esistente è quello capitalista (capitalismo senza regole mi permetto di aggiungere), ma mi consenta di sperare che un altro migliore possa venire creato.

Infatti questo sistema a me non piace, perchè ha bisogno di sacche povere, estremamente povere, per poter sopravvivere (nessuno degli 8 ha parlato delle fabbriche/prigioni presenti nei paesi poveri). Non mi piace un sistema nel quale le banche, nelle quali tutti noi depositiamo i nostri soldi, investano i loro capitali nel mercato delle armi che poi vengono utilizzate da ragazzi più giovani di me proprio in quei paesi, nei quali adesso vogliamo portare Internet.

Tutto questo e molto altro non mi piace e, sebbene non possa accettare le violenze dei "black block" nè il trionfalismo di Agnoletto (il movimento pacifista si è dimostrato ancora immaturo), sono disgustato dall'ipocrisia degli 8.

Arriverderci,
Enrico Biale (uno che spesso si vergogna di essere occidentale)

 

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