Nervosi e cretini
Antonia Anania
Saranno i repentini cambiamenti di tempo o le allergie stagionali di
cui si soffre tutto l’anno, non esistendo più le mezze stagioni.
Saranno i difficili rapporti con gli altri o con se stessi. Sarà un
misto di tutto questo ma è proprio vero che se un tempo si finiva col
vivere felici e contenti, adesso invece si finisce spesso col vivere
nervosi o cretini, e se poi i due modi di essere si combinano la
situazione ha davvero bisogno di uno psicanalista o di un guru.
Popolo di annoiati, di troppo buoni o troppo idioti alla riscossa del
mondo e della vita, popolo di nevrotici e cattivi verso se stessi o
verso il prossimo, fino al 27 maggio sono in scena a Roma due commedie
brillanti che fanno al caso vostro. Al teatro Parioli La cena dei
cretini (Le diner de Cons) di Francis Veber, con Andrea Brambilla,
Nino Formicola (meglio noti come Zuzzurro e Gaspare), Carlo Pistarino,
Alessandra Schiavoni, Andrea Di Casa, diretti dallo stesso Andrea
Brambilla. Al Teatro Vittoria Sto un po’ nervosa, di Rosa A.
Menduni e Roberto De Giorgi per la regia di Carlo Emilio Lerici con
Cristina Aubry, Francesca Bianco, Stefano Molinari e Alessandra Sarno

Entrambe le commedie vi fotografano, e raccontano
storie esilaranti e originali. La cena dei cretini -per
iniziare dalla prima- è il cinico espediente contro la noia di un
gruppo di yuppie, tra cui il co-protagonista Pierre Brochard.
Ogni mercoledì gli amici invitano ognuno un perfetto cretino per
divertirsi e ridere alle sue spalle e chi avrà portato l’idiota
più idiota di tutti sarà premiato. Ma una sera il povero Brochard si
becca il colpo della strega e non può andare alla fatidica cena;
Francois Pignon, il suo ‘cretino’ arriva ugualmente e porta un
vagone di sfiga e quiproquo: la moglie lascia Brochard e si sviluppano
scambi di persona, arrivi di amici, amanti e ispettori del fisco
davvero insopportabili…
Quelli cresciuti a panini e televisione negli Anni 80, vedendo l’allestimento
italiano di questa commedia avranno la sorpresa di rivedere in scena
Zuzzurro e Gaspare e Carlo Pistarino - alcuni dei protagonisti di Drive
in, programma cult della comicità disimpegnata di quegli anni,
che già da alcune stagioni hanno preferito far ridere a teatro, per
esempio con La strana coppia di Neil Simon o Rumori fuori
scena di Michael Frayn.
La commedia che hanno scelto per questa stagione è diventata famosa
nel mondo per il 'delizioso’riadattamento cinematografico operato
dal suo stesso autore teatrale, che per l’occasione ha portato a
casa sei Cesar (gli oscar francesi) e ha venduto i diritti a
Steven Spielberg per il remake cinematografico americano, dopo aver
trattato anche con Woody Allen.
Francis Veber fa spesso queste operazioni di trasloco dal teatro al
cinema e viceversa, e dal cinema francese a quello americano. Pensiamo
per esempio a La capra con Gerard Depardieu e Pierre Richard, a
Il rompiballe con Lino Ventura e Jacques Brel - di cui qualcuno
ricorderà la versione americana dal titolo Buddy Buddy con l’inossidabile
coppia Matthau-Lemmon- a I tre fuggitivi con Gerard Depardieu
che in America è diventato In fuga per tre con Nick Nolte. E
poi si possono ricordare altri film di Veber come Il vizietto e
il suo remake americano Piume di struzzo.
Ma non divaghiamo oltre. La messinscena de La cena dei cretini
di Brambilla-Formicola ha registrato finora ben tre miliardi di
spettatori. Chi ha visto il film forse noterà che a volte le azioni e
i tempi scenici sono più lenti e la scenografia più spoglia, ma
nonostante questo il pubblico ride e si diverte seguendo tutte le
battute e le ingenuità di Pignon, impersonato dall’ottimo Andrea
Brambilla, e le disperazioni e sfortune di Pierre Brochard (Nino
Formicola).
Il primo è proprio come Brochard se lo aspettava: un bambinone,
contabile al Ministero delle Finanze che nel tempo libero costruisce
modellini di ponti e torri con i fiammiferi, sui quali amava discutere
con la moglie prima che questa lo lasciasse (e lui ancora se ne chiede
il perché). Pignon è uno di quelli che si diverte a canticchiare
nelle segreterie telefoniche e a mettere nell’agenda Carmelo Colombo
sotto la categoria animali. E ha il potere involontario di condurre la
moglie di Brochard all’adulterio e Brochard all’accertamento
fiscale, tutto in una sola sera.
Pierre Brochard invece è un giovane editore furbo e rampante,
collezionista di donne e di quadri, che crede di avere in pugno la
vita e gli altri, ma che alla fine diventa vittima di Pignon, il
vendicatore di tutti i cretini del mondo.
Oltre al duo, bisogna ricordare Alessandra Schiavone poiché nel
doppio ruolo di Christine e Marlene, rispettivamente moglie e amante
di Brochard, ha la possibilità di presentare due personaggi diversi,
il primo raffinato e altero, il secondo allegro e freak. Quando si
esce dallo spettacolo si ritorna a casa con il sorriso sulle labbra
canticchiando i jingle composti per l’occasione da Ricky Gianco.

Il testo di Sto un po’ nervosa invece è
tutto italiano ed è alla sua prima rappresentazione, in qualità di
vincitore della prima edizione della rassegna Provini per una
commedia indetta dal Teatro Vittoria. Sono di scena i buoni, o
meglio quelli che giustificano e comprendono qualsiasi azione altrui
anche a proprio svantaggio e i cattivi che invece non sopportano gli
altri, hanno una grande capacità affabulatoria e fanno di tutto per
risultare antipatici.
La buona della situazione è una psicanalista repressa che cura i
bonsai per calmarsi e che così presa dal suo ruolo di donna
comprensiva di tutti, comprende anche il marito che la vuole lasciare
per Carmen, la segretaria venticinquenne. La cattiva invece è una
professoressa che non è mai contenta degli altri: quelli col
telefonino, quelli senza, i bambini al supermercato e le loro mamme, i
suoi alunni e i loro genitori, gli uomini e le loro fissazioni, e guai
a dire che si è cattive perché non si fa sesso, perché questo è
solo un luogo comune.
La cattiva, stando un po’ nervosa, vuole una cura per controllare la
sua rabbia ma fa innervosire talmente tanto la psicanalista con i suoi
assiomi e le sue teorie che quest’ultima inizia a diventare
insofferente e a sfogare tutte le frustrazioni umane e professionali,
meditando persino l’omicidio del marito. E se la prima telefonata al
marito era pacificatoria e bonaria quella a metà commedia è rabbiosa
e piena di ilare cattiveria. Le battute, a volte geniali, le azioni e
i tempi scenici conducono velocemente alla fine ed è un continuo
ridere e sorridere. E tra i versi spunta anche l’ormai proverbiale
‘mi consenta’ che provoca una grassa risata nel pubblico colto di
sorpresa.
In un misto e in un crescendo di comicità e psicodramma -che a volte
fa l’occhiolino al metateatro- si arriva così a un finale aperto in
cui la psicoanalista vede nella cattiva la sua paladina, e vorrebbe
vivere con lei, che invece opta per andare a Calcutta, dove forse
arrabbiarsi avrà più senso. E lei rimane nel suo studio per
accogliere una nuova paziente; questa volta però la pistola della
cattiva è sul tavolo…
D’obbligo ricordare poi la segretaria imbranata della psicanalista,
per giunta sfortunata con gli uomini, che all’improvviso crede di
non riuscire a trovare un uomo perché ama il suo capo. E’ davvero
un personaggio ridicolo che fa morir dalle risate, con la sua bizzarra
capigliatura e il suo alito per niente profumato. Gli attori?
Coinvolgenti e travolgenti.
Fox & Gould produzioni e Zuzzurro & Gaspare presentano La
cena dei cretini (le diner des cons) di Francis Veber, traduzione
di Filippo Ottoni, , con Andrea Brambilla, Nino Formicola, Carlo
Pistarino, Alessandra Schiavoni, Andrea Di Casa,, scena di Paolo
Polli, Costumi di Pamela Aicardi, Musiche di Ricky Gianco, Regia di
Andrea Brambilla.
Teatro Parioli, Roma, fino al 27 maggio.
Il Teatro Vittoria presenta Sto un po’ nervosa di Rosa A.
Menduni e Roberto De Giorgi con Cristina Aubry, Francesca Bianco,
Alessandra Sarno, Stefano Molinari,Rregia di Carlo Emilio Lerici.
Teatro Vittoria, fino al 27 maggio. Dal 21maggio dopo lo spettacolo
saranno messe in scena le sei commedie che partecipano ai quarti di
finale della seconda rassegna Provini per una commedia. L’ingresso
è gratuito.
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti
da fare? Scriveteci il vostro punto di vista cliccando qui
Archivio
Attualita' |