Diario di una concorrente
Antonia Anania
Rispondi a un annuncio che cerca giovani conduttori televisivi e ti
ritrovi subito concorrente di un quiz.
E’ successo. Anche a me. Erano passati mesi da quella telefonata e l’avevo
rimossa dalla testa, quando mi chiamano per dirmi che i provini per
conduttori sono stati chiusi (su 3000 telefonate non potevano “provinare”
tutti) ma che c’era questa possibilità di farmi vedere in tv come
concorrente di un nuovo quiz televisivo. Ci volevano una foto e un
curriculum, se l’avevo, e il giorno dopo avrei potuto partecipare al
casting che sarebbe durato un’ora e mezza.

Dico sì, per gioco e curiosità. L’indomani mi
presento nei locali che mi avevano indicato e incontro i miei colleghi
di provino: ragazzi e ragazze, che avevano risposto al
"serpentone" (l'annuncio che scorre in fondo al
teleschermo), tutti tranne chi accompagnava la fidanzata o la sorella
e visto che c’era partecipava pure alla selezione. L’atmosfera
era, come dire, familiare, perché tutti tranne me e altri due, si
conoscevano, ridevano, scherzavano.
Poi ho capito. Precisamente quando mi sono trovata davanti all’ultima
domanda del questionario da compilare: “Sei mai apparso in
televisione?”. Ebbene, quasi tutti hanno risposto sì.
Mi trovavo dunque in mezzo al pubblico del Maurizio Costanzo Show
(“Non ci posso credere anche tu qui? Ma dove ci siamo visti? Ah sì
da Costanzo”) e dei programmi di Maria De Filippi (“Se ti
richiamano fammelo sapere così mi racconti”), di Domenica in
e Buona Domenica (“Ma Maurizio non ti ha mai notato come
possibile sosia di Paolo Calissano?”). In mezzo alle comparse di Libero
(“Sono andato a fare degli sketch”) e ai fascinosi e muscolosi
sfidanti di Beato tra le donne (“Sono arrivato ai quarti di
finale: c’era un professionista che ballava la funky erotika così
bene che io non potevo certo competere”).
In un quarto d’ora bisognava risolvere cruciverba, anagrammi,
riordinare sillabe di parole perché i quiz in onda alla fine
del mese metteranno in crisi i concorrenti con giochi d’enigmistica.
Durante il colloquio l’addetta del casting pregava i provinanti di
farle sapere se sarebbero stati chiamati dalla De Filippi o da qualcun
altro in modo da evitare una sovrapposizione e da non essere visti in
diversi programmi - almeno non in tempi troppo ravvicinati.
In caso contrario li avrebbe chiamati per mettersi d’accordo sul
giorno in cui partecipare al quiz, dar loro l’indirizzo degli studi
televisivi e le indicazioni su come arrivarci, naturalmente alcune ore
prima della diretta, per ambientarsi: “Poi per un’ora avrete modo
di farvi vedere e soprattutto di mostrare la vostra simpatia”.
Già, perché essere visti in Tv per tutti questi ragazzi sembra una
questione vitale. Lo considerano il fatidico trampolino di lancio
nella piscina televisiva. Un modo per stare accanto ai personaggi
famosi e se possibile farsi notare. Così fare parte del pubblico o il
concorrente diventa un mestiere (il gettone di presenza giornaliera
varia da £200.000 a £1.000.000 a seconda delle reti) in cui se
vinci, bene due volte, se non vinci, qualcuno potrebbe comunque
richiamarti per altre trasmissioni.
Perché in una sorta di circolo vizioso se da un lato questi ragazzi
vogliono farsi vedere perché non si sa mai, perché anche Raul Bova
ha iniziato come servo di scena di Scommettiamo che, eccetera
eccetera, dall’altro le produzioni televisive cercano comparse,
pubblico (muto e parlante) e naturalmente concorrenti per riempire le
tante trasmissioni e gli studi televisivi. “Se un tempo c’erano
uno o due quiz e tanti concorrenti e i provini erano seri e alla
presenza di un notaio -ci racconta il signor Antonelli, che fa il
concorrente dai tempi di Rischiatutto- oggi avviene il
contrario per cui c’è un’inflazione di quiz che porta le
compagnie di intermediazione a fare provini veloci e a chiamare gente
che ha già partecipato ad altri programmi come comparsa o altro”.
Al mio provino i ragazzi -bisogna dirlo- erano più belli delle
ragazze, e soprattutto simpatici, anche il bel tenebroso che nelle
foto non sorrideva mai ma faceva ridere l’intera “classe”; e il
barman che è riuscito a strappare un mezzo provino da conduttore,
imitando Verdone vecchia maniera. Alla fine tutti hanno accettato l’occasione
di fare i concorrenti (in caso di chiamata), anche quelli mai apparsi
in tv: “Può essere una nuova esperienza”, ha detto uno di questi.
“Io faccio il concorrente ormai da trent’anni non per i soldi
-dichiara Antonelli- ma semplicemente per una sfida con me stesso,
come buttarmi dal ponte con l'elastico, tant’è vero che spesso ho
perso perché non mi sono fermato per tempo. I giovani invece fanno i
concorrenti in prevalenza per avere un’occasione di apparire e
guadagnare velocemente somme di denaro che spesso non si ottengono con
i lavori interinali o part-time che propone loro questo mondo
economicamente precario. Così spesso si fermano subito per non
rischiare di perdere somme come i 16 milioni, o anche meno, da cui
oltretutto viene tolta la ritenuta d’acconto del 20%, che hanno
faticosamente raggiunto”.
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