Ciclismo: a che punto siamo
Francesco Fanuele
Il Giro D’Italia si è concluso da qualche giorno, ma pochi sono
coloro che celebrano la vittoria della maglia rosa Gilberto Simoni.
Purtroppo, si parla di ben altri argomenti che hanno travolto il
ciclismo, sprofondandolo in una crisi senza precedenti. Tutto è
cominciato la sera del 6 Giugno, quando circa 200 agenti dei NAS e
della guardia di Finanza effettuarono un blitz negli alberghi
ospitanti le squadre al Giro.
I controlli e le perquisizioni a tappeto nelle stanze dei corridori
hanno portato al sequestro di parecchi medicinali sospetti, poi
rivelatesi sostanze proibite. Era solo l’inizio: nella notte, una
rappresentanza di ciclisti, tra cui Pantani, Cipollini e Simoni, si è
riunita decidendo di bloccare la corsa per protesta, ma all’indomani
del fattaccio, dopo un’estenuante tira e molla con l’organizzazione,
si è deciso di annullare solo il tappone di montagna del giorno, uno
dei più belli del Giro.
La gara a tappe si è trascinata fino alla fine, ma
un nuovo colpo di scena era in agguato: la “Fassa Bortolo”
licenziava in tronco Dario Frigo, maglia rosa per nove giorni e in
quel momento secondo in classifica generale; durante il blitz infatti,
nella sua stanza erano state trovate sostanze dopanti e cerotti di
testosterone.
L’ambiente del ciclismo adesso è scosso, destabilizzato, ci si
interroga sul perché di questa situazione ma anche sui possibili
rimedi per salvare uno sport amatissimo in Italia; sono state tante
negli ultimi giorni le manifestazioni d’affetto da parte dei molti
appassionati che seguono da vicino i loro idoli e che sanno quanti
ciclisti onesti ci siano (la stragrande maggioranza), tutti quelli che
raggiungono vittorie e soddisfazioni solo con sacrifici, passione e
massima applicazione. Viene quindi naturale pensare alle “facce
pulite” del Giro, da Cipollini, che ha promosso un’asta benefica
mettendo in palio la sua tuta, al vincitore Gilberto Simoni, umile e
silenzioso nella vita, quanto grintoso ed emozionante nelle scalate
alle vette più dure d’Europa.
Tornando alla vicenda giudiziaria, le indagini continuano senza sosta:
il 12 Giugno Dario Frigo viene ascoltato dal procuratore antidoping
Aiello, che ha dichiarato di aver ricevuto dall’atleta alcune
importanti informazioni, naturalmente tutte da verificare. Frigo,
braccato dai media, giura di non essersi mai dopato e si dichiara
pronto a collaborare con la giustizia al punto che negli ambienti si
parla già di “pentitismo” nel ciclismo.
Nello stesso giorno dell’interrogatorio a Frigo,
tenutosi a Milano, la sede del CONI di Roma ospitava una
rappresentanza di ciclisti e della FCI per decifrare il futuro del
ciclismo. La riunione ha partorito un comunicato che dichiara la
sospensione a tempo indeterminato di tutte le attività agonistiche
nazionali relative al ciclismo in attesa della stesura di un Codice
comportamentale redatto da tutte le componenti e incentrato sulla
prevenzione del fenomeno doping, sulla tutela delle categorie
dilettantistiche e dei giovani che si avvicinano a questo sport.
Dal 18 Giugno dunque, è cominciata la settimana nera del ciclismo
italiano, le due ruote sono state ferme fino a venerdì, in vista
dell'emanazione di un codice etico da parte del consiglio federale. Le
procure di Padova e Bologna che indagano sui fatti del Giro parlano di
circa 86 indagati tra cui corridori, direttori sportivi e tecnici.
Sono cifre che spaventano, e che fanno ancora una volta accostare al
ciclismo l'onta del doping.
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