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I valori della sinistra
Corrado Ocone
La sinistra futura sarà una sinistra dei contenuti o non sarà. Con
il politichese, con i posizionamenti strategici o tattici, non si va
molto lontano. Ma, se questo è vero, quali dovranno essere i
contenuti? Come dovranno essere comunicati? Il cuore di chi dovranno
scaldare? E da quali menti, e in quali forme, dovranno essere
elaborati e precisati?
Focalizzo l'attenzione sull'ultimo punto. I valori della sinistra non
potranno essere demagogicamente imposti da un Grande Comunicatore, né
dovranno essere elaborati da un'avanguardia militante e organica di
intellettuali. I valori della sinistra dovranno nascere dal basso,
dovranno raccogliere le mille spinte propulsive e propositive che
sgorgano dalla società, dovranno promuovere, stimolare e garantire la
partecipazione attiva dei cittadini.
La forma mediante la quale tutto questo potrà avvenire è forse
quella dell'associazionismo, dei mille e svariati gruppi molecolari
che si organizzano spontaneamente e che già da oggi sono impegnati in
battaglie a volte invisibili ma spesso molto importanti (per
l'ambiente, per la tutela della salute, per il pluralismo
nell'informazione e nella scuola, per la trasparenza nelle
istituzioni, per il diritto alla privacy, per la libertà di ricerca,
e via elencando).
E' da questo variegato mondo associativo e impegnato che potrebbe
nascere, a mio avviso, la classe dirigente del futuro, i leader
concreti e fattivi e non ideologicamente orientati che il nostro tempo
reclama. Nulla di nuovo sotto il sole: è più o meno questa la via
che, più di centocinquant'anni fa, Tocqueville ammirava e il cui
rafforzamento auspicava nell'allora giovane democrazia americana!
Questo mondo associativo è ampio e variegato, osservavo. Molte spinte
che da esso provengono sono certamente ancora contraddittorie e piene
di pregiudiziali ideologiche astratte e inaccettabili (si pensi solo
un attimo alle esasperazioni teoriche del cosiddetto "popolo di
Seattle", e non solo della parte più violenta di esso).
Eppure è in questo mondo che si forgiano idee e si tessono quei
contatti transnazionali che sono forse il primo germe della formazione
di una opinione pubblica internazionale e cosmopolita efficace e
avvertita. Si pensi ancora, a mo' di esempio, alla forza che
dappertutto cominciano ad avere i movimenti dei consumatori, alla
capacità che sempre più essi dimostrano di contrastare le strategie
anche di potentissime multinazionali. Compito della politica e della
sinistra potrebbe perciò essere non quello di ignorare o peggio
soffocare questo libero mondo, ma di "appropriarsene"
acoltandolo prima e "guidandolo" poi verso obiettivi
semplici e non astratti.
Di dargli anche, il che non guasta, una valenza liberal che elimini le
incrostazioni ideologiche che spesso nascono da semplificazioni o da
una reiterata e spontanea coazione a ripetere. Tutto questo significa
che la nuova sinistra dovrà riorientarsi: dovrà svolgere attività
nella e per la società, prima che per autoreferenziali conventicole
politiche. Significa che essa dovrà opporre al mondo dei diritti e
della qualità il mondo del "lasciar fare" astratto e esso
sì ideologico della destra trionfante.
Il nuovo centro della politica, come la destra ha ben capito, sarà,
dopo la fine dell'età ideologica, il cittadino, la persona umana. La
sinistra avrà un ruolo se saprà opporre al cittadino - consumatore e
eterodiretto - della destra il cittadino titolare di diritti della
più pura tradizione liberale, all'universo monotono e ripetitivo
delle persone che producono per consumare il mondo fatto dalle libere
e spontanee pluralità che pullulano nel sociale, alla metafisica del
mercato la vigile attenzione alle condizioni di base che non lo
rendono di fatto un mercato drogato o sregolato.
Un mondo dai mille colori. Potrebbe essere questa, forse, l'idea -
guida e l'immagine retoricamente pregnante (anche un po' trendy,
perché no?) di una sinistra che, senza contraddirsi, sia veramente
riformistica e liberale. E sia altresì, cosa fondamentale, veramente
adatta all'epoca della complessità avanzata.
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