Sull'appello di Umberto Eco
Corrado Ocone
Intervenire contro i paventati pericoli di un governo Berlusconi è
sempre importante. E d'altronde gli argomenti per farlo, anche di
diverso tipo, non mancano certamente. Umberto Eco, estensore
dell'appello uscito questa settimana sulla rivista online Golem
(e ripreso da Repubblica), ha scelto di insistere soprattutto
sul tema del conflitto di interessi. Fra l'altro richiamando un
argomento che dovrebbe essere caro ai liberali, se tali fossero
veramente quelli di casa nostra.

Giustamente infatti Eco ha fatto notare che l'importante non è come
si governi, ma chi è che governa: un regime potenzialmente illiberale
è tale se molto potere si concentra, direttamente o indirettamente,
nelle mani di un solo individuo, anche se questo individuo fosse
l'uomo più bene intenzionato e più capace di questo mondo. Il
principio del bilanciamento dei poteri non entra nel merito del
governare, ma indica un metodo. E' meglio addirittura errare in molti,
che essere dalla parte giusta perché paternalisticamente guidati da
uno solo.
Dopo aver insistito sul conflitto d'interesse, Eco comincia un
discorso sull'anomalia italiana facendo riferimento ad alcune
categorie-tipo (quasi degli idealtipi di stampo weberiano) di
elettori. E' una parte molto interessante questa propostaci da Eco,
proprio per cominciare ad affrontare quel discorso sulla natura e
l'identità, nonché sulle prospettive, della sinistra, a cui teniamo
particolarmente.
Eco dice che l'elettorato potenziale del Polo si divide, grosso modo,
in due grandi categorie, che chiama, rispettivamente, Elettorato
Motivato ed Elettorato Affascinato. Sul primo tipo di Elettorato, in
verità, poco o nulla si può fare: possiamo considerare sbagliate le
sue "ragioni", ma dobbiamo ammettere che di
"ragioni" prese consapevolmente tuttavia si tratta. Più
interessante è invece ragionare, a mio avviso, sul cosiddetto
Elettorato Affascinato. E', come dice Eco, un segmento molto numeroso.
Ne fanno parte tutti coloro i quali hanno "fondato il proprio
sistema di valori sull'educazione strisciante impartita da decenni
dalle televisioni, e non solo da quelle di Berlusconi. Per costoro
valgono ideali di benessere materiale e una visione mitica della vita,
non dissimile da quella di coloro che chiameremo genericamente i
Migranti Albanesi".
Se leggiamo bene l'appello ci accorgiamo che il vero centro del
discorso di Eco è proprio quello che concerne questo Elettorato
Affascinato, verso il quale egli non risparmia le critiche più dure e
acerrime. Critiche che, fra l'altro, richiamano in più punti il
classico snobismo degli intellettuali verso la società di massa o
dello spettacolo, al quale credevamo che il noto semiologo fosse
immune. Ora, io mi chiedo: e se fosse proprio questa incomprensione
snobistica dei mutamenti avvenuti nella società italiana, ma non solo
italiana, il vero peccato capitale e il vero vizio di presunzione
della Sinistra italiana?

Non intendo affatto affermare, come qualcuno pure fa, che dovremmo
opporre alla cattiva retorica berlusconiana una retorica buona e di
sinistra. Intendo dire, semplicemente, che, quasi istintivamente, noi
di sinistra ci rifiutiamo, forse, di fare i conti con la realtà:
partiamo prevenuti e non siamo in grado di dare dei giudizi pacati e
motivati. Lo stesso Marx, a ben vedere, pur avendo detto che il mondo
andava cambiato piuttosto che compreso, ci ha in verità offerto una
delle migliori interpretazioni della società moderna e industriale
(con connesso elogio, fra l'altro, del Borghese Illuminato e del
Mercante).
A noi forse fa difetto proprio questa capacità di comprensione e
anche di compartecipazione ad un tempo tutto sommato non peggio degli
altri. Non dobbiamo diventare, ridicolmente, dei Berlusconi (lo
saremmo in miniatura), ma capire le esigenze che sono a monte del suo
trionfo, questo sì. Il nostro compito sarà poi di dare a loro
risposte giuste e calibrate, non distorte e interessate come quelle
che dà il nostro avversario.
In ogni caso, a me sembra che non si sia ancora fatto fino in fondo i
conti la società postmoderna e postindustriale. E che pertanto si
ripetano pedissequamente formule e sentenze non adatte ad un'epoca non
più dominata, vivaddio, dalle ideologie. Direi quindi a Eco, si
parva licet: lavoriamo ovviamente sull'Elettorato Demotivato di
sinistra, ma non lasciamo all'avversario (fra l'altro è poco di
sinistra) l'elettorato di massa, oggi momentaneamente Affascinato dal
fatidico Cavaliere. Che di un Referendum Morale si tratti, domenica
prossima, su questo, possiamo dire, Umberto Eco ha perfettamente
ragione.
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