Segnalazione/Scrivere di alimentazione
Odette Misa Sonia Hassan
“Scrivere di alimentazione”, il premio giornalistico indetto un
anno fa dall’Unione Nazionale Consumatori con la collaborazione del
Centro Studi Assolatte e il patrocinio del Ministero delle politiche
agricole, il Ministero dell’industria e commercio, dell’Istituto
Nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione e della
rappresentanza italiana della Commissione CE, ha visto concludersi la
sua prima edizione alla sala della protomoteca in Campidoglio il 6
marzo con la premiazione di Arturo Cocchi di Salute,
supplemento di la Repubblica, Renzo Pellati della Gazzetta
dello Sport e Roberta Salvatori del Corriere Salute per i
quotidiani a diffusione nazionale, mentre Felice Campanello della Gazzetta
di Parma e Betta Fasciano del Nuovo oggi Molise sono stati
premiati per la sezione dedicata ai quotidiani a diffusione locale.
La giuria che ha valutato le migliaia di articoli era composta tra gli
altri anche da massimi esperti del settore nutrizione quali Eugenio
Del Toma che oltre alle riconosciute competenze mediche e scientifiche
è noto per le sue capacità comunicative, Eugenio Cialfa, direttore
dell’Istituto Nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione
e Giovanni Caldarone, già direttore della Scuola di Medicina dello
Sport. Arturo Cocchi è stato premiato per un articolo del 6 aprile
2000 L’alfabeto della prima colazione, un argomento non nuovo
ma sempre attuale. Nel premiare Renzo Pellati, Giovanni Caldarone ha
messo in evidenza come la buona stampa abbia correlato la corretta
nutrizione all’attività fisica.

Alla premiazione è intervenuto il ministro Pecoraro Scanio che ha
risposto al bisogno di informazione dei cittadini con un sito del
Ministero delle politiche agricole e con un impegno a far si che il
cittadino non solo venga informato sui prodotti alimentari ma anche
sulla rintracciabilità del percorso che un alimento ha avuto.
Durante la premiazione è stata presentata una ricerca condotta da
Enrico Finzi, “Gli italiani e le fonti di informazioni alimentare”,
dalla quale è emerso che il 66% degli italiani non è interessato all’informazione
o all’educazione alimentare ricorrendo raramente in casi del tutto
eccezionali e di emergenza tipo “Chernobyl” o “mucca pazza”
all’opinione di familiari amici medici o informazioni televisive. Il
risultato è quindi un'ignoranza dichiarata di due adulti su tre, non
caratterizzati ne per sesso ne per età provenienza geografica, classe
sociale o ruolo professionale ma solo per il titolo di studio un po’
più basso della media nazionale.
Un secondo tipo di consumatore disinformato, che costituisce il 17%
del campione, è peculiarmente anziano e povero, residente in comuni
piccoli e per lo più di sesso femminile, il cui unico referente in
tema di educazione alimentare è il medico di base. Un terzo tipo è
rappresentato da giovani diplomati o studenti frequentatori di
palestre che hanno come referente quasi esclusivo - se non maniacale -
il proprio preparatore atletico e raramente consultano un dietologo.
Tra gli altri tipi emergono persone che si affidano per l'informazione
alimentare alle campagne di alcune catene di grande distribuzione, e
anche quelli che vengono simpaticamente descritti come affetti da
maniacalità acritica, cioé coloro che rincorrono informazioni di
qualsiasi tipo. Infine un ultimo 10% della popolazione - i cosiddetti
"consumeristi non anti-industriali" - è composto da persone
con titoli di studio medi tra i 25 e i 44 anni che fanno riferimento
ad organizzazioni che si occupano della difesa dei consumatori ma non
guardano con sospetto all'industria ed in particolare alle marche.
Le fonti dominanti di informazioni e consigli sia per l’utilizzo che
per l’affidabilità degli alimenti sono i medici e taluni personaggi
televisivi, in primis Michele Mirabella, il conduttore del programma Elisir.
Una fonte largamente usata, però giudicata inaffidabile, sono i
familiari e gli amici. Il percorso che porterà l’Italia ad un
livello accettabile di conoscenze di massa sul tema dell'alimentazione
appare ancora lungo.
Nel concludere la premiazione si è ritenuto opportuno considerare l’eventualità
di prendere in considerazione per la prossima edizione la
comunicazione televisiva e telematica allo scopo di incoraggiare un’informazione
sull’alimentazione che si distingua per correttezza e chiarezza
espositiva.
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