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Gli anoressizzanti? Scorciatoie rischiose


Marcello Marcelli con Odette Misa Sonia Hassan


Odette Misa Sonia Hassan, dietista e allieva del Prof. Del Toma, è autrice di saggi sull'anoressia e bulimia ha condotto una ricerca tra il 1996 e il 1998 sui gruppi di auto-aiuto nel settore dei disturbi del comportamento alimentare pubblicata su ADI-magazine, e ha vinto il premio per la migliore comunicazione al Congresso nazionale Adi (Associazione di dietetica e nutrizione clinica) di Terni per "Aspetti bioelettrici su pazienti con disturbi del comportamento alimentare". L'indirizzo e-mail del suo sito è http://sites.netscape.net/ysthar/pantgruel

Primavera, stagione amara. Si avvicina il tempo della "prova costume" quando i chili di troppo diventano un problema. Una volta tra i banchi del mercato o dal parrucchiere spuntava sempre la notizia che da qualche parte avevano inventato una pillola miracolosa. Preparata in farmacia o in qualche oscuro laboratorio, tra alchimia e scienza, l'effetto sembrava assicurato. Il Mago Merlino o l'Archimede Pitagorico di turno non prometteva più la formula dell'oro, ma una perfetta forma fisica, e la prometteva a patto di assumere prodotti galenici che nella fantasia popolare erano naturali solo perché non venivano confezionati dall'industria farmaceutica. Una volta, appunto. Oggi un decreto il Ministero della Sanità ha definitivamente vietato l'utilizzo di quelli che in termini scientifici vengono definiti farmaci anoressizzanti, capaci cioè di ridurre la sensazione di fame. Qualche sfortunata consumatrice è finita sulle pagine dei giornali, non per aver vinto il premio di miss Italia, ma per morte improvvisa. E a tutte le altre cosa è successo?

Lo abbiamo chiesto a Marcello Marcelli, Primario di Dietologia dell'Ospedale S.Giovanni Addolorata di Roma.

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Professor Marcelli, un decreto del Ministero della Sanità vieta dal 16 febbraio l'utilizzo di farmaci anoressizzanti anche se mimetizzati in prodotti galenici...

La legge ribadisce un concetto vigente e cioè la non liceità di preparare galenici con farmaci potenzialmente pericolosi. Ci auguriamo tutti che il largo consumo che se ne è fatto negli anni passati termini al più presto. Questi prodotti contenevano sostanze attive di tipo anfetaminico, erano inutili e dannosi e in qualche caso, non dimentichiamolo, hanno provocato la morte di chi li ha assunti.

Però le pazienti dimagrivano?

Certo, ma era un dimagrimento ottenuto per via farmacologica, apparentemente rapido e efficiente, ma che in realtà aveva un effetto transitorio, infatti una volta sospeso il farmaco il peso veniva riacquistato. Questo ci da un saldo negativo perché con l'assunzione del farmaco si è corso un rischio senza ottenere un risultato a lungo termine.

Esistono altri tipi di farmaci che possano aiutare chi inizia una dieta?

Alcuni farmaci sono in commercio e altri lo saranno. L'Orlistat, che è un inibitore della lipasi pancreatica, provoca una sorta di malassorbimento controllato dei grassi offrendo così uno sconto calorico di circa 400 calorie. Un'altra molecola, la sibutramina, sta per essere commercializzata in Italia. È un'anoressizzante che sembra aumentare la sensazione di sazietà e il dispendio energetico.


Quindi la scienza farmaceutica ha dato una risposta al desiderio di dimagrire di molte donne e uomini?

Questi farmaci non sono un "deus ex machina", nessun farmaco può risolvere esclusivamente il problema del sovrappeso o dell'obesità. Sono un supporto per chi vuole percorrere un difficile, lungo e doloroso percorso tutto in salita, e cioè una terapia sia dietetica che comportamentale. Per gli altri il risultato è transitorio anche con i farmaci "buoni", ammessi e poco rischiosi se assunti sotto controllo medico specialistico.

In questo modo è possibile raggiungere il peso ideale?

A tutti noi piacerebbe poter ottenere questo risultato per i nostri pazienti. Ci siamo invece resi conto che l'obiettivo raggiungibile era un altro, ed è per questo che le linee guida consigliano un calo ponderale del 10%. In questo modo si ottiene una riduzione del rischio cardiovascolare, con un risultato non disprezzabile dal punto di vista estetico: non inseguiamo un obiettivo astratto ma un risultato da mantenere nel tempo.

E se si avesse comunque bisogno di un farmaco, quali caratteristiche dovrebbe avere?

Dovrebbe essere non dannoso, efficiente e persino poco costoso! Anche se ci fosse non potrebbe essere utilizzato a vita e quindi rimane aperta la soluzione del percorso dietetico e comportamentale, anche se difficile.

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