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RaiNews24 e il “redattore tecnologico”


Marco Silenzi con Roberto Chinzari


In questi ultimi anni, soprattutto con la diffusione della televisione satellitare digitale, sono venuti alla ribalta i canali televisivi dedicati unicamente all’informazione, i cosiddetti "all-news". La CNN per prima, poi Euronews, NBC, Bloomberg, solo per citare alcune di queste emittenti, quotidianamente ci offrono e cercano di gestire la complessità di un’informazione continua da tutto il mondo. Studiandone meglio i meccanismi si scopre che i notiziari che noi vediamo sullo schermo come un flusso ininterrotto di informazioni sono il risultato di operazioni ben precise e pianificate, dell’utilizzo di tecnologie digitali, di una struttura e un’organizzazione lavorativa del tutto nuova.

In particolare ad essere cambiato è il lavoro del giornalista. Il redattore spesso scrive il pezzo, lo unisce alla parte video, lo produce, lo presenta, lo registra: diventa un factotum, una cosiddetta "one man band", una figura che incarna tutte o quasi le funzioni che vengono svolte nell’informazione televisiva. Parliamo di questo con Marco Silenzi, giornalista di RaiNews24, il canale all news italiano nato da meno di un anno.

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RaiNews24 oltre ad essere un nuovo canale di informazione è anche l’esempio di come cambia il lavoro giornalistico, con la comparsa della figura del nuovo redattore tecnologico.

Sì, RaiNews24 è un laboratorio di sperimentazione oltre che una emittente televisiva. La nuova figura professionale di cui parla nasce qui, entrando in maniera dirompente in un’azienda come la Rai, abituata a fare i passi con i piedi di piombo. Noi abbiamo le tecnologie più avanzate e lavoriamo con un’alta informatizzazione, anche per quello che riguarda la gestione delle immagini, che non hanno più un supporto di cassetta o di disco, ma sono immagazzinate direttamente nella memoria dei computer. E questo sarà il futuro. Io immagino che nei telegiornali tradizionali fra breve il cuore pulsante dell’informazione sarà prodotto da questo sistema.

 

Come avviene praticamente il lavoro?

Qui a RaiNews24 ci sono diversi settori, come la Newsroom, la messa in onda, il Teleport, Internet. Sono strutture differenziate che contribuiscono tutte a fare il giornale. Il redattore che lavora a RaiNews24 può avvalersi quindi di tante tecnologie diverse, tutte molto informatizzate. Nella Newsroom abbiamo un sistema che si chiama AVIDNews, che è quello che gestisce di fatto il giornale. Qui arrivano le agenzie, la nostra fonte principale di notizie, qui vengono riscritte e poi spostate in quello che chiamiamo RunDown, che sarebbe la parte che va in onda.

I pezzi entrano quindi in macchina, arrivano nel prompter (il gobbo) e vengono letti dal conduttore. Un altro programma, che si chiama ClipEdit, serve alla elaborazione delle immagini. Questa è la grande novità: il giornalista ha la possibilità di gestire la parte iconografica del servizio, cosa prima effettuata dai montatori. Il giornalista fa la ricerca delle immagini, le assembla, cioè produce un montaggio semplificato, e una volta montato il pezzo la macchina gli assegna un codice (clip). Questo codice viene inscritto nell’AVIDNews, la macchina che farà andare in onda il servizio. Quando la notizia sarà nel prompter e verrà letta dal conduttore automaticamente partiranno le corrispettive immagini. In più abbiamo una redazione Internet a cui possiamo collegarci, dando in tempo reale le notizie che appaiono in Rete.

 

Possiamo dire che il redattore tecnologico è in parte giornalista e in parte tecnico?

Sì, anche se è una definizione un po’ pericolosa.

 

Le nuove "tecnologie leggere", come le telecamere digitali o il telefono satellitare, Internet, lo sviluppo del satellite, la compressione e la riduzione degli spazi e dei tempi, l’eliminazione delle distanze, come cambiano la notizia e il modo di fare informazione ?

Ormai, lo vediamo quotidianamente, quello che conta nell’informazione data dai telegiornali è l’immediatezza. E questo va a scapito della qualità. Si può raccontare in tempo reale quello che succede da qualsiasi parte del mondo e il giornalista deve gestire la notizia per darla il prima possibile, a prescindere da come. La grande possibilità è in questo momento rappresentata da Internet. Il grande punto interrogativo è: in che direzione si svilupperà? Sicuramente però l'informazione che passa attraverso il telefono, essendo più economica e più immediata, potrebbe in futuro togliere spazio a quella che arriva dal satellite.

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Con un’informazione sempre più immediata il giornalista non rischia di perdere la sua funzione di mediatore ?

L'informazione immediata presuppone che ci sia un utente in grado di muoversi agilmente all'interno del flusso di informazione, e non credo che questo accadrà a breve. Più che di uno sviluppo, poi, si tratterebbe di un rischio: più l’informazione diventa numerosa, più una persona può perdersi nel mare di notizie che arriva da tutto il mondo in tempo reale. Io immagino che anche in futuro ci dovrà essere un mediatore.

 

Il redattore televisivo dei canali all-news gestisce tutto dal suo desk, dalla sua scrivania. Nessuno andrà più sul campo a raccogliere notizie?

Ci sarà sempre un giornalista sulla notizia, altrimenti il rischio è che il redattore al desk metta in onda informazioni non verificate. Purtroppo questo giornalista sarà sempre di più un free-lance: le televisioni vanno verso un alleggerimento del nucleo centrale affidandosi molto spesso a service esterni, mentre i giornalisti che gestiscono le informazioni che arrivano dall’esterno vengono sempre più deskizzati.

 

Una volta un aspirante giornalista doveva innanzitutto "saper scrivere bene". Oggi cosa dovrebbe saper fare?

Innanzitutto avere la massima dimistichezza con Internet e un’apertura mentale su tutte le tecnologie e lo sviluppo tecnologico, che si rinnova continuamente. Ovviamente questo non prescinde dal saper scrivere. Ma è importante piuttosto l’avere un background culturale adeguato. Infatti ci sarà sempre meno spazio per esplicare la capacità di scrittura e commento e allo stesso tempo sempre più informazione da gestire. Conta la notizia in sé, meno la parte discorsiva.

 

Siamo di fronte a un passaggio epocale?

Quello che sta succedendo oggi è paragonabile a quello che è successo quando è scomparsa la figura del tipografo, con la composizione a freddo e la fotocomposizione. Oggi il giornalista ottiene tutto quello che gli serve dal circuito internazionale, è in grado di fare un montaggio efficace, anche se non professionale, per la messa in onda dell’attualità stretta. Parallelamente ci saranno anche meno telecineoperatori, poiché la qualità conta di meno, mentre le immagini vengono prese, comunque, da chi arriva prima sul posto.Il giornalista tecnologico, o "one man band", ha tutto sotto controllo e può realizzare il telegiornale come vuole.

 

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